20 Maggio 2025, h. 15:58 Notizie
ALIMENTAZIONE – ‘Intelligenza Artigiana a tavola’, in Senato gli artigiani motore glocal del food made in Italy. Politica ne sostenga lo sprint
In un contesto economico ancora segnato da incertezza e turbolenze internazionali, le imprese artigiane del settore alimentare si confermano motore della crescita italiana, distinguendosi per qualità, sostenibilità e radicamento territoriale. È quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato che fotografa la tendenza del settore alimentare e delle bevande, un pilastro anticiclico dell’economia nazionale che ha registrato nel primo trimestre 2025 un +1,9% nella produzione, contro un -3,1% della manifattura generale.
A trainare questa resilienza è soprattutto l’artigianato alimentare che esprime un modello produttivo glocal: radicato nei territori ma capace di parlare ai mercati internazionali.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato, il settore del food conta 64.365 imprese artigiane con 249mila addetti. La loro capacità di unire qualità, tradizione, sostenibilità e innovazione è la chiave del successo del food made in Italy nel mondo.
Il rapporto è stato presentato all’evento ‘Intelligenza artigiana a tavola’ organizzato oggi da Confartigianato in Senato. Sono intervenuti il Sen. Antonio De Poli, il Sen. Luca De Carlo, il Sen. Giorgio Maria Bergesio, il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, il Presidente di Confartigianato Alimentazione Cristiano Gaggion.
Export record e consumo locale: la forza dell’artigianato alimentare
La spesa degli italiani per alimentare e bevande ammonta a 196,2 miliardi di euro, ma il food made in Italy piace molto anche all’estero: il 2024 ha infatti segnato il massimo storico dal 1995 delle esportazioni di alimentare e bevande con 58,7 miliardi di euro, in crescita dell’8,8% rispetto al 2023 e con un trend in aumento anche nel primo trimestre 2025 (+5,5%).
“L’artigianato alimentare – sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato – non è solo tradizione: è innovazione, cultura d’impresa e presidio economico delle comunità. Oggi chiede attenzione e strumenti adatti per crescere. È tempo di riconoscere all’artigianato il ruolo strategico che merita nelle prospettive della politica economica”.
“Sostenere l’artigianato alimentare – osserva il Sen. Questore Antonio De Poli – significa rafforzare l’economia reale, valorizzare le nostre identità territoriali e costruire coesione sociale. Le imprese artigiane del food sono un pilastro del Made in Italy: producono qualità, custodiscono tradizioni e generano futuro. La politica ha il dovere di accompagnarle con strumenti concreti e una visione strategica”.
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Dal pane fresco ai dolci da ricorrenza (1,1 miliardi di export nel 2024), dai vini DOC e IGT (8,1 miliardi, secondo export europeo dopo la Francia) fino ai 5.717 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) e ai 328 prodotti agroalimentari di qualità DOP, IGP e STG e i 529 i vini certificati, il Made in Italy alimentare parla artigiano. Un patrimonio che trova linfa nel crescente orientamento dei consumatori verso il chilometro zero: sono 12,1 milioni gli italiani che nel 2023 hanno scelto prodotti locali, con picchi per le donne (25,2%) e nel Mezzogiorno (29,8%).
Le imprese artigiane non operano da sole, ma sono parte integrante della più grande filiera produttiva italiana, quella agroalimentare, che coinvolge 204.789 imprese (97,6% micro e piccole) e genera 130,9 miliardi di euro di valore aggiunto. In questo ecosistema interconnesso, le imprese artigiane alimentari fanno qualità: il 36,3% delle imprese fornitrici nella filiera è in grado di condizionare la qualità del prodotto finale, segno di un ruolo attivo e non meramente esecutivo.
Cristiano Gaggion: “Formazione e innovazione per garantire il futuro del settore”
Il Presidente di Confartigianato Alimentazione, Cristiano Gaggion, sottolinea il ruolo fondamentale del settore: “Le imprese artigiane del comparto alimentare sono pilastri delle economie locali e della cultura italiana. Producono qualità, sostengono la coesione sociale, valorizzano i territori e rispondono alla crescente domanda di prodotti sostenibili. È un patrimonio da proteggere e rilanciare, soprattutto attraendo i giovani con politiche mirate alla formazione, all’avvio d’impresa, alla comunicazione del valore artigiano. Chiediamo strumenti concreti per accompagnare la transizione generazionale e sostenere l’innovazione nelle produzioni e nei modelli di business”.
Confartigianato propone quindi una strategia a più livelli per rafforzare il comparto:
• Campagne di promozione del Made in Italy, anche attraverso nuove filiere locali;
• Fondo per l’innovazione dedicato alla qualità e alla sostenibilità delle produzioni;
• Revisione della normativa nazionale per semplificare e valorizzare il lavoro artigiano attraverso queste proposte:
DDL “Pane” – Uniformare le regole sulla produzione e denominazione del pane fresco per tutelare artigiani e consumatori.
Consumo sul posto – Introdurre una normativa nazionale che permetta ai clienti di consumare nei locali di produzione, superando l’attuale frammentazione normativa.
Vendita in locali adiacenti alla produzione – Estendere la possibilità di vendita ai locali immediatamente prossimi alla sede produttiva.
Utilizzo dei dehors – Garantire anche alle imprese artigiane l’accesso a spazi esterni per l’accoglienza dei clienti, oggi riservati ai pubblici esercizi.
Chiarezza sui beni accessori – Riformulare la normativa per stabilire con criteri oggettivi la prevalenza dell’attività artigiana rispetto a quella commerciale.
Tradizione, innovazione e territorio al centro
Il comparto alimentare artigiano italiano è una storia di successo che guarda al futuro. Le imprese sono chiamate oggi ad affrontare sfide globali con strumenti locali, e per farlo devono essere sostenute da una visione strategica che sappia valorizzarne unicità, qualità e impatto territoriale.
Come afferma il Presidente Cristiano Gaggion: “L’artigianato alimentare non è un residuo del passato, ma un laboratorio vivo di futuro. È su queste imprese che si gioca una parte decisiva del rilancio dell’economia italiana”.
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