L’Italia della qualità in mostra alla Campionaria

Dopo 16 anni di assenza torna a Milano la Fiera Campionaria. Un ritorno in grande stile per la manifestazione che più di ogni altra ha saputo cogliere e rappresentare le trasformazioni sociali ed economiche del Paese. La Campionaria del nuovo millennio, che si terrà dal 22 al 25 novembre 2007 nel nuovo polo fieristico di Rho-Pero, rinnoverà la tradizione della fiera generalista e la sua vocazione all’innovazione, e punterà sulla qualità come filo conduttore, in un intreccio originale di territori che incontrano le imprese, di nuovi e antichi saperi che stringono tra loro alleanze per generare nuovi prodotti, di tradizione, competitività e ricerca che alimentano processi positivi di coesione sociale e di crescita delle piccole e grandi comunità. La qualità sarà raccontata come cultura, insieme di variegate esperienze personali, familiari, comunitarie, territoriali, imprenditoriali, istituzionali e associative. Una vetrina del “nuovo made in Italy”, per far conoscere all’Italia e al mondo la qualità italiana in tutte le sue declinazioni: dalle produzioni artigiane e manifatturiere, a quelle industriali di punta, dalla ricerca al marketing territoriale, dall’architettura e dal design al turismo, dalle nuove tecnologie alle eccellenze enologiche e agroalimentari. I migliori prodotti ed esperienze della ‘soft economy’ italiana andranno a comporre – come nella migliore tradizione della Campionaria – il ritratto dinamico dell’Italia “che ce la fa”. L’evento è organizzato da Symbola, una nuova alleanza che ‘mette insieme’ esperienze diverse, accomunate dalla scommessa sulla qualità. In questa intesa un posto di primo piano lo occupa Confartigianato, presente alla manifestazione con uno stand istituzionale, ma soprattutto con un progetto innovativo che opera su due livelli distinti: da una parte fornisce all’artigiano nuovi strumenti di valutazione per comunicare ai clienti le qualità del suo lavoro, dall’altra aiuta il consumatore finale a capire quanto di eccellente c’è nel prodotto artigiano. Il progetto ha un nome complesso: “L’ottagono dei valori identitari del Nuovo Artigianato”, è stato realizzato insieme a Total Tool, società di consulenza e progetto nel campo del design, e sarà presentato dal Segretario Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli sabato 24 novembre (ore 14-16 sala Agorà) nel corso di un workshop. Parteciperanno al tavolo dei lavori Ampelio Bucci (consulente di marketing, Mies - Milano), Mario D’Andrea (esperto di moda e di distribuzione), Andrea Granelli (Esperto di innovazione, Kanso – Roma), Albero Veca (critico d’arte). Oltre al wokshop, il Segretario Fumagalli parteciperà sabato 24 all’incontro “Industria 2015” dove saranno presenti, tra gli altri il Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e Andrea Bianchi Direttore generale dello stesso dicastero. Tornando al progetto, Confartigianato parte dall’analisi di alcuni scenari che caratterizzano oggi l’offerta globale, che vanno da prodotti la cui tipicità è di fatto una convenzione culturale, ad altri che necessitano di una conoscenza più profonda della loro origine e provenienza per essere apprezzati. La considerazione della percezione e delle aspettative del consumatore conduce alla ridefinizione della figura dell’artigiano, e alla sua ricomposizione innovativa in alcune figure-tipo. La prima è quella dell’Artigiano-artista, dove talento e sensibilità concorrono a creare pezzi unici. Segue l’Arti-tecnico, capacità di problem solving sostenuta da conoscenza di materiali e tecnologie. E’ poi la volta dell’Arti-tipico, per il quale la tradizione va mantenuta a ogni costo; dell’Arti-Eccelso, che dialoga con il mondo dell’industria e del lusso che contribuisce a produrre valore in merci e servizi spesso di rinomanza globale; dell’Arti-dedito che eroga servizi principalmente alla persona attraverso la sua attività di cura, assistenza, formazione. Facile a questo punto incrociare le figure descritte con le categorie della confederazione in modo da verificare quanta tipicità, artisticità, tecnicità e così via, sia presente nei singoli mestieri artigiani. Un metodo per misurare il valore aggiunto che rende ‘personale’ e unico un servizio o un prodotto, sicuramente non di serie.


L’azione di Confartigianato sulla normativa del fallimento

Dal 1° gennaio 2008 entreranno in vigore le disposizioni correttive della disciplina del fallimento e delle procedure concorsuali. La normativa ha tenuto conto, oltre che delle proposte delle varie Associazioni di categoria, su tutte Confartigianato, anche dei problemi riscontrati nei tribunali nella fase di prima applicazione delle precedenti disposizioni. Confartigianato, considerate le problematiche legate al mondo della piccola imprenditoria artigiana, si è mossa per correggere in diversi punti la legge precedente, riscontrando, una volta approvata la manovra correttiva, molteplici risultati positivi. Quattro i principali risultati ottenuti: nuovi criteri di fallibilità, l’onere della prova che passa all’imprenditore debitore, la nuova disciplina del concordato preventivo e degli accordi stragiudiziali di ristrutturazione dei debiti, e l’estensione della “esdebitazione” nella fase transitoria. Ma procediamo con ordine. La prima vittoria ottenuta dalla Confederazione riguarda la definizione degli imprenditori non soggetti al fallimento. Con l’entrata in vigore della disciplina, infatti, non rientreranno nella fascia di fallibilità gli imprenditori che hanno registrato, nei tre esercizi precedenti la deposizione dell’istanza di fallimento, un attivo patrimoniale non superiore ai 300.000 euro, che, nello stesso periodo, hanno avuto ricavi lordi annui non superiori ai 200.000 euro e che, infine, hanno un ammontare totale di debiti, scaduti e non scaduti, non superiore ai 500.000 euro. Successivamente, l’azione Confederale ha puntato l’attenzione sulla documentazione necessaria come prova di non fallibilità. Infatti, se prima spettava al creditore l’onere della prova, ora è il debitore a dover depositare presso il tribunale i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi e la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’azienda. A tal proposito però, è necessario evidenziare che, potendo contare su una contabilità semplificata, le micro e piccole imprese artigiane potrebbero essere escluse dal fallimento e dal concordato preventivo, subordinatamente alla valutazione del tribunale fallimentare che potrà giudicare altri documenti fiscali redatti per la contabilità nonché il comportamento dell’imprenditore in sede istruttoria. Il terzo punto dell’azione di Confartigianato riguarda il rafforzamento del concordato preventivo per la ripresa dell’azienda in crisi. E’ stato infatti cancellato l’automatismo per cui scattava la domanda di fallimento in caso di inammissibilità, improcedibilità, rigetto o annullamento della domanda di concordato preventivo. Richiesta che ora deve essere espressamente avanzata dal creditore o dal pubblico ministero una volta accertati i criteri di fallibilità. Ma la novità più importante riguarda la possibilità, da parte delle piccole imprese artigiane, benché non soggette al fallimento, di poter concordare la ristrutturazione dei debiti con i creditori e con l’avallo del giudice. Uno strumento, del tutto innovativo, che permette di emergere dalla crisi finanziaria contrattando direttamente con i propri creditori e potendo contare su un periodo di sessanta giorni nel corso del quale non è possibile procedere ad azioni esecutive sul patrimonio del debitore. L’ultimo punto riguarda la possibilità di liberare l’imprenditore dai debiti residui, la cosiddetta esdebitazione. Una possibilità a vantaggio degli imprenditori collaborativi che hanno già saldato buona parte dei propri creditori, e che permetterebbe loro di riprendere la propria attività imprenditoriale. Una via percorribile a tre condizioni: l’aver collaborato alla rapida soluzione della procedura fallimentare, non essere ricorso ad altre esdebitazioni negli ultimi dieci anni e non aver riportato cause penali per reati fiscali e finanziari. In tal senso, la modifica più importante voluta da Confartigianato, riguarda la possibilità di potersi avvalere di questo strumento contrattuale anche per le cause attualmente in giudicato, senza aspettare i lunghi tempi della giustizia fallimentare.


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