21 Marzo 2008, h. 00:00

Contro il caro vita nasce il pane “low-cost”

Primavera tempo di saldi. Ma quest’anno, a causa dell’inflazione che per i beni più acquistati (quelli che compongono la lista della spesa degli italiani) ha toccato il 5%, a finire in promozione non sono solo gli articoli di abbigliamento, ma anche alcuni generi alimentari di prima necessità. Come il pane. Per un mese, dal 15 marzo al 15 aprile, i panificatori italiani potranno decidere in piena autonomia di fare sconti sulle tipologie di pane più diffuse e, nelle ore prima della chiusura, su tutti i tipi di pane in vendita. L’iniziativa è il frutto di quello che il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi, ha definito un confronto “molto utile” con le associazione di categoria, tra queste, in prima linea, Confartigianato Panificazione. “Ho chiesto un’assunzione di responsabilità – ha dichiarato Mister Prezzi – per rispondere a una situazione di emergenza dovuta al carovita che è frutto di condizioni internazionali generalizzate”. Secondo le stime dell’Istat, nell’ultimo anno il prezzo del pane (quello del tipo più diffuso) è cresciuto del 12,5%. La dinamica della formazione del prezzo del prodotto è stata attentamente analizzata nel corso del confronto presso il Ministero dello Sviluppo economico. Conclusione: nessuna speculazione da parte dei panificatori. Gli aumenti derivano da una serie rilevante di rialzi, non solo delle materie prime – le farine registrano un aumento annuo tra il 26-28% e il 40% – ma anche di altri fattori di produzione quali energia elettrica, gas, affitti, trasporti, imposizione locale. “Si tratta di costi fissi sui quali non possiamo intervenire – sottolinea Enzo Mengoni Presidente dell’Associazione panificatori di Confartigianato –. Se poi aggiungiamo che il 70/80% dell’alimentare è in mano alla grande distribuzione, e che questa chiede ai fornitori uno sconto compreso tra il 50 e il 54%, ecco che un fornaio non ci arriva più”. Se l’iniziativa del pane dal prezzo ‘liberalizzato’ per un mese permetterà ai consumatori di risparmiare sulla spesa, l’ “assunzione di responsabilità” richiesta da Mister Prezzi peserà, per il momento, solo sui panificatori, ultimo anello di una lunga filiera. Da qui, la proposta che Mengoni ha rivolto ai panificatori associati a Confartigianato, per rendere compatibili le esigenze dei consumatori con quelle di ‘cassa’: individuare la varietà di pane più diffusa a livello locale e applicare a questa un prezzo calmierato. Nelle Marche, o nel Lazio, per esempio, questo potrebbe essere la ‘pagnotta’ nella pezzatura da mezzo chilo. Che già si candida a primo pane low-cost d’Italia.

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