28 Novembre 2011, h. 00:00

L’Europa vuole tempi certi per i pagamenti

Chi fa impresa in Italia sa che di ostacoli lungo il proprio percorso ne incontrerà tanti. Burocrazia, un sistema fiscale particolarmente incisivo sui bilanci aziendali, un difficile accesso al credito e la concorrenza sleale di chi esiste nella realtà ma non nei registri delle camere di commercio. E’ nei tempi di pagamento, però, che l’Italia dà il peggio di sé. Oggi, per incassare una fattura, occorrono in media 137 giorni, quasi 4 mesi e mezzo. Un’attesa infinita, snervante, insopportabile per i bilanci aziendali e per le scadenze fiscali del nostro paese. Ma attenzione, perché stiamo parlando di medie. La realtà, spesso, rischia di essere anche peggiore, lasciando gli imprenditori in attesa di un Godot che forse non arriverà mai. <i>“Quella dei ritardi di pagamento è una vergogna, in Italia come in Europa. Soprattutto per quanto riguarda i tempi di pagamento tra grandi e piccoli imprenditori e tra la pubblica amministrazione e le imprese fornitrici </i>- ha detto senza indugi Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea -<i> Per questo motivo abbiamo chiesto all’Italia di recepire al più presto la direttiva europea che impone tempi certi di pagamento, da 30 ad un massimo di 60 giorni, dal pubblico verso il privato e tra privati, dal grande verso il piccolo”</i>. Per il vicepresidente della Commissione europea, questa cultura del “tranquillo che il mese prossimo pago” è una condanna per il sistema imprenditoriale italiano. Anche, e soprattutto, alla luce dell’attuale crisi economica, che ha fatto lievitare ancor di più i tempi di pagamento portandoli ai valori attuali. L’Ufficio studi di Confartigianato ha scoperto che negli ultimi dodici mesi, i tempi di pagamento si sono allungati ulteriormente. A dicembre 2010, infatti, per incassare una fattura occorrevano 93 giorni, diventati 95 a maggio 2011 ed esplosi fino ai 137 giorni attuali. Nel settore delle costruzioni, complice l’immobilismo del mercato immobiliare, la situazione è ancora più grave. Un’impresa dell’edilizia deve attendere in media 157 giorni, più di cinque mesi, con un incremento nell’ultimo anno di 63 giorni. L’imprenditore in attesa di incassare una fattura può soltanto aspettare. Chi sceglie di tutelarsi in via giudiziaria, infatti, rischia di mettersi in una coda d’attesa ancor più lunga. Per risolvere una controversia legata alla tutela di un contratto commerciale, in Italia occorrono in media 1.210 giorni. Nella classifica dei paesi OCSE, l’Italia è prima con un distacco mostruoso sulla seconda, la Spagna, dove un processo dura in media 515 giorni. Ma quella dei tempi della giustizia è tutta un’altra storia.

rss