Dal 10 al 17 giugno l'eccellenza della moda artigiana alla seconda edizione di Sicily Fashion Week

La moda siciliana si veste di luce e creatività nella seconda edizione della Sicily Fashion Week, presentata il 4 giugno nella sede di Confartigianato Sicilia. Dal 10 al 17 giugno, Palermo diventerà palcoscenico dell’eccellenza artigianale e stilistica dell’Isola, grazie all’impegno di Confartigianato Sicilia – con il sostegno di Ice, Confartigianato Imprese e Camera Showroom Milano – nel mettere in dialogo le aziende del territorio con i buyers internazionali.Leggere di più


Il Tavolo del distretto tessile a confronto con Commissione e Parlamento europei

Ieri 3 giugno, il Tavolo del distretto tessile di Prato ha incontrato a Bruxelles i rappresentanti del Parlamento e della Commissione Ue con l’obiettivo di incidere sulle normative europee e italiane che andranno a regolare l'economia circolare tessile per garantirne la compatibilità con le specificità del territorio e le esigenze delle imprese locali.

Comune di Prato, categorie economiche e sociali - riunite nel Tavolo del distretto - hanno incontrato Paulina Dejmek Hack, capo gabinetto della Commissaria Jessika Roswall. La delegazione di Confartigianato era guidata da Moreno Vignolini, Presidente di Confartigianato Moda.

Insieme con gli europarlamentari Dario Nardella del Pd e Francesco Torselli di Fratelli d'Italia, il gruppo pratese ha incontrato una delegazione del Parlamento europeo per presentare sei proposte concrete. Presenti anche il Museo del Tessuto, il Pin, Alia Servizi ambientali (progetto Hub riciclo tessile) e Tecnotessile. "Siamo qui con una sola voce per raccontarvi cosa è stata, cosa è e cosa vorrà essere Prato. - ha affermato la sindaca Ilaria Bugetti, affiancata dall'assessora alle Attività produttive e coordinatrice del Tavolo del distretto Benedetta Squittieri - Abbiamo capacità, professionalità e tradizione per essere un modello per le politiche europee nel campo della sostenibilità tessile''.

Il Presidente Moreno Vignolini ha sottolineato che ''Prato ha tutte le caratteristiche per dare all'Europa la soluzione di cui ha bisogno nel campo dell'economia circolare tessile. Il lavoro che stiamo portando avanti tutti insieme ne è ulteriore dimostrazione''.

Le sei proposte presentate a Bruxelles toccano tutti gli aspetti cruciali della nuova normativa europea. Sul regolamento Ecodesign, Prato chiede equilibrio tra durabilità e circolarità, senza penalizzare i materiali riciclati, e il riconoscimento dello standard internazionale Grs (Global Recycled Standard). Un punto critico riguarda la responsabilità estesa del produttore: le piccole e medie imprese pratesi producono semilavorati come filati e tessuti, non prodotti finiti; quindi, non rientrano nella definizione attuale di "produttore". É proprio a monte della filiera che si concentrano le competenze, le tecnologie e gli investimenti fondamentali per la sostenibilità. Il distretto chiede quindi di poter partecipare alla governance dei consorzi, di differenziare i contributi tra prodotti riciclati e non, di garantire trasparenza e finanziamenti per ricerca e sviluppo. Sul passaporto digitale dei prodotti, va bene tracciare sostenibilità e impatto ambientale, ma senza gravare eccessivamente sulle Pmi, includendo informazioni come il paese di lavorazione e l'importo del contributo ambientale. Particolarmente delicata è la questione dell'End of waste tessile, che definisce quando un rifiuto smette di essere tale e diventa materia prima. Prato, forte della sua esperienza centenaria, chiede che il recupero avvenga il più vicino possibile alla selezione iniziale, evitando burocrazia eccessiva per le micro-imprese specializzate. È considerata critica l'interpretazione dell'istituto tecnico europeo che vorrebbe considerare rifiuto il materiale tessile fino a quando non viene riportato meccanicamente allo stato di fibra. Tra le proposte c'è la riduzione dell'Iva al 5% sui prodotti realizzati con materiali riciclati certificati, per incentivare l'acquisto di prodotti rigenerati. Questa misura dovrebbe essere accompagnata da maggiori acquisti verdi della pubblica amministrazione. Infine, sul regolamento Reach per la gestione delle sostanze chimiche, le restrizioni devono considerare il ciclo di vita del materiale tessile riciclato, perché un'applicazione indifferenziata delle regole rischia di bloccare il riciclo meccanico, soprattutto per i materiali post-consumo. Queste proposte non chiedono privilegi, ma il riconoscimento di competenze e specificità territoriali che rappresentano un valore aggiunto per l'intera economia circolare europea. L'obiettivo è conciliare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, garantendo che l'innovazione non cancelli la storia industriale di un territorio che ha fatto del riciclo la sua vocazione naturale.

I numeri in gioco sono impressionanti e preoccupanti sono a rischio 1.500 imprese e 10.000 posti di lavoro. Il settore artigiano sarebbe il più colpito, ma gli effetti si sentirebbero lungo tutta la filiera produttiva. Non è solo una questione economica: anche l'ambiente subirebbe danni enormi se venisse compromesso un sistema di riciclo che funziona da secoli.

Dario Nardella parla di progetto pilota: ''Come annunciato, oggi a Bruxelles ho incontrato, insieme all'europarlamentare Torselli, i principali attori del distretto tessile di Prato, dal mondo delle imprese al mondo del lavoro alle istituzioni. Il primo incontro si è sviluppato in un confronto aperto con gli esponenti della Commissione Dg Grow e della rappresentanza italiana al Consiglio europeo per condividere gli obiettivi di una realtà unica in Europa per complessità e innovazione. Il distretto tessile di Prato, infatti, rappresenta un progetto pilota capace di coniugare la competitività delle piccole imprese con l'innovazione nel settore dei tessuti, guardando con grande attenzione all'ambiente: per questo si tratta di un nuovo ecosistema che va promosso e difeso. Il secondo appuntamento della giornata è stato l'incontro con la capo di gabinetto della commissaria Roswall, Paulina Dejmek Hack, che ci ha permesso di mettere un altro mattone sulla costruzione di un percorso che deve portare le imprese pratesi nel cuore dell'impegno europeo attraverso strumenti, semplificazione delle regole e finanziamenti dedicati''.

Per Francesco Torselli ''oggi abbiamo segnato una tappa importantissima sulla strada della tutela del comparto tessile pratese: per la prima volta il distretto nella sua interezza ha avuto la possibilità di confrontarsi con il gabinetto del Commissario Europeo competente e di rappresentarle come le direttive e i regolamenti che sulla carta incentivano e promuovono la circolarità dell'economia, rischiano di avere su Prato l'effetto diametralmente opposto. Ho insistito molto per avere questo appuntamento perché Epr, End of Waste, sono direttive che se applicate nella maniera sbagliata possono mettere in ginocchio il comparto tessile pratese, un comparto che di economia circolare e di riciclo tessile ne parlava già nel XIX secolo. Dal gabinetto del Commissario abbiamo avuto rassicurazioni importanti, ma soprattutto la sensazione che Prato abbia finalmente fatto sentire la propria voce nel palazzo del governo europeo''.

 


Il Premio Pietro Calabrese celebra i talenti italiani della cultura, dello sport e del giornalismo

La suggestiva Piazza Vittorio Emanuele II di Soriano nel Cimino, in provincia di Viterbo, lo scorso 3 giugno ha ospitato le celebrazioni della XIV edizione del Premio Pietro Calabrese, i riconoscimenti ispirati alla visione e ai valori di Pietro Calabrese, esaltando la dedizione e l’eccellenza di personalità che hanno saputo distinguersi, con talento e impegno, e che hanno saputo lasciare un segno nella cultura, nello spettacolo, nello sport e nel giornalismo. La manifestazione rende omaggio.

"Oltre ad essere stato un grande amico, Pietro Calabrese è stato un maestro e anche un interprete del migliore giornalismo - ha spiegato il giornalista Ferruccio de Bortoli, premiato a Soriano nel Cimino - Il nostro è un mestiere artigianale, è giusto sottolinearlo, che si fa a contatto con la gente, con l'umiltà di descrivere i fatti, cercare di capirli, senza imporre alla narrazione dei fatti qualcosa che si ritiene più giusto o comunque più aderente alle opinioni di chi è chiamato a fare le cronache. E allora oggi vorrei sottolineare questa convinzione che Pietro sia rimasto sempre, fino in fondo, un cronista attento al fatto che bisogna essere credibili e onesti, anche nel riconoscere i propri errori. Questa è una virtù che oggi non è più tanto diffusa".

All’evento, condotto dai giornalisti Giuseppe Di Piazza e Valentina Caruso, hanno preso parte il Presidente e il Segretario Generale di Confartigianato, Marco Granelli e Vincenzo Mamoli, e il Segretario nazionale di ANCoS, Fabio Menicacci, e tanti protagonisti italiani dello spettacolo, della cultura, dello sport e del giornalismo italiano. Dai giornalisti Ferruccio De Bortoli, Paola De Caro, Francesco Repice, Emanuela Audisio, Massimo Fabbricini, Marco Molendini e Francesco Vergovich, a campioni dello sport come Simona Quadarella, Caterina Banti, Lorenzo Porzio e Stefano Pantano, passando per Marco Conidi, cantautore e attore, Barbara Jerkov, giornalista esperta di politica e attualità, Alberto Acciari, storico volto del giornalismo sportivo, e Giancarlo De Cataldo, magistrato e scrittore noto per le sue opere che intrecciano giustizia e narrativa.

"Pietro Calabrese è stato un Maestro di questo nostro mestiere del giornalismo. Un vero maestro artigiano, un uomo molto attento alla gente, a rendersi comprensibile alle persone normali - ha ricordato il Direttore de Il Messaggero, Massimo Martinelli - è importantissimo far capire alle persone cosa succede nel proprio Paese, nella propria città, nel proprio continente e nel mondo intero, perché le persone poi orientano il consenso popolare e i governi. Meglio, quindi, che le persone capiscano. Bisogna sempre diffidare dei giornalisti che non fanno capire nulla, perché stanno confondendo le acque. Pietro Calabrese era un uomo che voleva far capire le cose, con grandissima attenzione alla gente normale", ha concluso Martinelli.

Creato dal giornalista Antonio Agnocchetti, il premio è promosso da ANCoS aps, Associazione di promozione sociale, impegnata nella cooperazione internazionale, la cultura, il socio-sanitario e il restauro, in collaborazione con il Comune di Soriano nel Cimino e Confartigianato Imprese e con il sostegno di Banca IFIS, Artigianbroker e Toduba.

"Siamo onorati e contenti di essere qui a sostenere questo Premio, perché credo la grandezza di questo grande uomo e giornalista passi anche per il rigore, la passione e il coraggio che hanno sempre contraddistinto il suo percorso di vita professionale - ha sottolineato il Presidente di Confartigianato, Marco Granelli - Ci sembra giusto oggi poterlo ricordare e poter mettere al centro questi valori che magari oggi in tanti tendono a sacrificare. Per noi di Confartigianato, invece, questi valori sono gli obiettivi del nostro fare, sono attributi che devono continuare a contraddistinguerci. Prima ancora che attori economici, noi di Confartigianato siamo e vogliamo essere forti attori sociali di questo Paese. Quindi, con l'esempio di Pietro Calabrese vogliamo costruire un ponte ideale fra il buon giornalismo e il buon imprenditore".

 

 


Al Forum sulla sostenibilità le Mpi protagoniste della transizione green. Appuntamento il 5 e 6 giugno a Roma

La sostenibilità non è un optional, ma un obiettivo strategico per le piccole imprese. Confartigianato rilancia la sua visione in occasione del 3° Forum sulla Sostenibilità, in programma il 5 e 6 giugno a Roma, presso l’Auditorium Antonianum.Leggere di più


Imprese artigiane preoccupate per tagli alla manutenzione straordinaria della rete viaria

Confartigianato e Cna esprimono “grave preoccupazione” per i consistenti tagli, pari al 70%, delle risorse per la manutenzione straordinaria della rete viaria delle province e delle città metropolitane. È quanto lamentano le due associazioni nel corso dell’audizione sul DL Infrastrutture davanti alle Commissioni trasporti e ambiente della Camera mettendo in risalto anche il fenomeno sempre più frequente del ricorso a deroghe al Codice degli appalti. “Il moltiplicarsi di eccezioni – affermano Confartigianato e Cna – induce a ritenere che forse il sistema ordinario di gestione degli appalti non garantisce sufficiente rapidità e capacità attuativa costringendo il legislatore a ricorrere sempre più spesso a deroghe e procedure speciali”.

Apprezzamento, invece, per le misure introdotte nel decreto sull’autotrasporto merci e in particolare sulla disciplina dei tempi di attesa di carico e scarico oltreché dei tempi di pagamento dei corrispettivi contrattuali per i servizi di trasporto. Tuttavia CNA e Confartigianato hanno presentato alcuni interventi correttivi per rendere le misure più chiare ed efficaci.

Sulle modalità di aggiornamento dei canoni demaniali marittimi, le due associazioni ritengono sbagliata la scelta del legislatore di utilizzare l’indice Istat dei prezzi alla produzione invece dell’indice dei prezzi all’ingrosso.
Infine il tema di procedure più semplificate per l’installazione di impianti FER. “È necessario – affermano le due associazioni – che nell’identificazione di specifiche aree si faccia riferimento non solo alle aree industriali ma anche a quelle artigianali, ugualmente presenti sul territorio”.

Inoltre Confartigianato e Cna rilevano che la connessione alla rete energetica continua a rappresentare una forte criticità. Pur in presenza di un quadro regolatorio definito, continuano a registrarsi ritardi da parte dei distributori nella connessione degli impianti alla rete, con conseguente mancata entrata in esercizio e, a cascata, mancata attivazione del sistema incentivante”.

 

 


Spirito Artigiano spiega le ragioni di una nuova legge quadro dell'artigianato

Il nuovo numero di Spirito Artigiano è dedicato a un tema cruciale: la necessità di una nuova legge quadro per l’artigianato. Non si tratta, come sottolinea nel contributo introduttivo Marco Granelli, presidente di Confartigianato, di una semplice revisione normativa della legge n. 443 del 1985, ma di un’azione politica e culturale per restituire centralità e visibilità a una “civiltà del lavoro” troppo spesso marginalizzata. Granelli lancia un messaggio forte: una buona legge non serve solo a regolare, ma a raccontare ciò che un settore è e può diventare. L’artigianato oggi rappresenta un modello economico alternativo, fondato su qualità, competenza e radicamento nei territori. Serve una legge che non solo tuteli, ma celebri l’artigiano come imprenditore creativo, portatore di saperi, innovatore in grado di dialogare anche con l’intelligenza artificiale. Granelli propone un impianto normativo che riconosca la funzione formativa dell’impresa artigiana, valorizzi l’apprendistato, sostenga la trasmissione intergenerazionale dei saperi e ridefinisca la figura dell’imprenditore artigiano non solo in termini economici, ma valoriali.

Proprio sul rapporto tra le nuove generazioni e l’artigianato, riflette Giorgio De Rita, Segretario Generale della Fondazione Censis. A partire dai dati del Quarto Radar Artigiano realizzato con Confartigianato, De Rita evidenzia come l’artigianato incarni molte delle caratteristiche del "lavoro ideale" per i giovani: creatività, autonomia, senso, qualità relazionale. Il problema? La percezione del rischio legato all’autoimprenditorialità, che frena molti giovani. De Rita propone soluzioni concrete: percorsi di affiancamento, comunicazione mirata, valorizzazione dell’artigianato come spazio dove costruire un progetto di vita e lavoro. L’obiettivo è chiaro: fare dell’impresa artigiana una risposta credibile al bisogno contemporaneo di libertà, espressività e comunità.

Il numero ospita anche l’intervento del Presidente della Fondazione Germozzi, Giulio Sapelli, il quale affronta il cambiamento radicale del rapporto tra i giovani e il lavoro. Sapelli legge la crisi dell’impegno lavorativo come una trasformazione sociale e culturale di portata globale, accelerata dalla pandemia ma radicata in dinamiche più profonde. La risposta? Una rinnovata passione per il lavoro come realizzazione dell’essere, che l’artigianato può offrire. A dimostrarlo sono le esperienze raccontate da Spirito Artigiano in tutta Italia: dalla Brianza alle Marche, passando per le Terre Venete, emerge un tessuto artigiano vivo, capace di formare, innovare e coinvolgere. Progetti come I Professionisti del Tempo, Maestria a Corridonia, o l’Abbecedario artigiano mostrano che un futuro artigiano è non solo possibile, ma già in atto.

Il Professor Mauro Magatti analizza il valore del “saper fare” come risorsa economica, culturale e sociale. Magatti esplora il concetto di “intelligenza artigiana”, una forma di conoscenza incarnata che integra mente, mano e cuore, e che si trasmette attraverso la pratica, l’esperienza e il legame con i territori. Un’intelligenza che oggi va rivalutata per affrontare le sfide della digitalizzazione, della crisi demografica e del declino imprenditoriale. Magatti introduce inoltre il concetto di “impresa neghentropica”, un modello aziendale evoluto che contrasta l’omologazione prodotta dal capitalismo digitale e valorizza la biodiversità culturale e produttiva. Questo approccio guarda all’artigianato come motore di coesione sociale, occupazione qualificata e sviluppo locale sostenibile. Approfondito anche il ruolo della tecnodiversità (ovvero l’uso creativo e localizzato della tecnologia), la produzione artigiana come innovazione sociale e l’“artigiania” come filosofia di vita che coniuga bellezza, etica e sostenibilità.

Il giurista e docente Andrea Piacentini Vernata, intervistato da Federico Di Bisceglie, propone una visione rivoluzionaria: riconoscere lo status di bene culturale all’artigianato italiano. Questo significherebbe garantirgli tutela costituzionale e centralità politica, non per conservarlo come un fossile, ma per accompagnarlo nell’innovazione. La riforma della legge quadro, secondo Piacentini Vernata, deve partire dalla semplificazione burocratica e dal superamento delle frammentazioni regionali. Serve una governance nazionale e una strategia culturale integrata tra Ministero dell’Economia e Ministero della Cultura.

Spirito Artigiano ospita anche una testimonianza emblematica: quella di Flavia Pinello, stilista e imprenditrice palermitana e presidente del Distretto siciliano della moda Mithos. La sua esperienza dimostra come l’artigianato possa affrontare le sfide del futuro con competenza, collaborazione e sostenibilità. Il distretto è oggi una rete di oltre 60 laboratori siciliani che, dopo la crisi pandemica, si sono uniti per condividere risorse, ridurre sprechi e progettare in modo ecologico. Un esempio virtuoso di come l’artigianato possa rinascere con il supporto della tecnologia e di un nuovo spirito collettivo.

Giovanni Boccia, direttore della Fondazione Germozzi, esplora il valore educativo dell’impresa artigiana nel XXI secolo. In un’epoca dominata dalla digitalizzazione, l’artigianato si riscopre come spazio formativo privilegiato, dove manualità, creatività e innovazione si intrecciano. L’impresa a Valore artigiano non è solo produzione, ma luogo di apprendimento concreto e profondo: qui si trasmettono competenze tecniche, ma anche valori come responsabilità, collaborazione e cura per il dettaglio. Un modello che supera la storica divisione tra sapere teorico e pratico e propone un’alleanza tra scuola e bottega. In un mondo che cerca autenticità, l’artigianato offre un’alternativa sostenibile e umana, dove il “fare con le mani” diventa atto educativo e culturale. Una visione che rilancia l’impresa artigiana come pilastro per la formazione delle nuove generazioni.