Granelli a ‘L’Aria che tira’ (La7): Per reagire ai dazi Usa, Europa e Italia rilancino competitività delle imprese
Il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, è intervenuto oggi sul tema dei dazi Usa durante la partecipazione al programma “L’aria che tira” su La7. Granelli ha evidenziato il peso dell’incertezza sulle tariffe doganali che verranno applicate ai diversi settori del made in Italy e ha sottolineato che le piccole imprese italiane sono al primo posto in Europa per il valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti, pari a 17,9 miliardi di euro.
Secondo Granelli, l’impatto dei dazi non sarebbe uniforme. Ha evidenziato che il 43% delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti è costituito da prodotti di alta gamma e di qualità superiore, difficili da sostituire. Inoltre ha citato l’esempio dei macchinari personalizzati, spesso frutto di anni di progettazione congiunta con i clienti americani, sottolineando come per questi ultimi sarebbe molto più costoso e complesso cercare un nuovo fornitore.
Il Presidente di Confartigianato ha poi lanciato un forte appello all’Unione Europea, chiedendo che “faccia veramente l’Europa” e ponga la competitività dei propri imprenditori al centro della sua azione, come un obiettivo primario. Tra i nodi irrisolti ha indicato l’eccessiva burocrazia, il peso del fisco, la difficoltà di accesso al credito. Soprattutto, ha evidenziato il divario energetico, ricordando che le imprese italiane pagano l’energia il 28% in più rispetto alla media europea. “Come facciamo a battere i concorrenti extra-europei con queste palle al piede?”, ha concluso Granelli. L’impegno del Governo italiano, ha aggiunto, deve essere quello di sostenere attivamente le imprese come “Sistema Paese”, anche attraverso la diversificazione dei mercati.
La sfida dei dazi statunitensi rischia di colpire anche un’eccellenza inaspettata del Made in Italy: quella dei tori meccanici. A lanciare l’allarme, nel corso di ‘L’aria che tira’ è stata Erika Tessarolo, imprenditrice bresciana a capo di M.Art Technology. Portavoce di Confartigianato Costruttori di Attrazioni, Tessarolo ha raccontato come la sua azienda, con il marchio ShowGames.com, sia diventata leader mondiale nella produzione di attrazioni meccaniche, con un successo clamoroso negli Stati Uniti.
Guarda le interviste di Granelli e Tessarolo a ‘L’aria che tira’ su La7
Erika Tessarolo ha mostrato il suo laboratorio a Manerba del Garda, nel Bresciano, dove “si parte dall’idea e dal sogno” per arrivare a costruire le famose “bull riding machine”. Ha sottolineato che ogni componente, dal prototipo al rivestimento, è rigorosamente Made in Italy. “Qui costruisco uno dei tori più grossi al mondo”, ha detto, evidenziando come la sua azienda sia in grado di realizzare prodotti di dimensioni e complessità uniche.
Il vero vantaggio competitivo, ha spiegato, risiede nella tecnologia proprietaria del pannello di controllo e nel movimento del toro, che “è così reale” da essere impossibile da replicare. Un’eccellenza che gli americani cercano solo in Italia, dimostrando la superiorità di un prodotto che è sintesi di artigianato e innovazione.
Il comparto dei costruttori di attrazioni, composto da circa 673 imprese, ha un export di 403 milioni di euro, di cui ben 66 milioni verso gli Stati Uniti. Per Tessarolo, imporre dei dazi su questi prodotti equivarrebbe a “tagliare completamente l’acqua” al settore.
Erika Tessarolo ha risposto in modo deciso alla proposta del Presidente Trump di spostare la produzione in America: “Io potrei fare i tori meccanici in America, ma ho scelto di farli in Italia perché qui trovo prodotti di alta qualità e gli artigiani che in America non ci sono”. La sua “eccellenza” e le sue “mani” sono il vero valore aggiunto che non possono essere replicati altrove, un chiaro segnale di come l’artigianato e il know-how italiano siano un’arma non negoziabile.
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