12 Aprile 2017, h. 12:43

STUDI – Dal 2013 nate 25.356 imprese per sviluppare un’idea innovativa. Incidenza più elevata in Trentino-Alto Adige (5,3%), Sardegna (5,0%) e Toscana (4,9%)

Il dibattito sull’innovazione nelle imprese è frequentemente incentrato sulla dinamica delle nuove imprese innovative: la letteratura economica evidenzia come la nascita di nuove imprese in grado di sviluppare un nuovo prodotto o servizio sia un driver del fenomeno innovativo e il portafoglio delle politiche per l’innovazione contiene numerosi interventi per le nuove imprese.

In particolare specifici interventi di agevolazione fiscale e semplificazione burocratica – sia a livello nazionale che regionali – sono focalizzati sulle startup innovative, società di capitali che hanno per oggetto sociale lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Da fine 2012 è stata aperta una sezione speciale del Registro delle imprese tenuto dalle Camere di Commercio riservata alle startup innovative in cui a fine 2016 risultano iscritte 6.745 imprese.

Ma le politiche per le sole start up appaiono limitate e troppo selettive. Va infatti considerato che considerando infatti che dall’avvio del registro per le start up in parallelo si sono iscritte al Registro imprese 25.356 ‘vere’ nuove imprese – non legate a trasformazioni di imprese esistenti – nate al fine di sfruttare un’idea innovativa, pari al 4,1% del totale e circa quattro (3,8) volte le startup innovative “per legge” che sono cumulate nel relativo registro nello stesso periodo.

A livello regionale si rilevano le maggiori incidenze di vere nuove imprese con idea innovativa in Trentino-Alto Adige (5,3% delle nuove imprese), Sardegna (5,0%), Toscana (4,9%) e Sicilia, Umbria e Veneto (tutte con il 4,6%). Le regioni in cui si conta nel periodo esaminato un rapporto più elevato tra nuove imprese con idea innovativa e startup innovative sono Toscana (6,5 nuove imprese innovativa per ogni start up), Puglia (5,7), Sicilia (5,5), Campania (5,3), Basilicata e Calabria (4,9). In particolare nel Mezzogiorno (5,3) è più elevato il peso relativo delle imprese innovative rispetto a quelle che transitano per il canale formale del registro delle start up.

Ma non solo: l’orientamento all’innovazione del sistema imprenditoriale italiano si può rafforzare anche attraverso forme di trasmissione di asset di impresa che garantiscano la continuità aziendale e il mantenimento del know how di imprese orientate all’innovazione. Se consideriamo che la propensione all’innovazione delle micro imprese è pari al 32,3% delle imprese attive, nell’ipotesi di scuola di una riduzione prudenziale dei due terzi del tasso di innovazione (portandolo al 10,8%) per le imprese nella fase conclusiva del ciclo di vita e avviate alla cessazione, si può stimare che, sempre nell’arco del periodo 2013-2016, siano cessate 146.504 imprese con potenziale di innovazione, pari a circa 22 volte le startup innovative “per legge”.

Il quadro per regione del fenomeno innovativo legato alle nuove imprese e alle start up nell’Elaborazione Flash “Le tendenze dell’innovazione delle piccole imprese”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Quota di nuove imprese con idea innovativa per regione e ripartizione

Anno 2015 – % sul totale vere nuove imprese – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro

 

 

Nuove imprese con idea innovativa per ogni start up ‘per legge’ per regione e ripartizione

Rapporto tra nere nuove imprese con idea innovativa su startup innovative – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere e Unioncamere-Ministero del Lavoro

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