Italia 1a economia del mare in Ue. Granelli: Mpi protagoniste con 2,5 mln imprese e 5,9 mln addetti
Nelle 66 province costiere - affacciate sul mare o con almeno la metà della popolazione residente entro 50 km dalla costa - che rappresentano l’economia italiana del mare sono attive 2.467.076 micro e piccole imprese (MPI) con 5.898.822 addetti, pari a oltre la metà (54,3%) degli addetti nazionali delle MPI. Le MPI concentrano il 70,7% degli addetti delle imprese delle province costiere, una quota nettamente superiore al 63,4% della media nazionale. Il profilo dell’economia del mare è tratteggiato nell’ultimo Rapporto annuale di Confartigianato. Qui i key data del Rapporto.
In particolare, nelle aree costiere si contano 526.846 le imprese artigiane con 1.238.045 addetti, pari alla metà (48,7%) degli addetti dell’artigianato italiano ed al 14,8% degli addetti nazionali. Per quanto riguarda il turismo, nelle province costiere si concentra il 61,2% delle presenze turistiche totali e il 50,7% di quelle straniere ed in particolare le località marine interessano il 27,1% delle presenze, dietro solo a quelle delle città d'arte (27,6%). In termini di offerta, nei territori costieri si concentra il 57,3% dell'artigianato interessato dalla domanda turistica che offre prodotti e servizi di qualità e contribuisce al trasporto dei turisti.
Nel confronto internazionale l’Italia è al primo posto in Ue a 27 per PIL generato nelle province costiere, pari a 906,8 miliardi di euro e alla metà (50,6%) del PIL nazionale, quota superiore rispetto al 36,6% della media Ue. Il valore dell’economia italiana del mare supera i 786,2 miliardi di euro della Francia (32,3% del PIL), i 713,2 miliardi della Spagna (57,4% del PIL) e i 458,8 miliardi dei Paesi Bassi (56,6% del PIL). L’Italia rappresenta il 12,8% del PIL dell’Ue, ma la quota sale al 17,7% per il PIL dell’economia del mare definita dalle aree costiere.
“Senza artigiani e Mpi – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - non esisterebbe l’’economia del mare’ e l’Italia non sarebbe al top tra le mete turistiche più apprezzate a livello internazionale. E’ indispensabile valorizzare questa nostra peculiarità negli interventi di politica economica. In particolare, per quanto riguarda il turismo, va sostenuto il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività dei territori italiani”. “L’artigianato – aggiunge Granelli - rappresenta un player di primo piano nell’economia del mare e delle aree costiere, soprattutto nella fornitura di servizi e prodotti (stabilimenti balneari, alimentare e ristorazione, compagnie di trasporto turistico via terra e via mare), ma anche nella produzione di imbarcazioni e accessori, di attrezzatura e abbigliamento tecnico e sportivo. Decisivo è anche il contributo degli artigiani e delle Mpi nell'assicurare la mobilità di merci e persone, con un ruolo fondamentale nell'organizzazione logistica di questa filiera integrata nei porti italiani. Inoltre cittadini e turisti possono fruire di servizi flessibili e ad alta specializzazione offerti dagli operatori artigiani impegnati nel trasporto con imbarcazioni da diporto, motoscafi, bus, taxi e noleggio con conducente”.
La metà (50,7%) del valore aggiunto nazionale è generato dall’economia del mare, la quale ha registrato una maggiore resilienza nella pandemia: tra il 2019 e il 2021, la flessione del valore aggiunto delle province costiere risulta dimezzato rispetto a quello delle restanti province.
Il carattere peninsulare dell’Italia attribuisce un ruolo dominante al Mezzogiorno nell’economia del mare: nel Sud e Isole, infatti, si concentra il 43,0% del PIL dei territori costieri, davanti al 31,5% del Centro, al 20,0% del Nord-Est e al 5,5% del Nord-Ovest e nel Mezzogiorno i territori costieri determinano la quasi totalità (97,6%) del PIL della ripartizione, a fronte di 73,4% del Centro, 43,7% del Nord-Est e 8,5% del Nord-Ovest.
Nei territori costieri si realizza il 34,0% dell’export manifatturiero, pari a 167,4 miliardi di euro, una quota che sale 41,9% per l’export verso l’area del mediterraneo. In particolare la quota tocca il 94,3% per l’export di navi e imbarcazioni, ambito che conta circa 3mila imprese artigiane specializzate in attività cantieristiche e riparazione e manutenzione di navi e imbarcazioni che rappresentano l’88,8% dell’artigianato italiano della nautica, evidenze emerse in un nostro approfondimento in occasione di Seafuture, la fiera internazionale della blue economy e dell’innovazione tecnologica legata al settore difesa svoltasi ad inizio giugno 2023 a La Spezia.
Uno degli asset dell’economia del mare è rappresentato dall'attività portuale, con l’apporto del sistema delle imprese del trasporto merci e della logistica. Prendendo a riferimento i 40 porti principali - ognuno con oltre un milione di tonnellate di merci movimentate in imbarco e sbarco e che insieme concentrano il 96,8% del trasporto marittimo merci nazionale - la regione con maggiore attività è la Sicilia con il 16,8% del movimento merci nel 2021, seguita dalla Liguria con il 14,9%, dal Friuli-Venezia Giulia con il 13,1% e dalla Sardegna con il 10,3%: queste prime quattro regioni insieme concentrano oltre la metà (55,0%) del movimento merci dei porti italiani.
PIL delle aree costiere in 22 paesi Ue
Anno 2019. Milioni di euro. Sono esclusi: Austria, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Trasporto marittimo merci nei principali porti per regione
Anno 2021, % tonnellate di merce imbarcata e sbarcata nei primi 40 porti - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Tra Passione e Eccellenza: Confartigianato celebra il Made in Italy con Moda sotto le Stelle
La 37ª Edizione di "Moda sotto le Stelle" si è svolta il 2 agosto nella suggestiva Piazza del Popolo di Ascoli Piceno, Italia. L'evento è stato organizzato da Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli Piceno – Fermo e ha celebrato l'artigianato italiano come passione tramandata di generazione in generazione. La serata è stata condotta da Marco Moscatelli e Matilde Brandi, con la partecipazione di personalità della moda, del giornalismo e del lusso. Oltre 40 brand hanno presentato splendidi abiti rappresentativi del made in Italy di qualità. "Moda sotto le Stelle" si dedica a promuovere l'artigianalità autentica nella moda italiana, onorando le tradizioni e le abilità artigianali dell'Italia nel mondo della moda.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, la vicepresidente di Confartigianato Macerata – Ascoli Piceno – Fermo, Natascia Troli, si è detta “onorata e orgogliosa di essere riuscita anche quest’anno a organizzare con il contributo di enti pubblici e privati, imprese, sponsor e della struttura Confartigianato l’evento che per i nostri artigiani rappresenta una vetrina di indiscusso livello per visibilità e prestigio”.
Il Sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, ha sottolineato il valore intrinseco dell’artigianalità, “un elemento che non è possibile delocalizzare e che caratterizza il tessuto imprenditoriale locale: l’annuale sfilata, cresciuta sempre più ogni anno grazie alle sinergie poste in campo, è inserita tra i maggiori eventi della città ed è in linea con le politiche dell’amministrazione comunale, tese alla valorizzazione delle peculiarità locali, storiche e artistiche. La rassegna ha il pregio di coinvolgere e intercettare attivamente anche i flussi turistici che si riversano su Ascoli Piceno”.
Gino Sabatini, Presidente della Camera di Commercio delle Marche, ha esaltato l’aspetto imprenditoriale del settore Moda, il total look, che è dietro a ogni creazione artigiana, “dallo sforzo organizzativo di Confartigianato MC-AP-FM al backstage che lavora per presentare al meglio le creazioni in passerella in cui il bello e il ben fatto ricevono l’ammirazione del numeroso pubblico presente”.
Dal Presidente del Bim Tronto, Luigi Contisciani, “un plauso allo sforzo profuso nel coinvolgere e dare ampio risalto alle giovani maestranze, senza dimenticare la dimensione ormai nazionale che l’evento ormai inizia ad assumere”.
L’assessore agli eventi del Comune di Ascoli Piceno, Monia Vallesi, ha ringraziato la struttura organizzativa di Confartigianato e del settore Moda ed Export, ponendo l’accento sull’importanza che “un evento di così grande portata può rappresentare per un’impresa o per un giovane talento emergente, un’occasione, a volte unica, in cui dare il meglio di sé, da cogliere senza timori”.
Giorgio Menichelli, segretario generale della Confartigianato MC-AP-FM ha evidenziato “la continuità con la quale gli attuali dirigenti, ma anche i precedenti presidenti (Moreno Bruni) e organizzatori (Gruppo Sarti Piceni) hanno portato avanti per 37 anni un evento sempre più grande e atteso: esserci sempre, questo costruisce l’affidabilità che le imprese che rappresentiamo chiedono. Preoccupa il calo demografico che si registra da otto anni (20.000 abitanti persi nell’area dell’intero cratere sismico), ma organizzare eventi proprio qui è una responsabilità, perché si dà valore al territorio. Speriamo che il territorio possa assorbire il flusso turistico che si muove intorno all’evento, un luogo anche di racconto, di storytelling narrato dal pubblico e dai partecipanti.”
Il responsabile del settore Moda Export e Internazionalizzazione, Paolo Capponi, ha elencato i numeri che rendono grande la Rassegna di Moda di quest’anno: “Oltre 40 imprese protagoniste tra sartorie, orafi, imprese della confezione, accessori, pelletteria e giovani emergenti; almeno 12 imprenditori partecipanti hanno meno di trenta anni di età e sono già lanciati sui mercati esteri; un backstage ricco e articolato ha sostenuto il lavoro della regista Chiara Nadenich, coordinato da Michael Mazzacane. L’edizione appena conclusa ha visto la presenza di alcune firme del giornalismo specializzato nel settore moda nazionale e internazionale e di Gigliola Maule, presidente di Camera Show Room di Milano che insieme con altri rappresentanti degli show room milanesi hanno arricchito il parterre in Piazza.”
Con caro-tassi prestiti a Mpi calano dell’8,2%. Serve riforma Fondo centrale Garanzia
Prosegue il rialzo dei tassi interesse da parte della Banca centrale europea, con effetti sull’economia e sui bilanci aziendali che si fanno sempre più evidenti. A fronte di un’inflazione che a luglio 2023, pur mostrando una decelerazione, si colloca al 5,3% in Eurozona e rimane lontana dal target del 2%, lo scorso 27 luglio il Consiglio Direttivo della Bce ha rialzato ancora i tassi di 25 punti base. Nella prossima seduta del prossimo 14 settembre potrebbe esservi una pausa temporanea, o un ulteriore aumento. Da luglio dello scorso anno i tassi ufficiali sono stati rialzati nove volte, per complessivi 425 punti base.
In parallelo alla normalizzazione della politica monetaria si sta registrando un raffreddamento della congiuntura. Secondo le ultime stime di Eurostat, nel secondo trimestre del 2023 il PIL dell’Italia scende dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre in Eurozona sale dello 0,3%; su base annua il PIL in Italia sale dello 0,6%, in linea con la media dell’Eurozona. Nel secondo trimestre dell’anno, si rileva ‘crescita zero’ per la Germania, dopo due trimestri consecutivi in negativo (recessione tecnica). Sul calo in Italia pesa il contributo negativo della domanda interna. Con la perdita del potere di acquisto delle famiglie, nei primi cinque mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio scende del 3,7% su base annua.
Con la minore domanda e l’aumento del costo del credito – quest’ultimo a seguito dei rialzi incorporati fino a maggio impatta sui costi delle MPI per 6,7 miliardi di euro - si associa una riduzione dei prestiti alle imprese.
Il trend dei prestiti – A giugno 2023 i prestiti alle società non finanziarie diminuiscono del 2,9%, in controtendenza rispetto al trend in Eurozona (+3,0%). Secondo gli ultimi dati sulla dinamica del credito per dimensione d’impresa - corretta soprattutto per le cartolarizzazioni – contenuti nel report dell’Ufficio Studi sul mercato del credito, a maggio 2023 i prestiti alle piccole imprese fino a 20 addetti scendono dell’8,2% (era -4,4% a marzo), flessione più marcata del -4,2% (era -1,3% a marzo) del totale delle imprese.
A livello territoriale, i dati sono riportati nell’Appendice statistica al report, l’analisi degli ultimi dati a marzo 2023, evidenzia una diminuzione diffusa dei prestiti alle piccole imprese. Tra le principali regioni si rilevano flessioni meno accentuate in Sardegna con il -0,2% (vs. +1,3% totale imprese), Calabria con il -1,5% (vs. +0,7% totale imprese), Puglia con il -2,0% (vs. +0,6% totale imprese) e Campania con il -2,1% (vs. +1,8% totale imprese). All’opposto flessioni più marcate per Provincia Autonoma di Trento con il -6,8%, Veneto con il -6,7%, Friuli-Venezia Giulia con il -6,6%, Emilia-Romagna con -5,9% e Liguria con -5,8%. Solo in Lazio, Liguria e Provincia Autonoma di Trento la performance dei prestiti alle piccole imprese, seppur negativa, risulta migliore di quella del totale imprese.
Per avere alcune indicazioni sulla dinamica del credito all’artigianato è possibile considerare la dinamica dello stock dei prestiti al segmento delle ‘Quasi società artigiane’ – nella classificazione di Banca d’Italia si tratta di ditte individuali, società di fatto e semplici con almeno 6 addetti e società di persone – che rappresentano circa la metà (53,5% nel 2019) dei prestiti all’artigianato. Tali prestiti registrano ad aprile 2023 una flessione del 9,5% (era -6,1% un anno prima).
Le valutazioni qualitative dell'indagine sul credito bancario evidenziano che tra i fattori che influiscono sulla tendenza dei prestiti registrano una accentuazione sia il calo della domanda degli investimenti che il rialzato livello dei tassi di interesse. Ad aprile 2023 emerge un ulteriore irrigidimento delle condizioni dell’offerta di prestiti alle imprese. La percentuale netta di imprese che riportano difficoltà di accesso al credito nel secondo trimestre 2023 rimane elevata.
“La stretta monetaria – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli - rischia di condizionare le prospettive delle nostre imprese. Basti dire che, nell’ultimo anno, le micro e piccole imprese hanno subito un aumento di 6,7 miliardi del costo del credito. I nostri dati mostrano anche un crollo nell’accesso ai finanziamenti bancari da parte delle Mpi. Diminuiscono molto la richiesta di credito a medio-lungo periodo e la spesa per investimenti. Segno che gli imprenditori sono prudenti e in attesa di certezze. Per quanto riguarda il credito di piccolo importo, le banche tendono sempre più a spostare la domanda delle imprese verso le finanziarie del credito al consumo, con aggravio significativo dei costi per interesse. Altro fenomeno da tenere sotto controllo è il trend dei tempi di pagamento tra imprese che dà segnali di rialzo ed è sintomo di possibile ulteriore aumento della pressione sul fronte dell’accesso al credito. La situazione va affrontata con una riforma del Fondo centrale di garanzia che deve sapersi adeguare strutturalmente alle mutate condizioni di mercato, cessando di operare ‘in emergenza’ e recuperando la necessaria efficace allocazione delle risorse pubbliche a sostegno delle imprese che incontrano maggiori difficoltà nel rapporto con il canale bancario. Se lo Stato deve impegnare ingenti risorse per garantire un’alta percentuale di garanzia, nell’ordine dell’80-90 per cento, allora diventa ineludibile una adeguata policy pubblica, che Confartigianato sollecita da tempo, a supporto delle micro e piccole imprese. Per superare le strettoie del credito ordinario, serve un mix di strumenti di incentivazione e di credito agevolato, ispirato ad un’efficace azione di programmazione delle politiche di sostegno all’impresa diffusa”.
In chiave provinciale, considerando i prestiti al totale imprese, si osserva che in 15 province rappresentative del 28,7% dei prestiti totali alle imprese lo stock del credito sale su base annua, in 32 province, rappresentative del 18,5% dei prestiti, il credito scende meno della media nazionale, mentre in 60 province, in cui si addensa più della metà (52,8%) dei prestiti, il credito scende con una intensità superiore a quella media nazionale.
Dinamica dei prestiti bancari per regione: piccole imprese e totale imprese
marzo 2023. Variazioni % tendenziali corrette - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia
Dinamica prestiti artigianato
Giugno 2012- aprile 2023. Variazioni % tendenziali non corrette, quasi società artigiane - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Capitale della Cultura, Confartigianato Imprese Bergamo e Brescia insieme in una serie di iniziative per promuovere la cultura artigiana
Bergamo e Brescia, da sempre province affini e caratterizzate da una sana competizione si trovano unite, all’interno degli eventi legati alla Capitale della Cultura, per celebrare le eccellenze e i valori dell’artigianato. Sono tante, infatti, le iniziative che le due organizzazioni territoriali di Confartigianato delle province di Bergamo e Brescia hanno già realizzato insieme, e diversi sono anche gli appuntamenti per i prossimi mesi.
Per il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Giacinto Giambellini «il “gemellaggio” di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, visto sotto la lente delle imprese artigiane, è un’occasione irrinunciabile per mettere in risalto il contributo visibile e determinante che l’artigianato sta portando allo sviluppo economico e produttivo dei nostri due territori, valorizzandone le eccellenze, il “saper fare”, il concetto di “pezzo unico” fatto a mano, fino all’orgoglio del Made in Italy. Senza dimenticare il ruolo di forte tenuta sociale (e, nondimeno, occupazionale) che hanno saputo ricoprire: lo abbiamo visto nel periodo buio della pandemia, in modo evidente, quando gli artigiani hanno fatto da “collante” per la tenuta delle nostre famiglie, dei nostri paesi, e lo stiamo vedendo anche adesso. L’artigianato bergamasco e bresciano è quindi portatore di valori “alti” che abbiamo il dovere di tramandare alle future generazioni, come l’amore per la propria terra e la capacità di avere una visione di futuro, fatto di crescita e sviluppo sostenibile. Perché nelle nostre imprese c’è sia esperienza antica, grazie a radici ben piantate per terra, ma anche ricerca e innovazione. Noi stiamo lavorando affinché, accanto alle iniziative e agli eventi, nell’anno della “Capitale” emerga proprio questo spirito».
Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «La designazione delle due città lombarde riflette la volontà di unire comunità e territori fra i più tragicamente colpiti dalla fase acuta della pandemia e l’occasione di essere insieme Capitale della Cultura si sta dimostrando in concreto esperienza di speranza e di rilancio, che pone la cultura, in tutte le forme e declinazioni, al centro di un grande progetto sociale, imprenditoriale e di territorio. Già i nostri territori hanno un’enorme attrattività turistica – come dimostrato dalla crescita del turismo – che può e deve essere ulteriormente esaltata, anche grazie alla presenza di un artigianato che è eccellenza tutta bresciana e bergamasca e che racconta le tradizioni, il tessuto sociale e culturale e delle sue comunità, essenza vincente del made in Italy e del made in Brescia in particolare. Dobbiamo solo crederci un po’ di più e fare assolutamente maggiore rete sul territorio con tutti gli attori presenti, così come abbiamo fatto tra Confartigianato Bergamo e Brescia, nell’anno straordinario che ci vede Capitale della Cultura».
Tra le iniziative ricordiamo innanzitutto la seconda edizione della «Giornata del valore artigiano» di Confartigianato nazionale, tenutasi il 19 marzo in occasione della festa di San Giuseppe Artigiano che, in collegamento via web con tutti i territori delle Confartigianato d’Italia, ha dato una valenza ancora più forte al ruolo delle due Capitali Italiane della Cultura. Sono stati tanti gli ospiti e i collegamenti della mattinata, aperta dal presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, con al centro l’intervento del sociologo e docente dell’Università Cattolica di Milano Mauro Magatti. Confartigianato Bergamo era in collegamento in diretta dall’ex Monastero di Astino da dove sono intervenuti il presidente Giacinto Giambellini e il segretario generale nazionale Vincenzo Mamoli. In collegamento da Brescia era invece presente il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti ed il giornalista Rai Federico Quaranta, conduttore di Linea Verde Start, la trasmissione realizzata in collaborazione con Confartigianato.
E proprio “Linea Verde Start” ha dedicato una puntata a Bergamo e Brescia, trasmessa lo scorso 1° aprile su Rai 1, con l’obiettivo di far conoscere la storia, la cultura e le eccellenze artigiane delle due città capitali. La troupe della trasmissione ha fatto tappa a Bergamo con una visita all’Accademia Carrara, la principale pinacoteca del territorio, che ha rappresentato un vero e proprio luogo di ispirazione per la creazione delle opere d’arte dei maestri orafi di Confartigianato Bergamo, impegnati nel corso sulla modellazione della cera dura. Le telecamere hanno ripreso anche i luoghi più belli di Città Alta, dove Federico Quaranta ha incontrato il presidente Giambellini, per poi visitare le imprese artigiane d’eccellenza. Dopo le riprese bergamasche, le telecamere si sono trasferite a Brescia, per incontrare il presidente Massetti, riprendere le bellezze della “leonessa” e conoscere le sue imprese artigiane eccellenti.
Anche la trasmissione Tg Economy su Telelombardia ha dato spazio alle due Confartigianato di Bergamo e Brescia nella puntata in onda lo scorso 14 marzo, che ha voluto ripartire dalla cultura e dalla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale di cui il mondo dell’artigianato è protagonista assoluto, contando l’88% delle aziende che si occupano di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali.
Altro evento importante è il “gemellaggio” tra ANAP Bergamo e ANAP Brescia, l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati delle due Confartigianato che hanno visto un primo appuntamento il 19 aprile con una delegazione di una cinquantina di soci di ANAP Brescia, guidata dal suo presidente Remo Caldera, venuta in visita a Bergamo. Una visita che sarà ricambiata a settembre da ANAP Bergamo guidata da Cecilio Testa che sarà ospite dei “cugini” bresciani, con un’altra giornata all’insegna dell’arte, della cultura e della gastronomia del territorio.
Un momento di condivisione è stato anche il tradizionale viaggio aggregativo svoltosi a luglio a Scicli in Sicilia, che ha accolto una delegazione di imprenditori di Confartigianato Brescia guidata dal presidente Massetti. Insieme bergamaschi e bresciani si sono relazionati sui temi della cultura e sono stati accolti dal presidente regionale di Confartigianato Sicilia e di Confartigianato Siracusa Daniele La Porta.
Fil rouge che unisce le due province sarà poi la ciclovia della cultura, un percorso ciclo-pedonale che collega le due province e che consentirà di apprezzare le bellezze dei territori, i luoghi e i monumenti che si snodano lungo i suoi 75 chilometri. In vista di quest’importante opera, Confartigianato Bergamo ha collaborato con Confartigianato Brescia per la realizzazione di una guida intitolata “Ciclovia della Cultura fra saperi e sapori", che vuole essere un percorso tra i saperi, la bellezza e il gusto che accomunano e uniscono i territori delle due capitali, dove viene dato anche il giusto risalto alle imprese d’eccellenza che qui hanno sede e che sarà presentata a fine anno.
Altri eventi o occasioni di iniziative comuni si avranno poi in autunno quando il Movimento Giovani imprenditori e il Movimento Donne Imprenditrici delle due Confartigianato avranno occasione di incontrarsi a Librixia – Fiera del Libro 2023, l’annuale manifestazione libraria, organizzata da Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale attraverso il proprio Circolo culturale AnCos e dal Comune di Brescia, in eventi a loro dedicati e proposti all’intera popolazione.
«Sono convinto che le ricadute positive di tutto quello che stiamo costruendo insieme in occasione di questo evento, continueranno anche per gli anni a venire, a vantaggio delle imprese e dei territori nelle nostre provincie. Solo creando sinergie, infatti, possiamo andare molto lontano» conclude il presidente Giambellini.
La bolletta scende a 5,2% PIL. Granelli: “Rimane esigenza di riforma oneri generali sistema”
A maggio 2023 le importazioni di energia - carbone, petrolio greggio e raffinato, gas ed energia elettrica - scendono a 6,4 miliardi di euro. Su base annua le dimensioni dell'import di energia rimangono rilevanti, assommando 127,6 miliardi di euro, il 33,6% in più di un anno prima. Sulla variazione del valore annuo si combina il calo dell'1,8% dei volumi importati e l'aumento del 36,0% dei prezzi di acquisto espressi dai valori medi unitari, che comunque a maggio segnano una flessione del 37,7% rispetto quelli di maggio 2022.
Anche la bolletta energetica si ridimensiona: a maggio 2023 è di 4,8 miliardi di euro, in calo del 41,7% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, toccando un livello che non si riscontrava da settembre 2021. Il saldo import-export annualizzato a maggio 2023 rimane ampio, pari a 100,6 miliardi di euro, superiore del 34,7% rispetto ad un anno prima, in discesa dal massimo di 111,4 miliardi di gennaio 2023. In rapporto al PIL, a maggio 2023 la bolletta è scesa al 5,2%, inferiore al massimo del 5,8% di fine 2022, seppur rimanendo ancora distante dai minimi di inizio 2021 (1,3%). Nello scenario base delineato nell’ultimo Bollettino economico della Banca d’Italia, nel corso dell’anno si osserverebbe una riduzione del deficit energetico di 2,2 punti di PIL.
Secondo il Presidente di Confartigianato Marco Granelli “nonostante il calo della bolletta energetica, rimane alta l’attenzione sui costi sostenuti dalle micro e piccole imprese. Ribadiamo l’urgenza di una riforma strutturale del finanziamento degli oneri generali del sistema elettrico che li rimuova dalle bollette elettriche per evitare che il finanziamento delle energie rinnovabili - e adesso dell’autoconsumo - ricada sulle piccole imprese”.
La determinante del gas naturale – Nel 2022 l’import di gas rappresentava il 29,7% degli acquisti di energia, mentre ha determinato oltre la metà (59,2%) dell’aumento della bolletta negli ultimi dodici mesi. Nell’ultimo anno l’aumento del 57,8% dell’import di gas naturale è trainato dal più che raddoppiato (+149,3%) valore dell’import di GNL, a fronte dell’aumento del 42,4% della commodity in stato gassoso.
I prezzi all'importazione - Il sentiero di rientro del deficit energetico è tracciato dalla riduzione dei prezzi dei beni energetici importati, dopo i massimi toccati nel corso del 2022. A maggio 2023 in Italia i prezzi delle importazioni di energia scendono del 39,6% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-34,3%). Nel dettaglio il prezzo del gas importato scende del 60,5% mentre quello del petrolio greggio cala del 24,1%. Si conferma per l'Italia una minore severità della crisi energetica sul fronte dei costi di acquisto dall’estero: nella media degli ultimi dodici mesi a maggio 2023 i prezzi dei beni energetici importati sono del 57,3% superiori alla media del 2021, un divario che sale all'80,6% nell'Eurozona, per arrivare all’82,6% in Francia e al 95,2% in Germania.
Come cambia la geopolitica dell’import di energia nel 2023 – Nel primo quadrimestre del 2023 l'Algeria si conferma il primo fornitore di energia dell’Italia con una quota del 15,7%, 7,3 punti in più dell'8,4% del corrispondente quadrimestre del 2022. Seguono l'Azerbaijan con una quota del 13,8%, la Libia con il 6,9%, gli Stati Uniti con il 6,4%, l'Arabia Saudita con il 5,4%, la Norvegia con il 5,3%, l'Iraq con il 4,6%, il Kazakhstan con il 4,5% e la Francia con il 4,0%, mentre scende al decimo posto la Federazione Russa, paese che era al primo posto nel corrispondente periodo del 2022. Nei primi quattro mesi del 2023, sempre in valore, abbiamo importato più elettricità dalla Francia (1.091 milioni di euro) che gas e petrolio dalla Russia (1.087 milioni di euro).
Saldo import-export di energia
Gennaio 2019-marzo 2023, % PIL, annualizzato (ultimi dodici mesi) - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Quote dei primi venti paesi fornitori di energia dell’Italia
Gennaio-aprile 2023 e 2022, % su totale valore import energia - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat