Trend della congiuntura: frena la manifattura, in controtendenza 11 settori con alta presenza di MPI
Gli ultimi dati congiunturali evidenziano un indebolimento dell’attività manifatturiera, appesantita dalla flessione dei settori più esposti i costi energetici, a cui si associa una frenata delle esportazioni, mentre la stretta monetaria fa salire il costo del credito e riduce l’erogazione dei prestiti. Prosegue la crescita dell'occupazione e quella del turismo mentre, almeno nel primo quarto dell’anno, tengono gli investimenti. Si delinea una riduzione dei prezzi dell’energia, che riducono la bolletta energetica, ma le ultime previsioni di Banca d’Italia indicano per il triennio 2023-2025 un prezzo del gas europeo che rimane su livelli strutturalmente più elevati rispetto a quelli precedenti il 2021. Una dettagliata analisi delle ultime tendenze della congiuntura è proposta nel 25° report di Confartigianato ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese'.
Ad aprile 2023 si registra, per il quarto mese consecutivo, una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione manifatturiera. Nel periodo febbraio-aprile il livello della produzione manifatturiera diminuisce dell’1,6% rispetto ai tre mesi precedenti e il quadro è negativo anche su base annuale: nei primi quattro mesi del 2023 flette del 2,0%, risultati determinato da una flessione del 6,0% dei settori energivori a fronte della tenuta (+0,2%) dei restanti settori.
I settori di MPI dove la produzione cresce e più che in Europa - Se espandiamo il dettaglio ai 187 comparti a 4 digit della classificazione settoriale internazionale (Nace2) si individuano 33 settori in cui la produzione cresce con una performance migliore dell’Eurozona e degli altri maggiori paesi produttori (Germania e Francia). In questi comparti sono 471mila addetti, pari al 51,3%, che lavorano nelle micro e piccole imprese (MPI), a fronte del 47,7% dei restanti settori manifatturieri.
In particolare, 11 settori con una più elevata presenza di addetti nelle MPI - con 338mila di addetti in micro e piccole imprese, il 69,7% del totale - registrano un aumento di produzione ad un tasso superiore a quello degli altri maggiori paesi europei manifatturieri: nel dettaglio di tratta di altri prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio con 16,9% (3,3% in Uem), altri articoli in materie plastiche con 16,6% (3,6% in Uem), fabbricazione di altri articoli di maglieria con 16,1% (-0,2% in Uem), altri prodotti in calcestruzzo, gesso e cemento con 12,8% (12,5% in Uem), strutture metalliche e di parti di strutture con 11,4% (1,9% in Uem), articoli in plastica per l’edilizia con 9,6% (-5,8% in Uem), confezione di altro abbigliamento esterno con 8,7% (0% in Uem), fabbricazione di mobili per ufficio e negozi con 7,5% (2% in Uem), riparazione e manutenzione di macchinari con 7,1% (1,9% in Uem), lavorazione del tè e del caffè con 5,5% (-0,6% in Uem) e porte e finestre in metallo con 2% (-2,3% in Uem).
Sul fronte delle vendite del made in Italy, ad aprile 2023 l’export diminuisce su base annua del 5,4% in termini monetari e segna una contrazione più ampia in volume (-10,3%), nel complesso del primo quadrimestre del 2023 l'export in volume scende del 2,9% rispetto lo stesso periodo dell'anno precedente. Sulla frenata delle vendite del made in Italy pesa la recessione dell’economia tedesca: sulla base degli ultimi dati disponibili, nei primi tre mesi del 2023 il volume delle esportazioni in Germania scende del 4,8% a fronte del -1,0% dei mercati Ue e del +1,0% dei mercati extra Ue. Tra gli altri maggiori mercati si registrano cali dell’8,0% del volume esportato in Svizzera e del 3,2% negli Stati Uniti, mentre tengono i mercati di Spagna (+0,4%) e Francia (+0,1%). Gli approfondimenti sulle dinamiche settoriali nella manifattura sono disponibili nel 25° report di Confartigianato. Qui per scaricarlo.
Si consolida l’aumento dell'occupazione, sostenuto dalla crescita del lavoro dipendente a tempo intederminato, mentre prosegue il recupero del turismo, con le presenze nei primi tre mesi del 2023 in salita del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con un forte traino (+58,3%) delle presenze straniere.
I consumi delle famiglie sono colpiti da un inflazione che a maggio rallenta al 7,6%, pur rimanendo in doppia cifra (11,2%) per i prezzi del “carrello della spesa”: beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Ad aprile il volume delle vendite al dettaglio cala del 4,8% su base annua.
Nonostante la stretta monetaria in corso - ad aprile 2023 il costo dei prestiti fino a 250mila euro è salito di 281 punti base in dodici mesi - e la crescita dell’indicatori di incertezza dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, nel primo trimestre 2023 in Italia gli investimenti salgono con un ritmo superiore alla media dell’Eurozona. Le previsioni indicano nei prossimi trimestri un loro rallentamento, come conseguenza del rialzo dei costi di finanziamento e delle maggiore difficoltà di accesso al credito, mentre dovrebbero tornare a salire gli investimenti pubblici, grazie agli interventi previsti dal PNRR. La politica monetaria restrittiva sta riducendo la domanda di credito: a marzo 2023 i prestiti alle micro e piccole imprese segnano un calo del 4,4%, in accentuazione rispetto al -3,1% registrato nel 2022, mente gli indicatori qualitativi evidenziano una crescente difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese.
Dinamica della produzione manifatturiera nel 2023 per settore
Gen.-apr. 2023, var. % tendenziale, dati corretti per giorni calendario - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat ed Eurostat
11 settori di MPI in controtendenza e con performance migliore vs Europa
gen. apr. 2023, var. % tendenziale, addetti 2020, Nace 2 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Prezzo del gas europeo
2015-2022 e previsioni 2023-2025 per Eurosistema, euro/MWh - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca mondiale e Banca d’Italia
Il Premio Belé e Gargoyle celebra la maestria degli allievi delle scuole orafe milanesi
Torna il Premio “Belé e Gargoyle”, dedicato agli allievi delle scuole orafe di Milano. Dopo due edizioni di successo dedicate prima al Duomo e poi al Castello Sforzesco, l’iconico monumento milanese della terza edizione è la Basilica di Sant’Ambrogio, qui declinata nel milanese “Sant’Ambroeus”.
Il Premio “Belé e Gargoyle del Sant Ambroeus” è un’idea promossa da Confartigianato di Milano e Municipio 1, finalizzato a premiare e supportare progetti creativi, a valenza culturale ed economica, legati al settore orafo e su tematiche inerenti alla Basilica di Sant’Ambrogio.
Giovani studenti, in età compresa tra i 18 e i 35 anni, sono infatti chiamati a reinterpretare elementi o figure di uno dei siti più rappresentativi della città e trasformarli in gioielli. I ragazzi delle scuole orafe, delle Accademie tecniche o artistiche di Milano valorizzeranno così la storia e la tradizione orafa cittadina, nonché l’artigianalità lombarda.
Il concorso prevede il lavoro di una Giuria di esperti e rappresentanti delle Istituzioni promotrici con premi che consisteranno in tessere prepagate di acquisto, fornite dal Municipio 1, da utilizzare pressi i rivenditori specializzati in attrezzature e materiali per orafi, con importi decrescenti in base alla posizione in graduatoria, per un valore massimo di 3mila euro.
L'iniziativa si colloca nell’alveo delle molteplici attività a progetti portati avanti da Confartigianato per potenziare il rapporto tra mondo della scuola e delle imprese come generatore di opportunità per le persone e la città, con il suo tessuto produttivo.
L’evento finale di premiazione si terrà mercoledì 14 giugno nella Basilica di Sant’Ambrogio alle ore 11 ed è aperto alle attività orafe della città, ai ragazzi e alle loro famiglie, a tutti coloro che vi vorranno assistere.
I gioielli raccontati dalle parole dei vincitori
1° posto: Asia Crippa - Il bracciale si chiama “Fields of gold” (nella foto) dal celebre brano di Sting pubblicato nel 1993, in quanto la peculiarità del gioiello risiede nella ripetizione sequenziale di una serie di moduli (“fields”) realizzati in oro (“of gold”), che ricrea visivamente l’impressione e la suggestione di una pianura tempestata di campi di grano (i cosiddetti campi d’oro) vista dall’alto. L’ispirazione principale del bracciale, invece, è la planimetria della Basilica; la mia scelta si è orientata nel riprodurre la pianta della chiesa suddividendola in moduli che ricalchino sostanzialmente le campate e ponendo poi un asse di simmetria orizzontale in corrispondenza della metà del quadriportico, così da creare un effetto estetico più armonioso ed equilibrato. Per quanto riguarda la scelta dei materiali, il riferimento fondamentale è l’altare d’oro di Vuolvinio, cuore pulsante dell’intera Basilica.
2° posto: Martina Nisi - Per ideare questo bracciale mi sono ispirata a un episodio della vita di Sant'Ambrogio, che è raffigurato anche sull'altare d'oro. Una delle lastre, scolpite con la tecnica dello sbalzo, mostra Ambrogio ancora neonato mentre viene avvicinato da uno sciame d'api. Queste api si posano sulle sue labbra e depositano del miele nella sua bocca. Tale episodio ha reso Sant'Ambrogio il protettore delle api e degli apicoltori. Ho deciso quindi di creare un gioiello che si ispirasse alle api e alla forma delle labbra del santo. Dopo aver osservato alcuni dettagli architettonici della basilica, ho scelto di sintetizzare la forma della sua facciata anteriore. Sperimentando con la ripetizione e diversi incastri, ho ottenuto un nuovo elemento che si sovrappone sia alle labbra che all'esagono del favo dell'alveare. Dalla ripetizione di questa forma ho ideato il bracciale, realizzato in oro 18 kt per richiamare il colore del miele. Utilizzando la tecnica dello smalto champlevé, ho evidenziato le arcate della facciata per renderle immediatamente riconoscibili.
3° posto: Cecilia Cristini - Il mio progetto è la creazione di un bracciale modulare a catena ispirato al serpente bronzeo presente nella Basilica. Ho moltiplicato il serpente formando una croce. I due simboli sono, infatti, contrapposti all'interno della struttura, rispettivamente uno di fronte all'altro. I materiali scelti per il bracciale sono: oro 18 carati e rubini, l'oro richiama l'altare il colore sacro per eccellenza e il rosso il colore del sangue concetto legato alla religione e alla morte e resurrezione di cristo.
Il paradosso del differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese
Nell’analisi dell’Ufficio Studi proposta questa settimana su QE-Quotidiano Energia si delinea l’attenuazione del peso della bolletta energetica nel primo trimestre del 2023 a seguito della riduzione dei prezzi all’importazione, mentre emergono alcuni aspetti paradossali dal confronto tra le tendenze dei costi di acquisto dall’estero delle commodities energetiche e quelle delle bollette di elettricità e gas di famiglie e imprese, i quali amplificano il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica.
I prezzi all'importazione - A marzo 2023 in Italia i prezzi delle importazioni di energia scendono del 25,2% su base annua, una tendenza in linea con la media Eurozona (-25,3%). Nel dettaglio l’indice di prezzo del gas importato - che Eurostat rende disponibile per l’Italia da inizio 2022 - scende del 33,4% mentre quello del petrolio greggio cala del 16,4%. Sul fronte dei costi di acquisto dall’estero, la crisi energetica in Italia è stata meno severa rispetto agli altri maggiori paesi europei: negli ultimi dodici mesi i prezzi dei beni energetici importati sono del 67,9% superiori alla media del 2021, un divario che sale dal 91,1% nell'Eurozona, per arrivare al 97,5% in Francia, al 106,7% in Germania e al 173,0% in Spagna.
I prezzi al consumo di elettricità e gas – A fronte della minore pressione dei prezzi sulle importazione energetiche si assiste al paradosso di una maggiore inflazione energetica per l’economia italiana. Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l'Eurozona il divario si ferma al 40,8%.
Il paradosso persiste anche nella fase di discesa dei prezzi - Anche valutando i più recenti livelli dei prezzi, nonostante nel corso della crisi esplosa con il conflitto in Ucraina le quotazioni delle importazioni siano salite meno rispetto agli altri paesi europei, l'economia italiana registra una maggiore turbolenza dei prezzi retail di energia elettrica e gas. A marzo 2023 l’Italia importa energia con prezzi del 15,8% superiori alla media del 2021 mentre la quotazione media dell'Eurozona rimane del 42,3% superiori ai livelli del 2021. Il trend si inverte sul mercato al consumo: ad aprile 2023 i prezzi armonizzati dell’elettricità e gas in Italia sono dell’81,8% superiori alla media del 2021, mentre in Eurozona il divario è dimezzato, pari ad un +43,4%.
Le tendenze sul territorio - Nel dettaglio degli indici nazionali calcolati a livello regionale, ad aprile 2023 i prezzi al consumo di elettricità e gas sono più che doppi rispetto la media del 2021 in Provincia Autonoma Bolzano (+123,8%), Provincia Autonoma Trento (+121,1%), Valle d'Aosta (+111,7%) e Piemonte (+100,9%), Seguono, con valori superiori alla media nazionale, Liguria con +95,4%, Umbria con +91,0%, Abruzzo con +90,2%, Molise con +90,0, Toscana con +88,9%, Lombardia con +88,7%. Un trend inferiore alla media, seppur molto accentuato, nelle Marche con +81,6%, Puglia con +79,9%, Lazio con +77,7%, Calabria con +76,9%, Sicilia con +75,0%, Campania con +73,3%, Friuli-Venezia Giulia con +73,2%, Emilia-Romagna con +72,4%, Sardegna con +68,2%, Veneto con +65,3% e Basilicata con +53,7%.
In chiave provinciale, le tariffe delle bollette rimangono più elevate a Bolzano, dove i prezzi di elettricità e gas ad aprile 2023 sono del 123,8% superiori rispetto alla media 2021, seguita da Trento con +121,1%, Aosta con +111,7%, Alessandria con +104,0%, Vercelli con +102,4%, Cuneo con +101,0%, Biella con +100,5%, Torino con +100,4%, Novara con +99,8%, Imperia con +96,5%, Genova con +94,7%, Terni con +92,0%, Teramo con +91,9%, Campobasso con +91,1%, Perugia con +90,6%, Massa-Carrara con +90,5%, Pistoia con +90,2%, Lodi con +90,1%, Siena con +89,8%, Varese e Milano con +89,5%.
Anche dove la pressione è minore, le bollette di aprile 2023 sottendono prezzi di elettricità e gas superiori di almeno in 50% di quelli del 2021. Un relativo minore dinamismo si riscontra a Parma e Piacenza con +71,3%, Gorizia con +71,2%, Ferrara con +70,0%, Vicenza con +69,2%, Rovigo con +66,4%, Treviso con +66,4%, Belluno con +66,0%, Padova con +65,9%, Venezia con +65,2%, Olbia-Tempio con +65,1%, Verona con +63,1%, Cagliari con +61,1%, Sassari con +59,7% e Potenza con +53,9%.
Qui per il link alla dinamica tendenziale dei prezzi al consumo di elettricità e gas per regione e provincia tra gennaio 2019 e aprile 2023.
Un quadro delle tendenze dei prezzi lungo la filiera, dalle materie prime alla produzione, fino al mercato al consumo, nel 25° report su trend economia, congiuntura e MPI, ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese' presentato questa settimana.
Nell’articolo a cura dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia un approfondimento sulla geopolitica dell’import di energia
Confronto tra prezzi 2023 elettricità e gas e prezzi import energia rispetto al 2021 nei principali paesi Ue
Marzo 2023 per p. import, aprile 2023 per p. consumo, var. % rispetto media 2021 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat
Livello e trend dei prezzi al consumo di elettricità e gas
Gennaio 2019-aprile 2023, indice 2021=100, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Dinamica dei prezzi al consumo di elettricità e gas per regione ad aprile 2023
Aprile 2023, var. % tendenziale - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
Sostenibilità e domanda di lavoro: competenze green importanti per 44,7% entrate MPI +8,3 punti vs medie e grandi
La transizione green del sistema delle imprese italiane è caratterizzata da una domanda di lavoro con una diffusa richiesta di competenze sul risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, un orientamento che si delinea più marcato nelle micro e piccole imprese (MPI).
Le caratterizzazioni del mercato del lavoro e della struttura imprenditoriale nei processi di transizione ecologica saranno tra i temi sviluppati nel 1° Forum della Sostenibilità di Confartigianato Imprese, evento che si terrà a Roma il 27 e 28 giugno a Roma, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Qui il programma.
L’analisi dei dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL evidenzia che nel 2022 le imprese richiedono come necessarie le competenze green, ovvero l’attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, per 4,2 milioni di posizioni, pari all’81,1% delle entrate previste nel 2022. Tale quota è in aumento di quasi cinque punti rispetto all’anno precedente, quando le competenze green erano richieste al 76,3% delle entrate previste.
Alta importanza delle competenze green è più marcata nelle MPI - Nel 41,7% delle entrate le imprese richiedono la presenza di competenze green con un elevato grado di importanza (medio-alto e alto), quota in aumento rispetto al 37,9% rilevato l’anno precedente. Il peso delle entrate con questa marcata caratterizzazione di competenze green è più elevata nelle micro e piccole imprese (MPI) dove è pari al 47,3%, seguite dalle piccole imprese con il 41,9%. Nel complesso le MPI richiedono 3.293.650 entrate di cui per 1.472.790, pari al 44,7%, vi è una elevata importanza delle competenze per il risparmio energetico e un minore impatto ambientale dell’attività dell’impresa; anche per le MPI questa caratterizzazione delle competenze green è in aumento di 3,7 punti rispetto al 41,0% rilevato l’anno precedente.
La quota scende al 35,3% per imprese tra 50 e 499 dipendenti per risalire al 38,8% nelle imprese più grandi. Nel complesso la quota delle MPI è di 8,3 punti superiore al 36,5% calcolato per le medie e grandi imprese.
L’analisi per settore evidenzia che il comparto delle costruzioni, caratterizzato da interventi incentivati per ridurre il consumo energetico delle abitazioni, registra la quota più elevata di lavoratori per cui deve essere più marcata l'attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, pari al 48,0%, seguito dai Servizi con il 46,0% e la Manifattura con 36,8%.
I settori dove la domanda di lavoro nelle micro e piccole imprese è maggiormente caratterizzata da un elevato grado di importanza delle competenze green, con valori superiori alla media sono i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici dove riguarda il 50,9% delle entrate, public utilities (energia, gas, acqua, ambiente) con il 48,4%, le costruzioni con 48,0%, istruzione e servizi formativi privati con 47,2%, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli con 47,0%, lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, ecc...) con 46,3%, servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio con 46,2%, sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati con 45,4% e servizi avanzati di supporto alle imprese con 44,8%. Una declinazione per settori sulla domanda di lavoro del totale delle imprese nell’analisi dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.
L’analisi territoriale mostra che vie è una diffusa alta rilevanza delle competenze green dei lavoratori delle MPI. Tra le maggiori regioni, il fenomeno è più intenso in Puglia, dove al 49,0% delle entrate nelle MPI viene richiesto con elevato grado di importanza l'orientamento a processi energy saving e con un ridotto impatto sull'ambiente; seguono Sicilia con il 48,3%, Campania con il 47,4% e il Lazio con il 45,0%. Tra le altre regioni, si osserva una maggiore accentuazione - e superiore alla media - in Basilicata con 51,0%, Sardegna con 50,7%, Calabria con 49,7% e Molise con 48,6%.
La domanda di lavoro più connotata da competenze green nel Mezzogiorno si associa ad una maggiore spinta data dagli interventi per il risparmio energetico degli edifici con il superbonus 110% e alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel Mezzogiorno, come documentato da una nostra recente analisi sulle tendenze in edilizia, gli interventi del superbonus pesano per il 68,6% del valore aggiunto territoriale delle costruzioni, quota superiore di 13,5 punti al 55,1% della media nazionale. In parallelo, l’analisi dei dati del Gse evidenzia che nelle regioni meridionali di concentra il 40,2% della produzione di energia solare.
Quota di entrate con elevata importanza delle competenze green per classe dimensionale
Anno 2022, entrate con importanza medio alta e alta di attitudine al risparmio energetico e tutela ambientale in % sul totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal
Quota di entrate con elevata importanza delle competenze green nelle MPI per regione
Anno 2022, entrate con importanza medio alta e alta di attitudine al risparmio energetico e tutela ambientale in % sul totale entrate - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal
Il Green Deal e il settore dei Trasporti
L'articolo di apertura della newsletter del mese di giugno del progetto europeo IoreSME, di cui Confartigianato Imprese è partner, approfondisce il Green Deal dell'UE per i trasporti, un settore chiave per l'economia europea e l'occupazione, ma anche una fonte significativa di emissioni di gas serra. Con l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l'UE mira a ridurre drasticamente le emissioni di gas serra provenienti dai trasporti, puntando a una riduzione del 90% entro il 2050. Questo obiettivo implica una serie di misure, tra cui la riduzione delle emissioni da automobili e furgoni e l'introduzione di nuove regolamentazioni per l'aviazione e il settore marittimo, oltre a promuovere un cambiamento verso modi di trasporto più sostenibili come veicoli elettrici e trasporto pubblico.
Il secondo focus della newsletter è dedicato al Patto per le Competenze, lanciato nel 2020 per affrontare il futuro fabbisogno di competenze in Europa. Questa iniziativa è supportata da oltre 1.000 organizzazioni e mira a qualificare e riqualificare le persone in età lavorativa. La prima relazione annuale mostra progressi sostanziali in vari settori, con quasi 2 milioni di persone raggiunte da attività di aggiornamento e/o riqualificazione e investimenti di quasi 160 milioni di euro.
Infine, le ultime notizie, tra cui la proposta della Commissione europea per un uso sostenibile delle risorse naturali, i risultati dell'Eurobarometro sulla percezione del cambiamento climatico, il finanziamento di oltre 3,6 miliardi di euro a 41 progetti di tecnologia pulita, e l'approvazione di una raccomandazione sul rafforzamento del dialogo sociale nell'UE.
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Intelligenza artificiale, un cambio di paradigma. Indicatori di impatto sul lavoro nel 25° report di Confartigianato
Le principali tendenze macro economiche e congiunturali alle porte dell’estate 2023 e l’analisi di alcuni indicatori che misurano l’impatto dell’Intelligenza artificiale (IA) e dei robot sul mercato del lavoro e sul sistema delle imprese sono state al centro del webinar di presentazione del 25° report di Confartigianato ‘Intelligenza artificiale, lavoro e imprese' aperto stamane da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato. Qui per scaricarlo.
Il lavoro evidenzia il cambio di paradigma determinato dalla diffusione di sistemi di IA, che delinea una marcata discontinuità con il passato. Sul mercato del lavoro sarà più probabile una polarizzazione della qualità del lavoro e l’attivazione di una domanda formazione, anche sui profili più elevati. E’ discusso e controverso l’effetto sulla disoccupazione tecnologica: si delineano situazioni di sostituzione di lavoro da parte dell’ IA mentre in altre imprese i processi aziendali vedranno una collaborazione tra lavoratori e sistemi di IA. I sistemi di IA richiederanno un riequilibrio del portafoglio delle competenze imprenditoriali, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore accentra su di sé attività caratteristiche di professioni ad elevato impatto di IA come analisi di bilancio, funzioni di controllo, gestione del credito e della finanza d’impresa, progettazione e amministrazione di sistemi, gestione legale e del personale, direzione vendite, organizzazione e gestione dei fattori produttivi, formazione on the job, gestione dei rapporti con il mercato dell’impresa, trasferimento e del trattamento delle informazioni aziendali, informazioni e assistenza dei clienti.
Lo sviluppo dell’automazione in generale pone sfide ai bilanci pubblici sia sul fronte della tassazione che su quello della spesa, in primis sui discussi sussidi per la disoccupazione.
I mercati e le decisioni degli operatori economici e le interazioni con il mercato si basano sulle informazioni: lo sviluppo di sistemi di IA generale impattano sui costi di verifica della qualità e la veridicità di dati e analisi a supporto delle decisioni di impresa.
Il report evidenzia come in chiave globale i differenti tassi di investimento in R&S determinano squilibri geopolitici che penalizzano le economie europee. L’IA, e più in generale lo sviluppo di sistemi gestiti da macchine, delineano fattispecie inedite sul fronte della legislazione, in particolare nella contrattualistica, nelle assicurazioni dei rischi e nella tutela della privacy.
Nel report, sula base di evidenze della letteratura internazionale sono esaminati alcuni indicatori di impatto dell’AI applicati alla struttura del mercato del lavoro europeo e dei flussi in ingresso di lavoratori nelle imprese italiane, proponendo confronti internazionali e su base regionale.
In parallelo sono stati applicati alla struttura imprenditoriale italiana i risultati di studio pubblicato dall’Ocse sulla distribuzione settoriale del ‘rischio automazione’ conseguente all’introduzione di sistemi robotizzati.
Fattori abilitanti dell’IA e posizionamento delle piccole imprese italiane - Alcune tecnologie digitali sono strettamente integrate con i processi gestiti da IA e il report di Confartigianato evidenzia come si posizionano le piccole imprese italiane nel panorama europeo rispetto l’utilizzo di alcune tecnologie abilitanti a sistemi di IA. In particolare si osserva una maggiore diffusione di piccole imprese che utilizzano Internet delle cose - 30,5% in Italia +4 punti in più del 26,5% UE - l cloud computing - diffuso nel 50,4% delle piccole imprese, +18,8 punti in più del 31,6% UE - mentre una criticità è rappresentata dalla ancora contenuta diffusione dell’utilizzo di big data, presente nel 7,3% delle piccole imprese italiane, 5,2 punti in meno del 12,5% UE.
I contenuti del 25° report - Il report evidenzia i cambiamenti macroeconomici e congiunturali più significativi in atto alle porte dell’estate 2023, le evoluzioni della stretta monetaria, l’uscita dalla fase acuta della crisi energetica e i segnali di resilienza delle imprese sul fronte della propensione a investire e della domanda di lavoro. Nel dettaglio sono esaminate le tendenze del mercato del credito, della produzione manifatturiera e delle costruzioni, delle esportazioni, dell’attività dei servizi, delle vendite al dettaglio e della presenze turistiche. Sono esaminate le tendenze dei prezzi lungo la filiera, dalle materie prime alla produzione, fino al mercato al consumo. Sulla politica fiscale sono proposte alcune tendenze della spesa pubblica per investimenti, in particolare quelli per l'ambiente - decisivi per contrastare il dissesto idrogeologico - e della spesa del PNRR.
Al centro di questa 25esima edizione il focus dedicato all'Intelligenza artificiale, propone evidenze sull’e-business, in particolare su utilizzo di Internet delle Cose (IoT), Big data, Servizi di cloud computing. Inoltre, viene esaminata la diffusione dei sistemi di Intelligenza artificiale (IA) tra le imprese, gli investimenti in R&S in IA e tecnologie digitali nel mondo, l'analisi di indicatori di impatto dell'IA sul mercato del lavoro con declinazioni per i paesi Ue sullo stock di occupati e per le regioni sui flussi in ingresso. Sono delineati alcune caratteristiche del cambio di paradigma determinato dalla diffusione dei sistemi di IA. Inoltre, viene esaminata l’incidenza dell'occupazione a rischio automazione per le imprese, le micro e piccole imprese (MPI) e le imprese artigiane.
L’analisi territoriale, curata dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, presenta l'impatto dell'intelligenza artificiale e il rischio robot, gli investimenti digitali e green e la quota di imprese che svolge formazione nei due ambiti, la diffusione dei profili STEM, la difficoltà di reperimento delle e-skill, il trend della domanda di lavoro, il turismo, evidenziandone le principali destinazioni e la dinamica 2019-2022 della spesa e dei pernotti della componente straniera, e l'indice Youth-Friendly Confartigianato.
L’Appendice statistica contiene il quadro delle imprese, MPI, imprese artigiane e relativi addetti per livello di rischio automazione per regione e provincia.
Quote R&S in settori del digitale per area
2021 e 2016, % sul totale mondo spesa R&S prime 2500 società mondiali - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea