22 Febbraio 2008, h. 00:00

Congiuntura 2007, edilizia in affanno

L’edilizia italiana chiude il 2007 in affanno, con alcuni dati in positivo, come l’aumento degli investimenti e dell’occupazione, e altri negativi, frutto soprattutto di fattori esterni. In particolare, a causa dell’aumento sfrenato dei tassi d’interesse dei mutui che ha limitato il mercato della compravendita delle case. Questa la sintesi dell’analisi congiunturale elaborata dall’Ufficio studi di Confartigianato sullo stato di salute della piccola imprenditoria delle costruzioni, che mostra qualche rallentamento dopo un periodo di benessere. Una delle note positive è il ritorno al segno positivo degli investimenti nell’edilizia dopo la brusca frenata arrivata nel secondo trimestre del 2007 quando, dal +1,6% di inizio anno, si perse più di un punto percentuale. Il terzo trimestre torna invece in attivo, registrando un positivo +1,4%. Una crescita che ha interessato tanto gli investimenti nelle costruzioni non residenziali quanto quelli nelle abitazioni. Nonostante la contrazione dell’intero comparto, l’Italia resta comunque il Paese europeo con il maggior numero di imprese del settore, 670.811, di cui il 65,6%, oltre 439mila, a carattere artigiano. Lavorano nell’edilizia, dunque, il 13,6% di tutte le imprese italiane, capaci di assorbire l’11,1% del mercato del lavoro e di partecipare al fatturato nazionale per il 7,4%. E’ ancora il Nord Italia a trainare l’intero comparto, a cominciare dalle 83.503 imprese lombarde, prima regione per numero di imprese. Seguono l’Emilia Romagna (49.844), il Veneto (45.635) ed il Piemonte (45.244). Ma dietro a queste si fanno vedere alcune regioni del centro Italia. Dal 2004 al 2007, infatti, il Lazio ha fatto registrare il miglior risultato di crescita, oltre il 20% di nuove imprese, seguito dalla Toscana, con un +17,6%. Il positivo andamento su lungo raggio delle imprese edili, per numero di addetti e fatturato, ha avuto riflessi soddisfacenti anche sull’andamento occupazionale del settore. Dal 2003 al 2005, infatti, l’edilizia ha creato più di 104mila nuovi posti di lavoro, di cui il 76,2% nella piccola impresa, una volta di più la colonna portante dell’edilizia italiana. Nel 2006 le costruzioni impiegavano quasi 2 milioni di lavoratori. Operai che hanno un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. Dall’analisi congiunturale del settore edile emerge che i lavoratori di età compresa tra i 25 ed i 34 sono soprattutto dipendenti, il 27,8% del totale, in attesa di maturare esperienza e di mettersi in proprio. Non a caso, la fetta più grande dei lavoratori di età compresa tra i 35 ed i 44 anni sono proprio lavoratori indipendenti, che rappresentano il 31,3% degli occupati nel settore. Elemento particolarmente significativo, in un mercato del lavoro ad alto tasso di precarietà come quello italiano, è la forte capacità di stabilizzazione contrattuale dell’edilizia. Infatti, soltanto nel biennio 2005 – 2006, il 24,7 % dei lavoratori a tempo determinato ha ottenuto un contratto di lavoro permanente, facendo registrare il più alto tasso di stabilizzazione di tutti i settori produttivi. Nel 2006, in particolare, il 59,4% dei lavoratori aveva un contratto temporaneo, mentre il 24,7% uno a tempo indeterminato. Un’altra nota positiva per il settore edile arriva dagli infortuni sul lavoro, in forte diminuzione tra il 2004 ed il 2006. Una diminuzione del 6,1%, pari a 2.545 infortuni in meno avvenuti nei cantieri. Un dato positivo, segno dell’attenzione degli imprenditori italiani alla sicurezza dei lavoratori. Un elemento ancora più importante se rapportato agli incidenti avvenuti nei cantieri europei. L’Italia si posiziona dietro a paesi come la Spagna, prima nella classifica per incidenti sul lavoro, la Francia e la Germania. L’unica grande nazione comunitaria dove si registrano meno infortuni nei cantieri rispetto all’Italia è la Gran Bretagna, i cui dati, però, non sono forniti dal sistema assicurativo. Le imprese che hanno ottenuto i maggiori risultati sul piano della sicurezza e, di conseguenza, una forte diminuzione degli incidenti nei cantieri sono ancora quelle del Nord. In particolare del Nord Ovest (-9,2%) e del Nord Est (-7,9%). Buone anche le prestazioni delle imprese del Centro (-3,3%) e del Sud (-1,7%). Meno ampio, ma comunque in calo, il risultato delle Isole, dove gli infortuni sono diminuiti dello 0,8%. Infine, i dati relativi al periodo compreso tra gennaio e novembre 2007 registrano un calo degli infortuni mortali nei cantieri artigiani del 28,8%.

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