13 Febbraio 2007, h. 11:03

Servizi pubblici locali Confartigianato: “La liberalizzazione rimane al palo. Il Ddl depotenziato dagli emendamenti del Governo” Secondo Confartigianato, con vera concorrenza i consumatori risparmierebbero 751 milioni di euro all’anno

“La liberalizzazione dei servizi pubblici locali comporterebbe per tutti i consumatori, famiglie ed imprese, un risparmio medio annuo di 751 milioni di euro. Ma, dopo gli emendamenti del Governo, il Disegno di legge sui servizi pubblici locali si è ridotto a poca cosa. Con buona pace della tanto attesa liberalizzazione e dei conseguenti possibili risparmi per gli utenti. In questo modo, le grandi riforme restano al palo e si rischia di perdere, ancora una volta, l’occasione per modernizzare il Paese”.

Ne è convinto il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini il quale sottolinea che gli emendamenti del Governo hanno depotenziato il Disegno di legge presentato dal Ministro Lanzillotta per il riordino dei servizi pubblici locali.

“Nel testo emendato – spiega Guerrini – sono stati affievoliti o addirittura neutralizzati tre principi fondamentali che avrebbero garantito maggiore concorrenza nella gestione dei servizi pubblici locali e quindi maggiore efficienza e risparmi per i consumatori: la regola generale del ricorso alla gara per l’affidamento dei servizi, il controllo sulle scelte degli Enti locali da parte di Autorità indipendenti, il controllo sulla qualità dei servizi da parte dei consumatori-utenti”.

Il Presidente Guerrini insiste sulla “necessità di aprire il mercato dei servizi pubblici locali alla vera concorrenza. Soltanto così – sottolinea – sarà possibile abbassare le tariffe per i consumatori, qualificare e innovare l’offerta, offrire alle piccole imprese una occasione di sviluppo”.

“Finora – sottolinea Guerrini – abbiamo assistito soltanto a ‘prove tecniche di liberalizzazione’ con il risultato che, tra ottobre 2000 e ottobre 2006, le tariffe dei servizi pubblici locali sono aumentate in media del 21,6%, vale a dire il 6,5% in più del tasso di inflazione”.

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