26 Ottobre 2006, h. 16:51

Allarme di Confartigianato: Liberalizzazione dell’energia al palo gonfia i costi per le Pmi Rischio ulteriori aumenti dei prezzi del gas dall’1 luglio 2007

Dal 1° luglio 2007 l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas non avrà più poteri regolatori sui prezzi del gas. Di conseguenza, a causa delle condizioni di scarsa liberalizzazione del mercato, i prezzi del gas potrebbero subire forti aumenti soprattutto per le piccole imprese.

L’allarme è stato lanciato oggi dai rappresentanti di Confartigianato nel corso di un’Audizione presso la X Commissione Industria del Senato sulla Delega al Governo in materia di liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas.

Confartigianato ha denunciato che “in Italia, i prezzi del gas sono ulteriormente gonfiati dal fatto che gli operatori dominanti posseggono anche le reti di trasmissione. Un’anomalia che fa lievitare i prezzi al consumo fino al 70,2% in più rispetto ai Paesi nei quali la proprietà delle reti è separata”.

Secondo Confartigianato “il rischio di rincari dei prezzi del gas non farebbe che peggiorare la situazione attuale delle imprese italiane già costrette, a causa di un mercato dell’energia ancora protetto, a pagare l’elettricità tra il 20,7% ed il 46% in più rispetto alla media delle aziende europee. Questa differenza, per una piccola impresa italiana, si traduce in un maggior costo annuo di 8.946 euro l’anno”.

“Nelle bollette elettriche di cittadini e imprenditori – fa rilevare Confartigianato – i produttori di energia scaricano anche i sovraoneri da CO2 per il mancato rispetto della Direttiva Emission Trading imposta dal Protocollo di Kyoto”.

“Come se non bastasse  – fa notare Confartigianato – in Italia il prelievo fiscale annuo sui consumi industriali di energia è superiore del 160,2% rispetto alla media Ue. Anche in questo caso ad essere maggiormente penalizzate sono le Pmi che, tra imposte erariali e addizionali provinciali sui consumi di elettricità, sborsano complessivamente 1,99 miliardi di euro l’anno, con un maggior onere fiscale di 643 milioni di euro all’anno rispetto alle grandi imprese”.

A fronte di questa situazione, Confartigianato ha sollecitato il completamento della liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas che incide con il peso maggiore (33%) sul totale dei settori protetti.

Inoltre, i rappresentanti della Confederazione hanno chiesto l’alleggerimento della pressione fiscale sull’energia, la destinazione delle bande di energia elettrica da import e da Cip 6 solo alle imprese non interrompibili (in gran parte piccole e medie imprese), l’introduzione di meccanismi volti a premiare i produttori di energia che rispettano i piani nazionali di emissioni di CO2 investendo in impianti e tecnologie a bassa emissione.

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