8 Gennaio 2013, h. 00:00

La crisi del mattone “brucia” 609mila posti di lavoro

La crisi sgretola il comparto del mattone. Nel 2012 la produzione dell’edilizia ha fatto un balzo indietro tornando ai livelli di gennaio 2000; male anche il valore aggiunto reale generato dal settore che lo scorso anno è sceso a quota 69 miliardi, addirittura al di sotto dei risultati fatti registrare nel primo anno del nuovo millennio. Si aggrava l’emorragia di posti di lavoro: da aprile 2008, la crisi ha bruciato 609 mila impieghi. Difficoltà in tutti i comparti: dalla produzione di nuove abitazioni all’edilizia non residenziale, alle opere pubbliche. L’anno che verrà, secondo il segretario di Anaepa Confartigianato Stefano Bastianoni, sarà ancora un anno difficile. “Le piccole imprese in questo momento stanno soffrendo, ci sono drammi familiari, sociali, interi territori che vivevano nel benessere oggi vivono una situazione di grande sofferenza . Per questo – prosegue Bastianoni – chiediamo che in futuro si riparta proprio dal settore casa, dalle costruzioni, investendo in programmi, energie e risorse per dare risposte economiche e sociali al Paese attraverso anche il settore delle costruzioni”. In sostanza, qualunque maggioranza uscirà dalle prossime elezioni, dovrà mettere al centro della propria agenda la funzione anticiclica delle costruzioni per far ripartire l’economia del Paese. Al primo posto tra gli interventi suggeriti da Anaepa c’è l’allentamento del patto di stabilità: “Occorre agevolare la spesa per investimenti dei comuni – spiega il segretario Bastianoni – e comprimere semmai la spesa corrente, in maniera tale da mettere in sicurezza il nostro territorio che è esposto al rischio sismico e a quello idrogeologico, intervenendo su ospedali, scuole, edifici pubblici. C’è tanto da fare non solo per rilanciare questo Paese ma anche dare lavoro al settore delle costruzioni”. Nuove prospettive potrebbero aprirsi con il Piano Città, una felice intuizione che aveva avuto il Governo. Il piano, prevede per i comuni la possibilità di ‘rigenerarsi’ attraverso progetti pubblico-privati mirati a interventi di riqualificazione delle periferie, vecchie strutture da sostituire con immobili ad alta efficienza energetica. “Il problema – rimarca il segretario di Anaepa Confartigianato – è che non ci sono le risorse. Se pensiamo che a fronte di tutti i progetti presentati che sono svariate migliaia, ci sono solo 224 milioni, anziché i 10 miliardi che sarebbero necessari, comprendiamo come questa intuizione resti molto sulla carta”. Il 2012 si conclude con diverse incompiute per il settore delle costruzioni. Una in particolare, riguarda i ritardi di pagamento. Ancora oggi, il settore non sa se nel recepimento della direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento siano stati inseriti anche i lavori pubblici. Rimane in sospeso pure la battaglia per dotare il settore di una legge di qualificazione professionale, al fine di garantire la professionalità degli operatori e una maggiore sicurezza nei cantieri. “Questi due grandi filoni sono al momento ancora lasciati per il futuro che verrà”, conclude Stefano Bastianoni.

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