Notizie
FISCO
Da Confartigianato le proposte per migliorare l’adesione al concordato preventivo biennale

Confartigianato, insieme con le altre Organizzazioni dell’artigianato, del commercio e delle Pmi (Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti) ha inviato al Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, e al Presidente della Commissione degli esperti per gli ISA, Cristiano Cannarsa una serie di proposte per migliorare il livello di adesione al concordato preventivo biennale da parte delle imprese italiane.Leggere di più

Studi
LAVORO
Occupati +1,2% in un anno, ma reperimento difficile: 59,2% nell’artigianato +4 punti vs 2023

 

A dicembre 2024 l’occupazione sale su base annua dell’1,2%, pari a 274mila occupati in più. La crescita è la combinazione dell’aumento dei dipendenti permanenti (+687mila) e del calo dei dipendenti a termine (-402mila) e degli autonomi (-11mila).

Si prospetta un leggero indebolimento della domanda di lavoro, con previsioni di assunzione delle imprese nel primo trimestre del 2025 che segnano un leggera flessione (-0,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma persiste una domanda tonica delle micro e piccole imprese, che prevedono assunzioni in aumento dell’1,7%.

Sale la difficoltà di reperimento del personale, più accentuata nell’artigianato – La crescita dell’occupazione si associa ad un rilevante e crescente mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, soprattutto se qualificato. Da una analisi dei dati annuali dal Sistema informativo Excelsior pubblicati nei giorni scorsi da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nel 2024 le imprese italiane indicano una difficoltà di reperimento del personale nel 47,8% delle entrate previste, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al 45,1% del 2023. La difficoltà di reperimento nelle micro e piccole imprese (MPI) sale al 51,3% (3,2 punti in più del 48,1% nel 2023), per arrivare al 59,2% nelle imprese artigiane, quota superiore di 11,4 punti percentuali alla media delle imprese del 47,8% e in aumento di 4 punti percentuali rispetto al 55,2% del 2023.

Tra le regioni, al top Veneto, Umbria e Friuli-Venezia Giulia – L’aumento dell’indicatore di carenza di manodopera è diffuso sul territorio. Qui per scaricare la tavola con i dati per regione. Nel 2024 la difficoltà di reperimento più elevata si riscontra in Veneto con il 65,2% (era al terzo posto nel 2023), seguito, con valori sopra alla media, da Umbria con 65,1%, Friuli-Venezia Giulia con 64,8%, Trentino-Alto Adige con 62,7%, Piemonte – Valle d’Aosta, Toscana ed Emilia-Romagna, tutte con il 61,7%, Lombardia con 61,2% e Abruzzo, prima regione del Mezzogiorno, con 59,6%.

Le cause del mismatch e le azioni delle imprese – Diversi fattori influiscono sul fenomeno della carenza di manodopera. Una analisi delle determinanti del mismatch è proposta nel a pagg. 15-16 del Rapporto ‘La ricerca del lavoro perduto’ – qui per scaricarlo – presentato all’Assemblea di Confartigianato della scorsa estate. Sempre nello stesso lavoro sono esaminate le pratiche adottate per attrarre e trattenere il personale qualificato nelle piccole imprese (pagg. 28-37).

Tra i fattori esaminati, gli effetti di una profonda crisi demografica, determinata da denatalità e invecchiamento della popolazione, che restringe l’offerta di lavoro. A fronte del calo della popolazione in età lavorativa, si osserva il paradosso del ‘grande spreco’ rappresentato dai giovani inattivi, che interessa circa un quarto dei giovani tra 25 e 34 anni. Tra gli altri fattori, viene considerato il profilo del candidato conseguente al percorso scolastico e formativo svolto e il set di competenze acquisite nel percorso professionale. Rilevano, inoltre, il livello e le prospettive di evoluzione della retribuzione e della carriera in azienda, la tipologia contrattuale offerta, oltre all’accesso a strumenti di welfare aziendale. Sono determinanti gli investimenti nella contrattazione collettiva di qualità, come nell’artigianato, con l’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese anche con le importanti tutele di welfare fornite dagli enti bilaterali. Cambiano le aspettative dei giovani rispetto al lavoro, con un crescente orientamento ad un lavoro autonomo che dia maggiore indipendenza e tempo libero. Sull’offerta di lavoro influiscono quantità e qualità dei flussi migratori in ingresso e uscita, di cui la fuga di giovani cervelli è una delle caratterizzazioni. Su quest’ultimo tema, un recente report dell’Ufficio Studi e della Direzione Politiche Sindacali e del Lavoro di Confartigianato esamina la presenza degli stranieri nel mercato del lavoro e nelle imprese.

 

Difficoltà di reperimento del personale nelle imprese artigiane

2023 e 2024, % totale entrate previste nelle imprese artigiane – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere – MDLPS

 

Dinamica delle entrate trimestrali di lavoratori per classe dimensionale e settore

Trimestre gennaio-marzo 2025. Variazione % tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere – MDLPS

Notizie
TURISMO
Confartigianato alla BIT 2025: il programma dal 9 all’11 febbraio

Confartigianato Turismo sarà presente anche quest’anno con uno stand istituzionale alla BIT, l’importante fiera dedicata al turismo, che si terrà presso il polo fieristico Fiera Milano Rho da domenica 9 a martedì 11 febbraio 2024. La domenica la Fiera è aperta al pubblico mentre i due giorni successivi sono dedicati esclusivamente agli operatori del settore turistico. Lo stand sarà animato da degustazioni di prodotti artigianali e dimostrazioni di lavorazioni tipiche.

La domenica 9 febbraio lo stand confederale (padiglione 11 al n. L50) ospiterà l’esibizione di Stefano Grioni, Caseificio Zucchelli (Orio Litta), campione in carica della gara di abilità nella preparazione di Raspadüra lodigiana del Festival “Le Forme del Gusto” di Lodi, con degustazione offerta ai visitatori (a cura di Confartigianato Lodi). A seguire, il Consorzio di promozione e tutela della Piadina Romagnola IGP presenterà i suoi prodotti ed offrirà una degustazione (a cura di Confartigianato Rimini).

La mattina del secondo giorno, lunedì 9 febbraio, lo stand ospiterà “OliveClay – T’Puglia Experience”: una presentazione di progetti di turismo esperienziale e degustazione di Olio evo, con dimostrazione di pittura su ceramica, a cura di Confartigianato Bari. Il pomeriggio vedrà la presentazione della Festa del torrone di Cremona con degustazione di Torroni della famosa azienda Rivoltini (a cura di Confartigianato Cremona)
Infine, la mattinata di martedì 11 febbraio sarà incentrata sul tema “Pescaturismo e Ittiturismo, gli Artigiani della filiera ittica” con degustazione di prodotti ittici di lago, a cura di A.N.A.P.I. Pesca e APA Confartigianato Imprese Milano Monza e Brianza.

Inoltre, il 10 febbraio 2025 dalle ore 16,30 alle 18,00, abbiamo organizzato un convegno nazionale dedicato ad delle tendenze in forte crescita nell’ambito del turismo enogastronomico: quella del turismo caseario. Sono sempre di più i caseifici che organizzano attorno alle loro produzioni delle vere e proprie esperienze turistiche.

Il convegno “L’enogastronomia artigiana al centro del viaggio – Il caso del turismo caseario” permetterà di approfondire le nuove tendenze del settore e mettere in evidenza tutte le opportunità per le imprese artigiane. L’evento ospiterà la più importante esperta di turismo enogastronomico in Italia, la Prof.ssa Roberta Garibaldi, che presenterà il Rapporto sul Turismo Caseario. L’evento – aperto dal Vice Presidente nazionale di Confartigianato Eugenio Massetti – vedrà tra i relatori Marta Gaia Torriani dell’Associazione The Cheese Valleys – Le Tre Signorie di Bergamo, che introdurrà il tema del turismo esperienziale legato ai formaggi e ai caseifici, a seguire, il Sindaco di Lodi Andrea Furegato parlerà della manifestazione “Le Forme del Gusto”, mentre per finire, Irene Floris, tour operator e Presidente di Confartigianato Turismo Firenze e Toscana ci porterà a conoscere i pacchetti di viaggio da lei realizzati in tema di turismo caseario.


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FIRENZE
L’artigianato fiorentino conquista Hollywood. I gioielli di Paolo Penko candidati agli Oscar 2025


I gioielli del Maestro Paolo Penko, orafo e imprenditore associato a Confartigianato Firenze, sono stati selezionati per gli Oscar 2025 nella categoria “Best Costume Design”, grazie alla loro presenza nel film Conclave, diretto da Edward Berger. La Bottega Orafa Paolo Penko di Firenze ha realizzato ben 530 gioielli per il film, collaborando con la celebre costumista Lisy Christl, candidata all’Oscar per il suo straordinario lavoro. Un riconoscimento prestigioso per il saper fare artigiano italiano, che porta sotto i riflettori della scena internazionale l’arte orafa fiorentina.

Nella bottega di Paolo Penko, all’ombra del Duomo di Firenze, croci cardinalizie, anelli e gemelli da polso sono stati concepiti non soltanto come accessori, ma come veri e propri strumenti narrativi, capaci di esprimere la personalità e il ruolo dei personaggi attraverso il linguaggio di una delle arti più nobili dell’artigianato italiano. Ciascun pezzo realizzato per Conclave è il risultato di un’accurata ricerca storica e simbolica, con lavorazioni che rispettano la tradizione orafa fiorentina, tra cui il traforo, l’incisione a bulino, la fusione a cera persa e l’esclusiva tecnica del Penkato. Un lavoro intensivo che ha coinvolto tutta la famiglia e i collaboratori della Bottega Penko, completato in meno di tre mesi.

Ad esempio, per Isabella Rossellini, che interpreta Suor Agnese, la Bottega Penko ha realizzato una croce e un anello in argento, pezzi unici che rispecchiano la forza e la stabilità del personaggio. L’anello rappresenta due mani intrecciate, simbolo dell’amore tra Dio e l’umanità. Per Sergio Castellitto, che interpreta il Cardinale Tedesco, è stata realizzata una croce dallo stile tradizionale, impreziosita da cinque pietre rosse in agata, che richiamano le cupole della Basilica di San Marco e le ferite di Cristo. Sul retro, un libro aperto con la scritta PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, in omaggio alla storia veneziana. Un’altra delle realizzazioni di Paolo Penko è stata indossata dal Cardinal Bellini, interpretato da Stanley Tucci: la Croce Bellini, ispirata ai crocifissi francescani giotteschi. Al centro, il simbolo del pellicano che nutre i suoi piccoli, emblema del sacrificio di Cristo. Sul retro, l’incisione in latino PIE PELLICANE, JESU DOMINE, ME IMMUNDUM MUNDA TUO SANGUINE richiama il significato spirituale dell’arte sacra.

Una straordinaria collaborazione tra il cinema e l’artigianato, che ha portato il fascino e la maestria della tradizione orafa fiorentina fin sul palcoscenico internazionale della notte degli Oscar, gli Academy Awards di Hollywood.

Scopri la storia della Bottega Orafa Paolo Penko di Firenze, clicca qui.

Studi
ENERGIA
Il gap di competitività dei prezzi dell’energia delle MPI. L’analisi su IlSussidiario.net

La stima preliminare del PIL pubblicata nei giorni scorsi dall’Istat indica una crescita zero dell’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2024. Un rialzo dei prezzi dell’energia frenerebbe ulteriormente la crescita ed aumenterebbe le difficoltà delle imprese manifatturiere già alle prese con un calo dell’export e della produzione, con una grave crisi nella moda e nella meccanica e con la lenta riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE. La recessione in Germania, principale mercato dell’export italiano, ha ridotto del 5,1% la domanda tedesca dei prodotti del made in Italy. La perdita di competitività data dagli alti costi dell’energia è più intensa per le micro e piccole imprese, più diffuse in Italia rispetto agli altri maggiori paesi europei. Le piccole imprese sono penalizzate dallo squilibrio del prelievo fiscale e parafiscale sui consumi di energia elettrica. Il punto sull’evoluzione dei prezzi energetici in Italia è proposto nell’articolo ‘PREZZO ENERGIA/ Perché in Italia è più alto che negli altri Paesi Ue’ a firma di Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, pubblicato oggi su IlSussidiario.net.

Le tensioni sui mercati all’ingrosso a inizio 2025 – Ad inizio anno si consolidano i preoccupanti segnali rialzisti dei prezzi dell’energia già manifestati nel corso del 2024. A gennaio 2025 l’indice del prezzo sul mercato del gas (Italian Gas Index, IGI) elaborato dal GME sale del 60,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dell’80,0% rispetto ai minimi dello scorso febbraio mentre il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica a gennaio 2025 sale del 44,2% su base annua e del 64,8% dal minimo di aprile 2024.

Sale lo spread elettrico – L’analisi delle statistiche del GME evidenzia che il prezzo all’ingrosso sul mercato elettrico italiano è generalmente più alto delle altre borse europee, ma con lo scoppio della crisi energetica si è impennato lo spread di prezzo pagato sul mercato italiano rispetto alla media europea (ponderata con i consumi di elettricità), che è passato dal 16,3% del 2021 al 44,3% del 2024, un divario che penalizza la competitività delle imprese italiane. Si registrano tensioni anche sui prezzi retail: l’aggiornamento di Arera per il primo trimestre del 2025 indica prezzi della bolletta elettrica in aumento del 18,2%, su cui pesano le “tensioni geopolitiche in alcune aree strategiche e il rialzo stagionale dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, correlato alle quotazioni del gas naturale in vista della stagione invernale”. Su questa correlazione dei prezzi delle commodities energetiche influisce l’elevato uso del gas nel mix di generazione elettrica: l’elaborazione dei dati dell’Agenzia internazionale dell’energia evidenzia che nel 2023 l’Italia produce il 46% dell’energia elettrica utilizzando il gas, a fronte del 22,5% della Spagna, del 17,1% della Germania e del 5,9% della Francia.

I prezzi dell’elettricità per le piccole imprese italiane sono i più alti dell’Ue a 27 – La spinta al rialzo dei prezzi dell’elettricità allarga il divario di competitività per il sistema delle micro e piccole imprese. L’analisi dei dati di Eurostat evidenzia che il prezzo dell’energia elettrica delle imprese nella classe di consumo fino a 20 MWh, nella quale si addensa l’88% dei punti di prelievo del mercato non domestico, nel primo semestre 2024 risulta il più alto tra i 27 paesi dell’Ue e superiore del 22,5% alla media europea.

Un rialzo prolungato del costo dell’elettricità nel corso del 2025 si cumulerebbe al pesante impatto della crisi energetica che, nel biennio 2022-2023, ha determinato per le micro e piccole imprese italiane un divario di costo con i competitor europei che Confartigianato ha stimato pari a 11,8 miliardi di euro.

Gli squilibri del prelievo fiscale e degli oneri di sistema – Sul gap di competitività per le micro e piccole imprese pesa la disparità del prelievo degli oneri generali di sistema. Secondo i dati di Arera, nel 2023 il gettito per gli oneri di sistema ammonta a 8,2 miliardi di euro – di cui l’83,0% sui clienti non domestici – con un sistema di prelievo per unità di consumo fortemente regressivo, che penalizza le piccole imprese italiane in modo più accentuato dei competitor europei. Le imprese in bassa tensione determinano il 34,0% dell’energia prelevata dalle imprese del settore non domestico, ma pagano il 50,3% degli oneri generali di sistema e l’agevolazione per le imprese a forte consumo di energia elettrica.

Anche sul fronte dei carburanti pesa un’eccessiva pressione fiscale, con l’Italia che registra l’accisa sul gasolio per autotrazione più alta dell’Eurozona.

La bolla del 2022 non si ancora sgonfiata – L’escalation dei costi dell’energia innescata dalla crisi del 2022 non è ancora completamente rientrata. Si delinea una “nuova normalità” in cui i prezzi si sono assestati su livelli più alti del passato. Nel 2024 l’indice del prezzo al consumo di elettricità e gas è del 46,9% superiore a quello del 2021, precedente allo scoppio della crisi energetica.

Dall’analisi incrociata dei differenti vettori dei prezzi emergono alcuni aspetti critici. Nel 2024 il prezzo medio di acquisto all’ingrosso dell’elettricità in Italia è del 13,5% inferiore rispetto a quello del 2021, mentre i prezzi dell’energia elettrica al consumo sono del 47,1% superiori a quelli del 2021. Inoltre, nel 2024 l’Italia importa commodities energetiche – petrolio greggio e gas naturale – con prezzi che sono del 5,1% superiori a quelli del 2021, mentre i prezzi al consumo dell’energia – elettricità, gas e carburanti – sono del 37,5% superiori ai livelli del 2021. Nella media dei 27 paesi dell’Unione europea i prezzi all’importazione sono del 23,5% superiori a quelli del 2021 (18,4 punti in più dell’Italia), con prezzi al consumo dei beni energetici che sono del 33,0% superiori a quelli del 2021 (4,5 punti in meno dell’Italia).

Queste vischiosità sottendono la presenza di criticità nella formazione dei prezzi lungo la filiera che, dall’acquisto all’estero in poi, comprende la generazione elettrica (con il relativo mix di fonti), i mercati all’ingrosso, il trasporto e la distribuzione di elettricità e gas. Come ha evidenziato l’ultima relazione annuale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la crisi energetica ha amplificato le asimmetrie informative e la debolezza contrattuale dei consumatori, determinando situazioni di vulnerabilità economica. Nella presentazione del Presidente si ricorda che “l’Autorità ha chiuso undici procedimenti istruttori relativi a pratiche commerciali aggressive volte a indurre i consumatori ad accettare modifiche unilaterali peggiorative dei prezzi dell’energia elettrica e del gas. Le condotte oggetto di procedimenti chiusi con accertamento dell’illecito hanno interessato 4,5 milioni di consumatori e micro-imprese, con un danno prudenzialmente stimato – sulla base dei consumi minimi calcolati da ARERA – di oltre 1 miliardo di euro”.

Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Arera, Commissione europea, Eurostat, GME, IEA e Istat