27 Marzo 2012, h. 00:00

Il rilancio dell’edilizia passa per la semplificazione burocratica del settore

Le norme contenute nel decreto semplificazioni potrebbero scardinare uno degli ostacoli più inutili e fastidiosi per gli imprenditori italiani: la presentazione ripetuta della stessa documentazione alla pubblica amministrazione. Oggi, in media, lo Stato chiede alle imprese di consegnare lo stesso documento 27 volte. “Il nostro è un paese incartato – ha detto senza mezzi termini il Segretario di ANAEPA Confartigianato, Stefano Bastianoni – dove le imprese, quando partecipano a gare, devono produrre una quantità infinita di documenti, certificati e carte che attestino le loro qualità. In questo senso, la creazione di una banca dati presso l’Autorità di vigilanza dei lavori pubblici prevede che tutti questi documenti vengano conservati in questa banca dati. Così facendo, l’impresa potrà autocertificarsi, evitando di produrre tutti questi documenti con un notevole risparmio in termini di tempo e di denaro. A sua volta, la stazione appaltante, qualunque essa sia, potrà consultare in maniera rapida e veloce questa banca dati, verificando i requisiti dell’impresa partecipante”, ha aggiunto Bastianoni. Il progetto, inserito nel decreto semplificazioni, dovrebbe partire nel gennaio 2013, con un risparmio stimato per lo Stato di 140 milioni di euro. La banca dati nazionale per i contratti pubblici, però, non è l’unica novità introdotta con il decreto semplificazioni. Oltre a questo, il Governo Monti ha pensato anche alla responsabilità solidale tra appaltatore e committente e sta lavorando alla definizione delle attività soggette alla SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, a quelle per cui basterà una semplice comunicazione e a quelle completamente libere. Tutte misure che dovrebbero snellire il complesso apparato burocratico italiano e che vanno ad aggiungersi a quelle contenute nel decreto liberalizzazioni, attualmente all’esame del parlamento per l’approvazione definitiva. Tra queste, la riduzione dell’IMU sull’invenduto, il piano nazionale di edilizia abitativa e lo stanziamento di 7 miliardi per la copertura dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. “A nostro avviso, queste iniziative vanno nella direzione di trasformare l’impresa in un volano cardine per la ripresa dell’economia. Per questo motivo, vediamo con favore le iniziative adottate con entrambi i decreti”, ha concluso Stefano Bastianoni. La strada è ancora lunga, ma la direzione presa dal Governo Monti sembra essere quella giusta. Gli imprenditori vogliono fare gli imprenditori, pensare a come sviluppare l’azienda, a come aumentare l’occupazione del proprio territorio. Di certo, non vogliono perdersi in quella giungla di carte bollate che è la pubblica amministrazione italiana.

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