10 Ottobre 2006, h. 17:10

LEGGE FINANZIARIA/ LE CONFEDERAZIONI DELL’ARTIGIANATO RIBADISCONO IL GIUDIZIO NEGATIVO Nel corso dell’Audizione alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato

“L’impostazione culturale e politica dell’intera manovra finanziaria per il 2007 appare fortemente punitiva per il ceto medio produttivo ed è priva di misure di rilancio della competitività e di sostegno per la piccola impresa”.

Questo il giudizio fortemente negativo sulla Legge Finanziaria che il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini, dal Segretario generale di Cna Giancarlo Sangalli e dal Presidente di Casartigiani Giacomo Basso esprimeranno oggi nell’ambito dell’Audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.

“Nel provvedimento presentato dal Governo al Parlamento – sottolineano i rappresentanti delle Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi – si registrano consistenti aumenti delle imposte, le avvisaglie di un utilizzo prestabilito della revisione degli studi di settore e un pesante aumento della pressione contributiva sul lavoro autonomo. Contemporaneamente le imprese di piccole dimensioni e l’artigianato si vedono sostanzialmente escluse dalle previste misure per il rilancio della competitività ed il sostegno ai consumi interni, come l’abbassamento del cosiddetto cuneo fiscale”.

Confartigianato, Cna e Casartigiani ritengono che “la manovra sia troppo condizionata da un approccio ideologico che non tiene conto di condizioni di equa distribuzione di oneri e vantaggi a carico di tutte le aree sociali ed economiche del Paese e sia ancora priva di qualunque serio intervento di riorganizzazione e riduzione della spesa pubblica”.

Le tre Confederazioni giudicano addirittura “provocatorio l’aumento di contribuzione per l’apprendistato, che di fatto qualifica come ‘precario’ un istituto che in realtà, per oltre 50 anni, ha creato lavoro e professionalità per intere generazioni di dipendenti e imprenditori artigiani”. 

Confartigianato, Cna e Casartigiani, nel denunciare che “l’impostazione della manovra   è in contrasto con quella parte del Paese, cioè le piccole imprese, che in questi anni hanno garantito l’occupazione e la tenuta sociale ed economica del Paese”, sottolineano come “la concertazione si sia tradotta nella sostanziale presa d’atto, da parte del Governo, delle opzioni espresse dai sindacati dei lavoratori”.

Confartigianato, Cna e Casartigiani respingono anche “l’annosa supposizione che nel mondo della piccola impresa, dell’artigianato e del commercio, si annidi la grande parte dell’evasione fiscale e”, anzi, denunciano “che pressoché nulla è contenuto nella Finanziaria, per favorire l’emersione del sommerso e combattere il lavoro nero”. 

Infine giudicano “una ulteriore forzatura l’obbligatorio trasferimento del TFR alle casse dell’INPS. Si tradurrà in un esproprio ai danni dei lavoratori e in un aggravamento dei costi finanziari per le imprese che in tal modo vengono indebolite e sovraesposte nei confronti del sistema del credito”.

Confartigianato, Cna e Casartigiani chiedono pertanto al Parlamento e allo stesso Governo di intervenire per riequilibrare una manovra che giudicano “iniqua e fortemente sbilanciata sul lavoro dipendente e sulla grande impresa”.

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