17 Aprile 2012, h. 00:00

Da Confartigianato AsoloMontebelluna una task force per sostenere gli imprenditori del Nord Est

In neppure due mesi di attività ha raccolto decine di appelli di imprenditori piegati dalla crisi. «Life Auxilium» è la rete di sostegno promossa Confartigianato AsoloMontebeluna, una segreteria telefonica sempre attiva, uno sportello con operatori pronti ad ascoltare ma soprattutto a sostenere con strumenti reali chi non riesce più a far fronte al peso pratico e psicologico di fisco, banche, ritardi di pagamento, cartelle esattoriali. <i>«La maggior parte delle telefonate di imprenditori che si sono rivolti al nostro sportello sono connesse a problemi legati al credito </i>– spiega il presidente di Confartigianato AsoloMontebelluna Stefano Zanatta.<i> Credito, perché non riescono ad avere credito dalle banche, credito perché non ottengono pagamenti dalle imprese per le quali hanno fatto i lavori. E quando le casse sono vuote è impossibile soddisfare le richieste di lavoratori e fornitori, per non dire quelle di Equitalia. Gli imprenditori che ci chiamano non sono evasori, vogliono pagare i propri debiti ma sono impossibilitati a farlo».</i> Al primo contatto telefonico segue un’incontro, si stila un piano di intervento a cui si può affiancare, a seconda dei casi, la consulenza gratuita di un avvocato o di uno psicologo. Il centro, opera fianco a fianco con i servizi del territorio: uffici comunali, Unità sanitaria locale, Caritas. E in tempi strettissimi arriva l’aiuto: aiuto a tenere aperta l’attività o a chiuderla se mancano i presupposti per mandarla avanti. <i>«Io </i>– rimarca Zanatta -<i> la chiamo l’eutanasia dell’azienda. Se c’è bisogno di fare questo dobbiamo farlo per non trascinare situazioni che possono peggiorare rispetto al presente». </i> A telefonare al numero di Confartigianato AsoloMontebelluna non sono solo gli imprenditori veneti, o i loro famigliari, gli sos arrivano da tutto il Paese. La crisi, infatti, ha riunito sotto lo stesso cappello realtà produttive di territori prima distanti, ma nel nord est l’umiliazione di veder sgretolare in pochi mesi il lavoro di anni può avere esiti più drammatici che altrove. In Veneto, dal 2009 a oggi, una cinquantina di imprenditori si è tolta la vita per motivi economici, una lista che si aggiorna con rapidità preoccupante. Una situazione che lo psicoterapeuta Piero Munaro del cento Eidos di Treviso, autore di una ricerca che ha analizzato come gli imprenditori di questi teritori hanno reagito alla crisi, spiega così.<i> «Nel Veneto c’è una cultura che può essere considerata lavora, lavora, lavora. Dove la dimensione lavorativa è molto significativa e molto importante. E’ chiaro che nel momento in cui questa dimensione non riesce più a funzionare, questo crea una grossa difficoltà all’imprenditore».</i>

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