10 milioni di euro per sostenere le PMI nei mercati esteri

10 milioni di euro. A tanto ammonta il fondo stanziato da un decreto legge di recente approvazione, pubblicato lo scorso 5 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale, per ampliare le potenzialità dell’export delle piccole e medie imprese italiane. Lo scorso luglio, il Ministro per il Commercio Internazionale, Emma Bonino, dichiarò che “l’aumento dei fondi destinati al commercio estero rappresenta un investimento a breve e medio termine, non una spesa”. Un investimento dunque, che può aiutare le imprese italiane, soprattutto quelle che non possono contare su capitali propri, a varcare i confini nazionali e a conquistare nuove fette di mercati esteri. Se si considera che, con 43 miliardi di euro, le esportazioni dell’artigianato italiano rappresentano il 16,6 % dell’export nazionale, lo scarso sostegno offerto alle piccole e medie imprese rischiava di rappresentare davvero un ostacolo allo sviluppo di queste realtà produttive. Ma ora, grazie ai 10 milioni di euro stanziati dal Governo, le imprese artigiane ed i consorzi export possono dare vita ad una serie di processi di internazionalizzazione e di penetrazione commerciale all’estero. Entro sessanta giorni dal decreto d’attuazione della legge 350/2003 che sblocca i 10 milioni di euro, il dicastero della Bonino emanerà il bando per la presentazione delle domande di finanziamento ai progetti, che dovranno rispondere ad una serie di requisiti. In primo luogo, saranno soltanto tre i soggetti che potranno avanzare la richiesta di finanziamento: i consorzi export artigiani, i gruppi composti da almeno tre imprese e i distretti o le filiere del settore. I progetti presentati inoltre, potranno riguardare un solo Paese fuori dalla comunità Europea e dovranno muoversi in almeno tre direzioni: dalle campagne di promozione all’estero alle missioni commerciali di settore, dalle campagne pubblicitarie all’innovazione dei processi produttivi di distribuzione, passando per la formazione delle imprese in materia di marketing internazionale e gli studi di fattibilità per futuri investimenti commerciali o produttivi all’estero. La selezione, e la scelta dei progetti, passerà in primo luogo per l’esame delle Regioni, che a loro volta sceglieranno quelli da sottoporre ad un comitato Ministero/Regioni appositamente riunito. Ad esso spetterà il compito di valutare e selezionare i progetti che avranno accesso ai 10 milioni di euro. Naturalmente la selezione finale asseconderà determinate priorità, caratteristiche in grado di dare respiro e maggiore portata agli investimenti esteri delle nostre imprese artigiane. Una volta di più l’alleanza di molti sarà la forza di tutti, dato che verrà data preferenza ai progetti che coinvolgeranno un maggior numero d’imprese, anche e soprattutto provenienti da più regioni, e le filiere d’imprese, oltre, ovviamente, alle iniziative che rappresentino un reale processo innovativo d’internazionalizzazione per le imprese artigiane. La soddisfazione del Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, è evidente nonchè comprensibile se si considera che con questo sostegno alle Pmi italiane, “si continuano a definire specifici strumenti pubblici di promozione, di finanziamento e di assicurazione ‘a misura’ di artigianato, con l’obiettivo di offrire a queste realtà produttive le stesse opportunità di cui godono le piccole imprese di altri Paesi europei”.


Dal 20 ottobre nuova tariffa per le revisioni auto I Revisori Auto di Confartigianato: “Un contributo per garantire la sicurezza stradale”

A partire dal 20 ottobre, la nuova tariffa per la revisione dei veicoli a motore sarà di 45 euro. Lo prevede un decreto, firmato dai Ministri dei Trasporti e dell’Economia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi 5 ottobre.Leggere di più


Revisori Auto Confartigianato - Nuova tariffa

REVISIONI AUTODal 20 ottore nuova tariffa di 45 euroLandini (Anara Confartigianato): Un contributo per garantire la sicurezza stradale


DolcementePrato, di scena l’Alta Pasticceria italiana

Dal 5 al 7 ottobre 2007, al Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, sono di scena i più dolci tra gli artigiani, i pasticceri, chiamati a mostrare la propria abilità culinaria a DolcementePrato, la prima Mostra Nazionale dell’Alta Pasticceria. Un’occasione, per i professionisti della crema chantilly, per dimostrare non solo la bontà delle proprie ricette, ma anche la grande arte che si può plasmare a colpi di crema, cioccolata e frutta varia. Ma un’opportunità ancora più grande per chi non riesce a vivere lontano da dolci e dolcetti e che, a DolcementePrato, può concedere al proprio palato sensazioni davvero uniche. In tempo di organismi geneticamente modificati, di ingredienti che di naturale hanno ben poco e che stanno invadendo il nostro mercato, la grande tradizione dolciaria italiana, un esempio di qualità ed eccellenza, può finalmente prendersi la propria rivincita. A confermarlo è il Presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini. “Il settore alimentare italiano è un patrimonio unico al mondo per ricchezza, qualità e varietà, ma come per molte altre attività artigiane, c’è il grave rischio che anche questi prodotti scompaiano, ‘soffocati’ da modelli di consumo massificanti, da normative e da standard tecnologici, in gran parte costruiti a misura di grande impresa e quindi incompatibili con la peculiarità della nostra produzione alimentare”. E allora ben vengano iniziative come quella di DolcementePrato, un’occasione importante “per tutelare e valorizzare questo patrimonio – continua Guerrini – perché gli italiani, così come i turisti stranieri, devono avere maggiori occasioni per poter apprezzare questi capolavori della nostra cultura alimentare”. DolcementePrato, in un territorio come quello pratese che conta 66 pasticcerie con alcuni dei maggiori esponenti internazionali, non sarà comunque solo alta pasticceria italiana, ma anche cultura. Tanti infatti gli appuntamenti a fare da cornice alla rassegna dolciaria. A confermare questo virtuale legame tra cultura e dolci piaceri, c’è un sondaggio condotto da Renato Mannheimer che ha rivelato come il 65 % dei giovani tra i 18 e i 29 anni siano soliti consumatori di gelato, con un buon 45 % di laureati che, evidentemente, si prendono sempre più spesso una dolcissima pausa studio. Appuntamenti ed eventi culturali che vanno dall’elogio delle produzioni regionali tipiche del ‘cibo degli dei’, il cioccolato, all’attenzione per le imprese artigiane che hanno puntato fermamente sul biologico, evitando accuratamente di ‘contaminare’ le proprie ricette con ingredienti chimici. Ma il dolce, tradizionale “dulcis in fundo” di ogni pasto degno di tal nome, può essere apprezzato anche se accostato ad altri prodotti tipici della nostra tradizione. Dal vino, con “Dolcidivini”, al tè, con la rassegna “Sete di tè”. In più, nella tre giorni pratese, ci sarà spazio anche per sottolineare l’attenzione che i dolci si sono guadagnati nella produzione artistica umana. Con la rassegna “Immagini e parole” verranno infatti riproposte le migliori ‘comparsate’ dei dolci nel cinema e nella letteratura mondiale. Ma nella terra di Filippo Lippi, artista rinascimentale allievo di Sandro Botticelli, non poteva non trovare ampio spazio anche l’arte. Con “I luoghi di Filippo Lippi”, un percorso di quattro chilometri d’arte e golosità, si potranno infatti conoscere le migliore bellezze artistiche della provincia toscana. Largo spazio sarà dedicato infine ai giovani. “DolcementePrato@officinagiovani”, allestita presso gli spazi in Piazza dei Macelli, presenterà i dolci scatti dei piaceri del palato di tre giovani fotografe, tra note musicali e degustazioni di aperitivi, mentre la rassegna “Dolci lezioni” sarà dedicata ai bambini, che finalmente potranno conoscere come nasce il loro passatempo più goloso, il dolce.


Revisione auto: una piccola boccata di ossigeno

Si è concluso il lungo braccio di ferro tra ANARA Confartigianato e Ministero dei Trasporti, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle nuove tariffe per la revisione dei veicoli a motore, che aggiornano quelle attualmente in vigore, ferme dal 1998. Il prezzo che gli automobilisti dovranno pagare dal prossimo 20 ottobre per la verifica periodica dell’auto è stato fissato in 45 euro, contro i 25 precedenti. “Ora la cosa più importante è far capire ai consumatori che non si tratta di un aumento ingiustificato. La revisione auto è un appuntamento per garantire la sicurezza dei mezzi, che richiede l’impiego di attrezzature complesse, imposte dal Ministero, i cui costi gravano interamente sulle officine. E’ già in arrivo un nuovo sistema informatico denominato MCTCNet2 che costerà ad ogni centro più di 10.000 euro l’uno. A conti fatti basterà solo questo ad esaurire tutti i vantaggi dell’adeguamento della tariffa”. Roberto Landini, Presidente di ANARA Confartigianato, risponde per le rime a quanti ritengono che l’aumento sia troppo salato. “Questo adeguamento era stato calcolato sui costi delle operazioni di revisione esattamente tre anni fa dall’Amministrazione dei Trasporti e dalle Associazioni di Categoria, quindi si tratta solo di un parziale riconoscimento. Ogni cittadino sa perfettamente quanto sia aumentato il costo della vita negli ultimi tre anni, ed i costi di gestione dei nostri Centri non fanno eccezione. L’attuale aumento di 19 euro va appena a coprire otto anni di sacrifici. Auspichiamo e chiediamo a gran voce che questo trattamento irrispettoso nei confronti dei Centri di Revisione non vada a ripetersi in futuro”. Le nuove tariffe prevedono 45 euro, comprensivi di oneri e tasse, per chi effettua la revisione presso gli uffici della Motorizzazione civile. A questa cifra va aggiunta la spesa del bollettino postale, 1,70 euro. Il controllo va prenotato e bisogna presentare la ricevuta di versamento sul conto corrente postale del Dipartimento Trasporto Terrestri. Per chi sceglie le officine o i centri autorizzati, il prezzo sale, ma si evitano code e passaggi intermedi: ai 45 euro si aggiunge l’Iva del 20% per la prestazione, 9 euro per i diritti da versare alla Motorizzazione civile per l’annotazione dell’esito della revisione sulla carta di circolazione, e le spese postali di circa 1.70 euro. Totale: 64.70 euro. Per i veicoli che non superano i 35 quintali la prima revisione va effettuata quattro anni dopo l’immatricolazione; le successive a cadenza biennale. Revisione annuale, invece, per mezzi oltre i 35 quintali, taxi, ambulanze, auto a noleggio e auto elettriche. “Si finisce sempre per parlare di denaro - conclude Landini - mentre i problemi legati alla sicurezza, all’efficienza dei controlli sugli automezzi, alle verifiche che il Dipartimento Trasporti Terrestri dovrebbe compiere sulle officine autorizzate, finiscono costantemente in secondo piano. Confartigianato da tempo conduce una battaglia per moralizzare il comparto e per evitare che le revisioni vengano fatte solo sulla carta: basta alle occhiate distratte di meccanici compiacenti. I controlli devono essere reali e approfonditi. Bocciamo le verifiche condotte in ‘remoto’, a distanza, che il Ministero sta approntando: sono poco efficaci e costose. Costi che alla fine ricadono, ovviamente, sui cittadini, senza nessun miglioramento degli standard di sicurezza”.


Semaforo arancione per il decreto Bianchi

Via libera del Senato alle modifiche del Codice della strada contenute nel decreto legge numero 117, varato con procedura d’urgenza dal Governo a pochi giorni dal grande esodo estivo. Rispetto al documento presentato dal Ministro dei Trasporti Bianchi agli inizi di agosto, il testo varato da Palazzo Madama attenua alcuni degli inasprimenti che la norma aveva introdotto per contrastare le più frequenti cause di incidenti mortali, in particolar modo l’eccesso di velocità e la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Il colpo di mano, che a sorpresa ha smussato alcuni degli spigoli più taglienti del provvedimento, è arrivato all’ultimo minuto dalla Camera. Di questo ammorbidimento beneficeranno però solo gli automobilisti: per gli operatori dell’autotrasporto, e gli altri professionisti del volante, si conferma il giro di vite. A Francesco del Boca, Presidente di Confartigianato Trasporti, le modifiche apportate al Codice della strada non erano piaciute da subito. “Troppo punitive – aveva detto – L’autotrasporto non è responsabile delle stragi del sabato sera. Le norme relative al consumo di alcolici o sostanze stupefacenti non descrivono un problema della nostra categoria. I killer della strada sono altri”. Precisava però che in caso di autisti ubriachi o drogati alla guida di tir era assolutamente condivisibile la revoca della patente. Non gli erano piaciute nemmeno le novità in tema di velocità eccessiva “Per noi sanzioni amministrative e accessorie raddoppiate. Siamo quelli colpiti in modo più duro. E non è giusto. I nostri mezzi coinvolti in incidenti mortali sono solo il 6,2% del totale, e di questi meno di un terzo sono provocati da camion propriamente detti. Gli altri, la maggioranza, da piccoli mezzi, furgoni”. “Non condivisibile” neppure la rigidità del legislatore nel regolare gli orari di guida. “Dieci minuti di sforamento danno origine a sanzioni pesanti. Non è giusto, spesso gli autotrasportatori rimangono bloccati sulle strade per problemi non loro, come i cantieri, le code. Come si devono regolare in questi casi?” Dopo che Palazzo Madama ha approvato in via definitiva il testo con 144 sì, 17 no e 58 astenuti, le perplessità di Del Boca sul provvedimento permangono quasi inalterate. Con una punta di amarezza in più, che riguarda la ricaduta negativa sul piano sociale che potrebbero avere alcuni degli ammorbidimenti introdotti dalla Camera. “Per noi cambia poco rispetto alla precedente scrittura, eccetto l’innalzamento da 2 a 5 punti che si perdono in caso di eccesso di velocità compreso tra 10 e 40 chilometri all’ora. Non si tratta di un dato necessariamente negativo, chi và a quelle velocità con un camion, la patente la deve proprio perdere. Il problema è che il meccanismo non è scalare”. Se ad agosto il problema era stato l’inasprimento delle regole, sotto la spinta emotiva delle stragi sull’asfalto del mese di luglio, adesso il problema è esattamente l’opposto. “L’ammorbidimento operato dalla Camera sul testo del Ministro Bianchi, ha rimosso alcuni paletti utili per contenere gli incidenti “del sabato sera”. Grave l’abbassamento del divieto di guida di ‘super macchine’ per i neopatentati che scende da tre a un anno. Il limite di tre anni era condivisibile, inesperienza e vetture potenti sono un cocktail mortale. Non vanno bene le riduzioni delle pene per chi guida in stato di ebbrezza e per l’eccesso di velocità. Se il vero problema era quello di contenere gli incidenti causati da alcool, inesperienza e velocità, allora andava meglio il testo precedente”. (IN ALLEGATO BOX CON LE MODIFICHE AL CODICE)