15 Dicembre 2008, h. 16:56

CONSUMI Sondaggio Confartigianato – A Natale tavole più ‘federaliste’. La crisi fa riscoprire la qualità dei prodotti tipici locali: + 5% i consumi rispetto al 2007

Nonostante la crisi resistono i consumi di specialità alimentari artigiane e quest’anno le tavole natalizie saranno più ‘federaliste’ con la riscoperta della qualità dei prodotti tipici delle regioni italiane.

Lo rileva un sondaggio di Confartigianato condotto in tutta Italia su un campione di 1.200 produttori artigiani del settore alimentare: nelle preferenze dei consumatori si stanno affermando le tipicità locali per le quali si attende un incremento del 5% delle vendite rispetto a Natale 2007.

Seppure con gusti diversi, l’Italia è unita nel segno della qualità e della varietà delle produzioni alimentari artigiane. Confartigianato calcola che siano almeno 260 le ricette tipiche natalizie diffuse nelle varie zone del Paese.

Il ritorno alle tradizioni alimentari è anche alla base del boom registrato dalle 6.043 imprese specializzate nella lavorazione dei nostri 174 prodotti di qualità DOP e IGP: nel 2007, infatti, le aziende sono aumentate del 6,2% rispetto all’anno precedente, con un picco del + 14% nel Mezzogiorno.

Tra le specialità più gettonate a Natale vi sono, come sempre, i dolci: i consumi di quelli tipici, secondo Confartigianato, dovrebbero attestarsi sui 50.000 quintali per un valore di circa 70 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, panettoni e pandoro artigiani, Confartigianato prevede che potranno essere raggiunti i risultati del 2007 quando ne furono venduti 120.000 quintali per un valore di 240 milioni di euro.

Sotto controllo i prezzi. Nonostante l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, i pasticceri artigiani si sono impegnati a mantenerli invariati rispetto allo scorso anno. Per panettoni e pandoro artigiani oscillano tra 15 e 20 euro al Kg. Per il torrone il costo va da 10 a 13 euro al Kg.

In Italia – secondo i dati di Confartigianato – le pasticcerie e i panifici artigiani sono quasi 45.000, danno lavoro a 166.000 addetti e dal 2003 ad oggi sono aumentati del 14,6%. Rappresentano l’87,7% del totale delle aziende del settore dolciario.

La passione degli italiani per i dolci artigiani è testimoniata anche dal fatto che il nostro Paese contende alla Francia il primato per la diffusione di forni e pasticcerie: in Francia vi sono 72 imprese di questi settori ogni 100.000 abitanti, in Italia 66 imprese ogni 100.000 abitanti. Seguono a grande distanza paesi come la Spagna, con 24 imprese ogni 100.000 abitanti, e la Germania, 18 imprese ogni 100.000 abitanti.

Nella classifica delle Regioni più ‘dolci’ d’Italia, al primo posto vi è il Piemonte, regione leader per la varietà della produzione con 24 specialità tradizionali in cui la nocciola è l’immancabile ingrediente.

Segue, con 21 ‘ricette’ tipiche, la Sicilia, patria della mandorla e terra d’origine del cioccolato (furono gli Spagnoli, sul finire del 1600, a portarvi il cacao e le tecniche di lavorazione scoperti nel Messico degli Aztechi). Terzo posto ex aequo per Emilia Romagna, Puglia e Sardegna, custodi anch’esse di un’antica esperienza dolciaria.

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