29 Marzo 2008, h. 17:54

Energia Confartigianato: “L’Autorità per l’Energia condanna le piccole imprese al mercato tutelato e a maggiori costi dell’elettricità”

“L’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas allontana le piccole imprese dal mercato libero dell’energia e le costringe a subire i rincari derivanti dal nuovo meccanismo di calcolo dei consumi per fasce orarie. Bel modo di favorire la liberalizzazione dell’energia”.

Così il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini commenta la situazione in cui, dal 1° aprile, si troveranno 1.700.000 piccole imprese manifatturiere e dell’edilizia che rischiano di subire aumenti medi del 12,6% del costo dell’energia elettrica, pari a 226 milioni di maggiori costi. I rincari derivano dal nuovo meccanismo di calcolo, introdotto con la delibera 278/2007 dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, che differenzia le stime dei consumi per fasce orarie e che si applicherà a tutte le imprese in bassa tensione con potenza disponibile pari o inferiore a 55 kW. Il nuovo sistema avrà pesanti ripercussioni su quella quota di piccole aziende che hanno un consumo diurno feriale poco flessibile, cioè quelle che, per lavorare, utilizzano energia dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 18 e che non possono spostare i propri consumi in fasce meno care.

Guerrini fa rilevare che “sulla base di dichiarazioni di rappresentanti dell’Autorità, pubblicate oggi dal quotidiano ‘Libero Mercato’, che fanno riferimento a presunti sussidi all’interno della classe di consumo delle piccole imprese, l’Autorità scatena una guerra tra piccoli imprenditori e li condanna a rimanere sul mercato tutelato per evitare interventi di regolazione. Con il risultato di subire tutti gli svantaggi in termini di maggiori costi dell’energia”.

“Un’istituzione che si occupa di regolazione del mercato quale è l’Autorità – fa rilevare Guerrini – dovrebbe mostrare maggiore consapevolezza del contesto produttivo. Invece si è di fatto assunta la responsabilità di dire a quasi 2 milioni di piccole imprese del manifatturiero e dell’edilizia, vale a dire proprio le imprese protagoniste del made in Italy sui mercati internazionali che, per risparmiare sul costo dell’energia, devono lavorare di notte e di sabato e domenica e che finora sono state sussidiate da bar, ristoranti e pizzerie”.

“Le piccole imprese – avverte Guerrini – non vogliono rimanere in riserve indiane e sono abituate a misurarsi nel libero mercato, si sono unite per goderne a pieno i vantaggi e dovrebbero incontrare nelle istituzioni dei facilitatori e non degli ostacoli”.

“Non vorremmo – conclude il Presidente di Confartigianato – che dietro a tutto ciò si celasse un ‘cartello’ dei distributori di energia che, sfruttando la scarsa concorrenza dal lato dell’offerta, di fatto fa aumentare il costo dell’energia per i consumatori. Nel caso verificassimo la fondatezza di questo sospetto, Confartigianato lo denuncerà all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”.

L’Ufficio studi di Confartigianato ha elaborato alcune stime dei maggiori costi dell’energia per 7 casi di imprese, derivanti dal nuovo sistema di calcolo dei consumi di energia. Il nuovo sistema fa aumentare mediamente del 28% il costo dell’energia elettrica su base annua delle 7 imprese, di cui un 8% da aumento spinto dall’incremento dei costi di petrolio e gas e per il restante 20% dalla regolazione di load profiling.

La tabella si riferisce a casi singoli di imprese, che pertanto non esprimono profili medi di consumo per la propria classe di appartenenza

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