11 Febbraio 2020, h. 17:17

STUDI – Dal 2010 Italia -16% emissioni CO2 vs -8% UE. Ambiente migliora con contributo del 66,3% MPI con azioni di sostenibilità

L’analisi dei primi risultati della rilevazione multiscopo legata al nuovo Censimento permanente delle imprese pubblicati venerdì scorso dall’Istat evidenzia una marcata vocazione alla sostenibilità ambientale delle micro e piccole imprese: nel 2018 il 66,3% delle imprese italiane tra 3 e 50 addetti ha svolto azioni per ridurre l’impatto ambientale, equivalente ad oltre 669 mila MPI.

Gli interventi di sostenibilità ambientale – Si tratta di comportamenti delle imprese volti a ridurre gli impatti negativi sull’ambiente naturale derivante dalle loro attività. La nota dell’Istat ne indica alcuni “quali ad esempio il controllo e la riduzione dell’uso di energia, l’aumento dell’uso di energia da rinnovabili, il controllo per la riduzione dell’uso dell’acqua, il riciclo e il trattamento dei rifiuti, la riduzione dell’emissioni in atmosfera, il riutilizzo di materie prime seconde (proprie o di terzi, il riciclo di scarti con rigenerazione a ciclo chiuso, gli utilizzi condivisi, la progettazione di prodotti atti ad essere disassemblati alla fine della vita per recuperare componenti utili alla nuova produzione motori, carrozzerie, elettrodomestici, elettronica di consumo), il riuso di materiali di scarto per nuova produzione di altri beni o degli stessi – pneumatici, plastica, materiali ferrosi, legno, abiti, tessuti, residui agricoli – , la condivisione di beni e servizi con possesso temporaneo, singolo o plurimo: abitazione, trasporti, ospitalità, spazi di laboratori, uffici.”

Alcune differenze per settore – La sostenibilità ambientale, intesa come riduzione dell’impatto dell’attività dell’impresa sull’ambiente, viene perseguita maggiormente, e con diffusione simile (circa sette imprese su 10), nella manifattura e nelle costruzioni, mentre i settori dei servizi mostrano una diffusione meno ampia. Nel dettaglio la propensione più elevata alle azioni di sostenibilità si rileva nel comparto a maggiore impatto ambientale: nel settore Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento l’83,8% delle imprese è attivo con azioni che mirano a ridurre l’impatto sull’ambiente derivante dalla attività aziendale; secondo i dati Ispra le industrie energetiche, insieme alle emissioni fuggitive, sono il settore con la più elevata quota di emissioni di gas ad effetto serra (26,1% del totale nel 2016), seguite dal settore dei trasporti (24,4%) e dal settore civile  (17,5%). Il secondo comparto per presenza di imprese che intervengono con azioni per la sostenibilità è quello di Estrazione di minerali da cave e miniere, con il 79% delle imprese seguito, sempre con quote sopra alla media, dal settore Sanità e assistenza sociale, con il 73,1% delle imprese e dal settore Manifatturiero, con il 71,2% delle imprese.

Le emissioni di CO2: i settori e la migliore performance dell’Italia vs UE

La elevata propensione delle imprese manifatturiere agli interventi di sostenibilità ambientale, con un rilevante apporto delle micro e piccole imprese, associata agli investimenti per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, riducono notevolmente l’intensità di carbonio per valore aggiunto della manifattura che nell’ultimo anno rilevato (2018) scende del 3,4% e dal 2010 al 2018 si è ridotta di un terzo (-31,8%), al ritmo del 4,7% in meno all’anno, decisamente superiore al calo del 14,8% delle restanti attività non agricole. L’agricoltura, il settore con il più elevato rapporto tra emissioni di CO2 e valore aggiunto, segna una riduzione dell’intensità di carbonio che si limita al -1,5%.

Il confronto internazionale

L’Italia, seconda economia manifatturiera europea, beneficia della riduzione delle emissioni delle imprese produttrici di beni, dinamica concretizzata anche grazie all’apporto delle MPI esaminato in questo articolo, con un ottimo posizionamento nel confronto internazionale. L’analisi del set di dati di Eurostat sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) evidenzia per l’Italia un livello di emissioni per abitante inferiore del 18% alla media Ue a 27 e con 7,3 tonnellate di CO2 per abitante risulta dietro alla Germania (11,3 t/ab.) e Spagna (7,7 t/ab.) ed è in linea con la Francia (7,2 t/ab.). Tra il 2010 e il 2017 la nostra economia è quella che presenta la maggiore riduzione di emissioni pro capite, con un calo del 16,1%, un ritmo doppio del -8,2% della media Ue a 27. Il tasso di contenimento delle emissioni climalteranti è di gran lunga più intenso del -11,1% della Francia, del -4,2% della Germania e del -2,5% della Spagna.

 

 

Imprese che svolgono azioni per la sostenibilità ambientale per classe dimensionale

2019, imprese con 3 addetti ed oltre – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 

Intensità di emissioni CO2 per settore

2010-2018, tonnellate di CO2 per milione di euro di valore aggiunto a prezzi 2010, indice 2010=100 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


 

 

Livello e dinamica delle emissioni CO2 per abitante nei principali paesi UE

Livello 2017 e var. % cumulata tra 20120 e 2017 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

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