25 Giugno 2015, h. 13:09

STUDI – Tra Italia e Germania uno spread di 42 posizioni per condizioni di ‘fare impresa, 22 punti di crescita del Pil e 2,9 punti di spesa per dipendenti pubblici.

A margine della sentenza di ieri della Corte Costituzionale sul lavoro pubblico va ricordata l’importanza del capitale umano della Pubblica Amministrazione come fattore chiave per creare condizioni di contesto positive per lo sviluppo delle imprese e la crescita economica. A tal riguardo il confronto tra Italia e Germania evidenzia che si possono efficientare i processi dei servizi pubblici con una minore spesa per retribuzioni pubbliche in associazione con un migliore ambiente per le imprese ed una maggiore crescita. La gestione del lavoro nella PA, oltre ai costi, deve considerare le modalità organizzative e, soprattutto, l’efficacia dei processi dei servizi pubblici.

Secondo la comparazione internazionale analizzata in un lavoro della dalla Ragioneria Generale dello Stato si osserva che In Italia la spesa per dipendenti pubblici è pari al 10,5% del Pil, in linea con la media dell’UE 28, ma molto distante dal 7,6% della Germania. In particolare si segnala che a fronte di un generalizzato più contenuto peso del personale della PA, la Germania è al 14° posto nel mondo per contesto favorevole a ‘fare impresa’, davanti di ben 42 posizioni all’Italia che si colloca al 56° posto. Molto ampio anche lo spread della crescita: in quindici anni (2000-2015) il Pil – a prezzi costanti – in Germania è salito del 21,5%, mentre in Italia si è registrata una ‘crescita zero’ (-0,3%).

 

Spesa della Pa per redditi da lavoro dipendente per funzione

(anno 2012 – % del Pil, funzioni Cofog – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati RGS di fonte Eurostat)

Crisi&EnergiaNella gestione del personale nella PA sono numerosi i casi in sui sono presenti squilibri che rendono la spesa poco efficiente. Un caso è quello della spesa per il personale nelle regioni.

Come evidenziato nel  dossier del Gruppo di Lavoro Regioni e Province autonome pubblicato nell’ambito delle attività di Revisione della Spesa previste dal c.d. “Piano Cottarelli” – che esamina la spesa per dipendenti delle Regioni – “l’opera dirazionalizzazione sulla spesa di funzionamento non deve comunque considerarsi conclusa“, il documento propone un’analisi del potenziale risparmio rispetto al benchmark sul costo del personale per abitante differenziato per classe demografica di appartenenza della regione. Nel dettaglio l’analisi svolta dal dossier distribuisce le Regioni a Statuto Ordinario (RSO) – ad eccezione della Lombardia valutata singolarmente per la sua maggiore dimensione – in tre gruppi secondo la loro dimensione demografica e individua per ciascun gruppo un percorso di transizione verso obiettivi di breve periodo e a cinque anni indicando che i) la spesa di personale delle Regioni Grandi (Gruppo A – Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Toscana, Piemonte, Lazio e Campania) si allinei al valore medio della spesa del Gruppo (45,2 euro/abitante) nel breve periodo e al valore medio della spesa pro-capite delle RSO (43,9 euro/abitante) nel quinquennio; ii) la spesa delle Regioni Piccole (Gruppo B – Umbria, Basilicata e Molise) ad un valore medio della spesa del Gruppo (98,5 euro/abitante) nel breve periodo e al valore inferiore di spesa pro capite della classe di appartenenza (71,4 euro/abitante dell’Umbria) nel quinquennio successivo; iii) la spesa delle Regioni Medie (Gruppo C – Liguria, Marche, Calabria, Abruzzo) al valore medio della spesa del Gruppo (59,3 euro/abitante) nel breve periodo e al valore medio delle RSO (43,9 euro/abitante) nell’arco di un quinquennio.

 

Spesa personale delle Regioni a Statuto Ordinario: due ipotesi di risparmio

(Valori in milioni di euro – popolazione in migliaia – spesa per abitante in euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Gruppo di Lavoro Revisione della spesa‐Regioni e Province autonome)
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Crisi&EnergiaAbbiamo valutato l’impatto sul costo del personale delle Regioni esaminato nell’ipotesi di convergenza al benchmark a cinque anni – applicato alle Regioni che presentano costi per abitante superiori – stimando un risparmio complessivo sulle 15 Regioni a Statuto Ordinario del 13,9% della spesa del personale; in particolare nelle 7 Regioni che, secondo il modello individuato dal Gruppo di lavoro, devono adottare un contenimento della spesa il risparmio della spesa del personale arriva al 28,6%.

Ma nell’ipotesi più audace in cui le Grandi Regioni – esclusa la Lombardia – convergano sulla regione più efficiente del Gruppo (Veneto, con 30,5 euro per abitante), si stima che il risparmio sui dipendenti pubblici delle Regioni arrivi al 30,7% della spesa per tutte le 15 Regioni a Statuto Ordinario e per le 11 Regioni che adottano risparmi si arriva ad una minore spesa del 45,6%.

 

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