19 Novembre 2009, h. 00:00
A novembre frena l’Irpef, più soldi per le piccole imprese
A fine mese il fisco “batterà cassa” con l’acconto Irpef 2009, ma lo farà con mano leggera, lasciando nelle tasche degli artigiani e dei piccoli imprenditori, e in quelle degli altri soggetti tenuti al pagamento del tributo, una cifra pari a 3,8 miliardi di euro. A sorpresa, il Consiglio dei Ministri ha deciso di utilizzare le risorse che arriveranno dallo scudo fiscale per ridurre l’acconto Irpef di 20 punti percentuali, dal 99% attuale al 79%. Tecnicamente si tratta di un differimento di imposta: le somme saranno comunque dovute con il saldo a giugno e luglio 2010, ma nel frattempo imprenditori e liberi professionisti potranno contare su più liquidità per affrontare la crisi. L’iniziativa ha incassato il plauso di Confartigianato che da tempo lavorava per ottenere il risultato. “Registriamo un positivo cambiamento di rotta da parte del Governo – ha dichiarato il Presidente della Confederazione Giorgio Guerrini – rispetto al provvedimento dello scorso anno che aveva ridotto gli acconti d’imposta soltanto per le società di capitale, escludendo le piccole imprese”. Prosegue Guerrini: “Salutiamo positivamente il provvedimento e diamo atto al Governo di aver tenuto conto delle ragioni delle micro e piccole imprese”. Il Presidente di Confartigianato ha poi sottolineato come la Confederazione abbia sollecitato fino all’ultimo la misura: “Proprio questa mattina (ndr. 12 novembre, giorno del Consiglio dei Ministri) abbiamo ricordato la necessità di un intervento anche per i 3,3 milioni di imprese, tra ditte individuali e società di persone, soggette a Irpef”. All’entrata in Consiglio dei Ministri la sforbiciata sugli acconti Irpef era solo una delle tre misure previste per far tirare il fiato all’economia. Le altre due, di tenore analogo ma riservate alle imprese, prevedevano la riduzione degli acconti Ires e Irap. Nel CDM prima, e in un confronto serrato tra il Sottosegretario Gianni Letta il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti poi, è stato deciso di concentrare tutte le risorse disponibili sulle iniziative a favore delle persone fisiche, respingendo il pressing di chi auspicava un intervento corposo sull’Irap. Nello specifico, del provvedimento beneficeranno le micro e piccole imprese e il “popolo delle partite Iva” interessati al versamento dell’acconto Irpef (imprenditori individuali, liberi professionisti, soci di società di persone e collaboratori familiari, soci persone fisiche di società trasparenti e, in generale, persone fisiche titolari di redditi sul modello Unico). Esclusi i lavoratori dipendenti a meno che non facciano il 730 per dichiarare redditi aggiuntivi (collaborazioni o seconda casa, ad esempio). Tra gli altri soggetti che non potranno fruire del beneficio, infine, ci sono anche le società di capitale (dalle Srl alle Spa) che versano l’Ires, e tutto quel mondo produttivo che sperava nel taglio Irap. Ai contribuenti che hanno già effettuato il pagamento dell’acconto nella misura del 99% spetta un credito di imposta pari alla differenza pagata in eccesso, da utilizzare in compensazione con il modello F24. Per coloro che si sono avvalsi dell’assistenza fiscale, i sostituti d’imposta tratterranno l’acconto applicando la nuova percentuale del 79%.
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