4 Luglio 2010, h. 17:17

MANOVRA ECONOMICA RETE IMPRESE ITALIA E CONFINDUSTRIA RIBADISCONO LA RICHIESTA DI MODIFICHE DELLE NORME FISCALI

Roma, 4 luglio 2010 – Confindustria e Rete Imprese Italia (Confcommercio, Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confesercenti) ribadiscono le preoccupazioni sulle misure della manovra finanziaria relative alla riscossione (articolo 38) e alla compensazione dei debiti e crediti fiscali (articolo 31).

“La proposta che è stata avanzata in Commissione Bilancio al Senato di portare da 150 a 300 giorni la durata massima della sospensione giudiziale degli atti di recupero dei crediti – dicono – verso l’amministrazione non risolve il problema, a fronte del fatto che la durata media dei soli procedimenti di primo grado supera i 700 giorni”.

Se passasse questa norma, “il contribuente sarebbe costretto – pena il pignoramento – a pagare gli importi richiesti dall’amministrazione, pur essendo ancora in attesa di sentenza e a fronte di pretese che nella grande maggioranza dei casi risulteranno successivamente non fondate. Ciò non è accettabile, darà luogo a contenziosi, anche in punto di legittimità costituzionale, in molti casi porterà a conseguenze irreparabili, specie per le piccole e medie imprese. Per rimediare al problema, occorre che la sospensiva duri quantomeno sino alla sentenza di primo grado”.

L’altra misura che desta allarme, continuano le imprese, riguarda “il divieto di effettuare compensazioni fra crediti e debiti fiscali in presenza di accertamenti anche di importo modesto (1.500 euro). Come si è già fatto osservare, il divieto di compensazione può essere imposto, ma solo quando vi sia la piena certezza del debito fiscale, ossia quando lo stesso sia iscritto a ruolo definitivo”. A riguardo si fa notare che il titolo della rubrica (riportato anche nella relazione illustrativa e nella relazione tecnica) recita: “Preclusione alla autocompensazione in presenza di debito su ruoli definitivi”. Nel testo dell’articolo 31 si fa invece riferimento a debiti “iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori” e si omette la qualificazione “definitivo”. Stupisce ed allarma, secondo le imprese, il fatto che, sino ad oggi, non si sia riscontrata alcuna disponibilità da parte del Governo a introdurre nel testo questa qualificazione , che appare invece assolutamente necessaria per tutelare i diritti dei contribuenti.

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