2 Agosto 2007, h. 00:00

800.000 pensionati contro le discriminazioni del lavoro autonomo

Le due petizioni popolari presentate da ANAP Confartigianato, d’intesa con altre sette associazioni del lavoro autonomo, sono approdate in Parlamento lo scorso 27 giugno. Un totale di 800.000 firme, raccolte su tutto il territorio nazionale, per porre all’attenzione politica italiana due questioni di estrema importanza, non soltanto economica, ma anche e soprattutto sociale. In primo luogo, il coordinamento degli ex lavoratori autonomi sottolinea la necessità di adeguare all’attuale potere d’acquisto le pensioni minime. In tal senso il Parlamento, nella propria proposta di riforma previdenziale, ha mosso qualche passo, almeno da quelle che erano le posizioni iniziali, ma l’argomento resta di estrema importanza e lo sarà fintanto che non verrà definitivamente formalizzato tale adeguamento. Inoltre, e questo probabilmente resta il punto di maggiore insoddisfazione per l’ANAP Confartigianato, rimane la questione legata alla discriminazione operata ai danni degli ex lavoratori autonomi. Una discriminazione che intacca la giustizia sociale e lo stesso articolo 3 della Costituzione Italiana, per cui ogni cittadino ha pari dignità sociale. Se resta ammirevole il tentativo del Governo nel sostenere i pensionati in condizioni reddituali precarie, non altrettanto si può dire, secondo il CUPLA, il Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo, della disparità economica degli assegni familiari, che vede uno scarto pari a cinque volte tra ex lavoratori dipendenti e autonomi. Una realtà inaccettabile per l’ANAP, inconciliabile con quelle che sono le più elementari regole di giustizia sociale.

rss