10 Maggio 2023, h. 12:38

VENETO – L’ANAP Confartigianato Veneto disegna un futuro con “La donna protagonista del lavoro e del welfare”

“Nonne, madri, caregiver: sono le donne il vero welfare sostitutivo! Sono la maggior parte dei 170mila caregiver familiari stimati in Veneto. Praticamente tutte le nonne aiutano economicamente figli e nipoti a cui 3 su 4 fanno loro da babysitter. Sono le donne che tengono in piedi il Paese. Sono però sempre loro che scontano ancora oggi, la mancanza di politiche di welfare adeguate sia che si tratti di gestione dei bambini sia che si tratti di politiche per la non autosufficienza. Per questo abbiamo deciso di dedicare alle “donne dell’ANAP” la nostra convention e premiare sette di loro (una per provincia) distintesi particolarmente per il loro impegno”. Lo ha affermato Fiorenzo Patro Presidente di ANAP del Veneto, l’associazione dei Pensionati artigiani di Confartigianato Imprese Veneto aprendo oggi a Castelfranco Veneto l’annuale appuntamento della associazione dal titolo “La donna protagonista del lavoro e del welfare”.

Appuntamento a cui hanno partecipato STEFANO MARCON – Sindaco Castelfranco Veneto, BARBARA BARBON – Presidente Gruppo Donne Confartigianato Imprese Veneto, PAOLA ROMA – Presidente Associazione Comuni della Marca Trevigiana, ERIKA BORELLA – Direttore Master Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità Università di Padova e ROBERTO BOSCHETTO – Presidente Confartigianato Imprese Veneto.

Ospite speciale della mattinata il Presidente della Regione Veneto LUCA ZAIA intervistato dalla giornalista Elena Cognito sui passaggi relativi al ruolo della donna nella società e nell’economia venete contenuti nel suo libro “I pessimisti non fanno fortuna. La sfida del futuro come scelta”.

“E’ possibile amare, avere famiglia e allo stesso tempo lavorare e magari fare carriera? Per le donne non è così scontato – ha affermato Barbara Barbon – Ancora oggi, all’interno delle famiglie sebbene entrambe le componenti di genere partecipino al mercato del lavoro, lo stesso non si può dire per la condivisione delle responsabilità di cura (in particolare di minori, anziani ed adulti non autosufficienti): per esempio, circa il 72% delle ore di lavoro di cura della coppia con figli sono svolte dalle madri (fonte Istat). Questo ha inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro: il tasso di attività femminile in Italia è fermo al 55,4%, lontano dal 74% degli uomini. È aumentato di oltre 6 punti negli ultimi vent’anni, ma ci separa ancora un abisso dall’81% delle svedesi, dal 75% delle tedesche, dal 70% delle francesi. Siamo all’ultimo posto in Europa, insieme alla Romania. E il tasso di occupazione delle donne si riduce sistematicamente in base al numero dei figli: dal 62% se hanno un figlio al 56% se i figli sono due, al 42% con tre o più figli. Un dato in controtendenza? Le titolari donne di imprese artigiane (circa 184 mila nel 2022) sono aumentate dell’1,7% negli ultimi dieci anni, a fronte di una riduzione (-9,7%) delle imprese attive. La verità – ha concluso – siamo veramente indietro nelle politiche di sostegno alla genitorialità e nelle misure di conciliazione lavoro-famiglia: interventi spot e bonus bebè non sono la soluzione. Servono investimenti strutturali: intensificare la rete di asili nido e scuole per l’infanzia, prevedendo anche una maggiore flessibilità degli orari. Va incentivata la realizzazione di una rete di servizi a supporto della famiglia (siano essi educativi o ricreativi, per minori, anziani o persone con disabilità…). Serve rafforzare la spesa sul welfare per famiglie e giovani agendo anche sulla leva della fiscalità prevedendo la detraibilità delle spese sostenute. Costi che rappresentano un concreto incentivo di crescita alle donne imprenditrici. Perché se la conciliazione famiglia – lavoro è ancora oggi “un tema da donne”, risulta ancora più complessa se sei una imprenditrice”.

“La longevità – ha spiegato Erika Borella Direttore Master Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità Università di Padova rappresenta sicuramente una conquista di questo secolo, ma con essa assistiamo anche ad un incremento delle malattie croniche e della non autosufficienza. Tra i principali disturbi cronici e neurodegenerativi che comportano disabilità e dipendenza per la persona anziana troviamo la demenza, che può essere considerata ad oggi una delle più importanti priorità socio-assistenziali cui siamo confrontati. Ancora una volta vediamo le donne (mogli, figlie) – il 75% – quale risorsa principale per la cura della persona con demenza che vive a casa propria. Ma cosa implica per la donna questo “ulteriore” ruolo? Come possiamo sostenerle, considerate il “paziente invisibile”, nel loro lavoro di cura della persona con demenza? Prendersi cura e promuovere la qualità di vita di chi si prende cura (oltre che della persona stessa) dovrebbero essere considerate ulteriori priorità socio-assistenziali”.

 

Le sette socie ANAP premiate oggi
E’ stato difficile e semplice allo stesso tempo individuare sette donne, sette socie ANAP da premiare. Difficile perché si è dovuto scegliere tra tante, tantissime amiche e colleghe. Semplice perché sono tutte storie straordinarie, accomunate da una forte passione comunitaria e sociale. Artigiane che hanno dedicato una vita alla loro categoria oppure che sono state la prima donna a fare quel determinato mestiere (la fotografa). Donne forti che hanno lavorato in mestieri duri come la metalmeccanica o straordinariamente artistici come le perle.

Sono sette ma rappresentano un mono. Un mondo straordinario che oggi omaggiamo:

Belluno – Ivana Del Pizzol (acconciatrice), Padova – Silvana Bonazza (fotografa), Rovigo – Adriana Cisotto, Treviso – Letizia Baccichet (pulitintolavanderia), Venezia – Marisa Convento (impiraressa), Verona – Nelda Rizzi (metalmeccanica), Vicenza – Claudia Nicoletti (acconciatrice)

PREMIO SPECIALE: MICAELA ROMAGNOLI, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Ospedale di Treviso
Su indicazione del Direttore dell’Azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, ANAP del Veneto ha premiato anche la dr.sa ROMAGNOLI distintasi per qualità professionale, abnegazione e attaccamento al lavoro per tutta la durata della pandemia.

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