Oggi a Roma l'Assemblea Nazionale di Confartigianato. Segui la diretta

Oggi, a partire dalle ore 10.30, si terrà a Roma l'Assemblea Nazionale di Confartigianato. L'evento avrà luogo presso l'Auditorium della Conciliazione che ospiterà i delegati del Sistema Confartigianato, assieme ai massimi esponenti del Governo, del Parlamento e delle istituzioni italiane. Saranno presenti anche rappresentanti delle forze economiche e sociali del Paese a sottolineare l'importanza dell'artigianato e delle micro e piccole imprese nel tessuto economico italiano. Segui la diretta streaming in questa pagina.
 
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Maggiore crescita Italia tra 2019 e 2023 poggia su MPI. Granelli: "Siamo motore del made in Italy'

 

L’analisi dei conti nazionali evidenzia che l’Italia registra la maggiore crescita del PIL rispetto ai livelli pre-pandemici tra le principali economie dell’Eurozona: nel terzo trimestre 2023 il PIL italiano supera del +3,3% il livello del quarto trimestre 2019, superiore al +2,1% della Spagna, al +1,8% della Francia e al +0,3% della Germania.

Questa maggiore resilienza dell’economia italiana tra pandemia, crisi energetica ed effetti dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente, poggia le basi sui punti di forza di un diffuso e performante sistema di micro e piccole imprese. In Italia, lo ricordiamo,  le micro e piccole imprese fino a 49 addetti concentrano il 62,0% degli addetti dell’economia privata non agricola, quota superiore di ben 13,4 punti percentuali rispetto alla media di 48,6% dell’Unione europea a 27.

L’analisi degli specifici punti di forza del sistema delle piccole imprese lo possiamo delineare analizzando i dati della rilevazione collegata al Censimento permanente delle imprese pubblicata questa settimana dall'Istat. Dall’analisi emerge con forza che qualità e le competenze del personale alla base della competitività delle imprese italiane. Nello specifico le piccole imprese, tra 10 e 49 addetti, fanno leva in primo luogo sulla qualità del prodotto o del servizio offerto, indicato come principale fattore competitivo dal 73,2% delle unità, e sulla professionalità e competenza del personale, indicato nel 47,7% dei casi. Questi due fattori competitivi sono diffusi in modo omogeneo nelle diverse classi dimensionali d’impresa.

Seguono il prezzo di vendita (indicato dal 33,4% delle piccole imprese), la flessibilità nella produzione di beni e fornitura di servizi (18,7%) e una offerta diversificata di beni e/o servizi (17,5%). Inoltre, poco meno di una piccola impresa su dieci indica come fattore competitivo la localizzazione dell'impresa (9,4%) e i processi di innovazione derivanti dall’introduzione di beni e/o servizi nuovi o migliorati (9,1%), mentre è meno diffusa l'estensione della rete distributiva (4,2%).

In relazione alle accentuazioni settoriali, si osservano valori più elevati nella manifattura per la qualità del prodotto (79,8%, 6,6 punti sopra alla media) e la flessibilità produttiva (31,5%, 12,8 punti sopra alla media), nelle costruzioni per le competenze professionali (59,1%, 11,2 punti sopra alla media), nel commercio per il prezzo (41,2%, 7,9 punti sopra alla media) e la diversificazione della gamma offerta (23,2%, 5,1 punti sopra alla media).

“Ancora una volta – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - abbiamo la conferma che le piccole imprese sono il ‘motore’ del made in Italy che però va alimentato con il carburante della fiducia. Dobbiamo quindi ripartire dagli artigiani e dalle piccole imprese diffuse di territorio. Va riconosciuto e concretamente sostenuto questo loro ruolo con politiche economiche capaci di valorizzarne la qualità, l’innovazione, la capacità competitiva e di eliminare i tanti ostacoli che intralciano il cammino degli imprenditori”.

 

 
Punti di forza della capacità competitiva delle piccole imprese
anno 2022. valori percentuali, imprese 10-49 addetti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat


Investimenti dei Comuni +26,5% nel 2023. Granelli: 'Attuazione del PNRR decisiva per crescita e transizioni green e digitale'

In un contesto caratterizzato da una frenata del commercio internazionale e dal prolungamento della stretta monetaria, i contenuti margini di manovra politica di bilancio, su cui nei giorni scorsi è intervenuta Confartigianato, affidano il sostegno dell’economia agli investimenti pubblici finanziati nel PNRR, che nel 2023 tornano  a crescere, con una maggiore accentuazione nei Comuni.

Le incertezze della congiuntura - Nei primi otto mesi del 2023 l’indice del volume del commercio internazionale scende dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul rallentamento in corso pesano le incertezze conseguenti al prolungamento della guerra in Ucraina, lo scoppio del conflitto in Medio Oriente, la recessione tedesca, la frenata dell’economia cinese e le politiche economiche deflazionistiche. Si delinea un rischio geopolitico per i tre quarti delle forniture di energia. Mentre scende l’inflazione, frenano crescita e produzione delle imprese, la cui creazione di valore è erosa dagli effetti della stretta monetaria e dalla divariazione del costo dell’energia. In controtendenza, si consolida la domanda di lavoro, con un aumento di oltre mezzo milione di occupati negli ultimi dodici mesi. Il calo degli investimenti e la difficoltà di reperimento del personale ostacolano i processi di transizione digitale e green. Dopo la battuta di arresto dei processi di crescita nel secondo trimestre del 2023, nel terzo trimestre dell’anno il PIL in Italia segna ‘crescita zero’; nel confronto internazionale si registra un debole spunto positivo (+0,1%) in Eurozona e Francia, mentre il segnale rimane negativo (-0,1%) in Germania.

Il sostegno del PNRR - In questa complessa fase congiunturale, il sostegno anticiclico dell’economia viene affidato all’attuazione del PNRR. Secondo la valutazione dell’impatto macroeconomico del PNRR contenuta nel DEF 2023, si registra una progressione della maggiore crescita rispetto allo scenario base che parte da 0,1 punti nel 2021, passa a 0,2 punti nel 2022, 1,0 punti di PIL nel 2023, 1,8 punti nel 2024, 2,7 punti di PIL nel 2025 per arrivare a 3,4 punti nel 2026, Lo stimolo agli investimenti è senza precedenti: tale componente della domanda aggregata nel 2026 cumula una maggiore crescita del 12,4%. Sulla base di questo andamento, l’Ufficio parlamentare di bilancio indica che la quota degli investimenti in volume in rapporto al PIL sale “ad un valore mai raggiunto dalla metà degli anni settanta.”

Per il Presidente di Confartigianato Marco Granelli "la piena attuazione dei programmi del PNRR, con una forte semplificazione delle procedure e il potenziamento della capacità amministrativa della Pa, rappresenta una delle condizioni fondamentali per riagganciare la ripresa e ritrovare la strada dello sviluppo economico e sociale"

Sulle previsioni di crescita persistono i rischi connessi a ritardi e un sottoutilizzo da parte dell’Italia dei fondi europei del programma NextGenerationEU (NGEU), mentre la concentrazione degli interventi del PNRR nei due anni finali del programma potrebbe alimentare strozzature nell’offerta.

Tornano a crescere gli investimenti pubblici, traina la spesa dei Comuni – Dopo la flessione del 2022, nel 2023 gli investimenti pubblici sono previsti in salita del 12,3% e, secondo il quadro tendenziale contenuto nella Nota di aggiornamento al DEF 2023, arriveranno quest’anno al 2,9% del PIL per salire al 3,2% nel 2024 fino al massimo del 3,4% del PIL nel 2025, contribuendo al sostegno della domanda aggregata.

In relazione alla ritorno alla crescita degli investimenti pubblici, le Amministrazioni locali stanno facendo la loro parte: nei primi nove mesi del 2023 i pagamenti per investimenti dei Comuni registrano un aumento tendenziale del 26,5%.

 
Impatto del PNRR sulla crescita degli investimenti
2021-2026, scostamenti percentuali rispetto allo scenario base - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Mef

 
Spesa investimenti pubblici
2000-2026, investimenti PA tendenziale, % PIL - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Mef