2 Gennaio 2006, h. 19:26

PREZZI DEL GAS Confartigianato: Per le imprese italiane sono i più alti d’Europa, + 32,5% rispetto alla media Ue. Le nostre Pmi pagano 15.536 euro in più all’anno

“Una crisi degli approvvigionamenti di gas naturale, causata dalle tensioni tra Russia e Ucraina, non farebbe che peggiorare una situazione già pesante per le nostre imprese sul fronte dei prezzi del gas”. 

L’allarme arriva dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale ricorda che in Italia il gas per usi industriali (al netto delle imposte) costa alle Pmi il 32,5% in più rispetto alla media europea.

Per esemplificare l’impatto del prezzo del gas, Confartigianato ha esaminato il caso di un’impresa con un consumo medio annuale di 220.000 metri cubi, vale a dire una piccola-media impresa ad intenso consumo di gas come fattore di produzione (vedi tabella 2). Questa tipologia di azienda paga il gas 15.536 €/anno in più rispetto ad un competitor europeo, vale a dire il 30,4% in più rispetto alla media Ue. I settori produttivi che consumano i volumi più elevati di gas sono: chimica, vetro e ceramica,  meccanica e siderurgia, lavorazione carta, agroalimentare e metallurgia.

Le regioni maggiori consumatrici di gas ad uso industriale sono l’Emilia Romagna (20,7% dei consumi), Lombardia (18,7%), Piemonte (10,0%) e Veneto (9,1%).

Dal 1999 al 2004, il prezzo del gas, al netto delle imposte, per le Pmi italiane è aumentato del 55% e, al lordo delle imposte, del 37%. Nello stesso periodo, per le Pmi dell’Ue i prezzi sono aumentati rispettivamente del 44,6% e del 43,5%.

Il peso del fisco sul prezzo del gas nel nostro Paese è inferiore alla media europea: incide infatti per circa il 14% contro il 20% della media Ue. Tuttavia non contribuisce a ridurre il divario di costi tra imprese italiane ed europee. Tasse incluse, infatti, la differenza di prezzo tra Pmi italiane ed europee rimane del 22%.

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