18 Marzo 2015, h. 16:28

STUDI – Verso l’uscita del tunnel di una lunga recessione

La fase di debolezza dei prezzi caratterizza la transizione dell’economia italiana tra una profonda e lunga recessione e una lenta ripresa. In parallelo si registrano condizioni favorevoli sul fronte dei prezzi del petrolio e della competitività sui mercati esteri grazie al deprezzamento del tasso di cambio euro/dollaro, condizioni favorevoli alla crescita che – su previsioni di Istat e Commissione Europea – dovrebbe manifestarsi da questo primo trimestre del 2015. L’esame di alcuni dati macroeconomici e congiunturali ci consente di esaminare le condizioni di partenza di questa fase di recupero.

Il consuntivo annuale del commercio estero evidenzia che nel 2014 l’export – pur salendo in valore del 2,0% rispetto all’anno precedente – in volume mostra una crescita che si ferma al +0,6%; i dati pubblicati oggi dall’Istat confermano le condizioni di debolezza della domanda mondiale, con l’export che a gennaio 2015 segna una flessione congiunturale dell’export del 2,5% e in termini tendenziali del -4,2%.

Dal mercato del lavoro si confermano i segnali di stabilizzazione: a gennaio 2015 gli occupati crescono dello 0,6% in un anno mentre si riduce sensibilmente l’aumento dei disoccupati (+0,2%, in diminuzione rispetto al +2,0% di dicembre); se – e solo se – le condizioni della domanda miglioreranno, la riforma del Jobs act e la decontribuzione per le nuove assunzioni potranno favorire la crescita dell’occupazione.

Le condizioni espansive della politica monetaria spingono verso il basso i tassi sui prestiti alle imprese (2,45%) che, però, in Italia rimangono superiori di 37 punti base alla media europea; a gennaio 2015 i prestiti alle imprese rimangono in calo (-2,8% su base annua), anche se si osserva un rallentamento della contrazione. Al quarto trimestre 2014 la domanda per investimenti risulta in calo tendenziale del 3,0% e, in particolare, persiste un forte calo degli investimenti in costruzioni (-6,8%). E’ insufficiente il sostegno agli investimenti della domanda pubblica, con la spesa in conto capitale che tra il 2014 e il 2017 si contrae di 0,2 punti di Pil; appaiono ancora incerti gli effetti del Piano Juncker per l’Italia.

La ripresa è particolarmente necessaria per un rilevante segmento produttivo come quello dell’artigianato, che presenta ancora condizioni critiche; in particolare al IV trimestre 2014 i due settori dove è maggiore l’incidenza delle imprese artigiane – manifatturiero e costruzioni – presentano ancora una diminuzione congiunturale del valore aggiunto e, nel dettaglio, dell’1,4% nel manifatturiero (Industria in senso stretto) e del 3,2% nelle Costruzioni. I Servizi, al contrario, sono in territorio positivo segnando una crescita del valore aggiunto dello 0,2%. Il segno della creazione di valore aggiunto per settore è confermato anche dall’andamento tendenziale del totale annuale: nel 2014 le Costruzioni arretrano del 3,6% rispetto al 2013, il manifatturiero cala dello 0,8% – con una decelerazione del calo rispetto al -2,9% registrato el 2013 – mentre i Servizi, dopo un biennio di recessione, tornano a crescere (0,2%).

In tali condizioni prosegue la fase di selezione della struttura imprenditoriale dell’artigianato: nel 2014 le imprese artigiane registrate sono diminuite del 1,4%, segnando, comunque, un miglioramento di mezzo punto rispetto al -1,9% registrato nel 2013.

PREZZO DEL PETROLIO IN EURO

(euro/barile – gennaio 2005-febbraio 2015 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati EIA – U.S. Energy Information Administration e Banca d’Italia)

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TASSO ALLE IMPRESE IN ITALIA E NELL’EUROZONA A 19 NEGLI ULTIMI 8 ANNI

(Gennaio 2007-gennaio 2015.Tasso % medio per totale nuovi prestiti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Bce)

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DINAMICA TENDENZIALE MENSILE DELLE ESPORTAZIONI NEGLI ULTIMI 5 ANNI

(Dicembre 2009-dicembre 2014-Export in valore destagionalizzato – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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DINAMICA VALORE AGGIUNTO SETTORIALE

(var. % tendenziale – dati destagionalizzati e corretti per gg. lavorativi – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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