21 Dicembre 2015, h. 17:00

L’Europa limita l’uso del carbone vegetale nella produzione di pane

pane_carbone vegetaleIl pane nero al carbone vegetale è finito al centro di una controversa vicenda tra il Ministero della Salute e l’Europa. Per l’Italia è un integratore alimentare utile alla digestione, per Bruxelles un colorante da utilizzare soltanto per alcuni prodotti. Una divergenza di vedute che ha colpito un prodotto in rapida ascesa tra i gusti degli italiani e sempre più presente nei forni del Belpaese.
Da qualche tempo, infatti, l’utilizzo del carbone ha spopolato, dividendo tra chi lo considera una tendenza del momento da chi crede sia una delle nuove frontiere della cucina italiana, mai tanto vivace ed innovativa come in questo momento. C’è chi lo compra per il gusto e chi per le proprietà benefiche riconosciute dallo stesso Ministero della Salute. Altri, invece, rimangono basiti di fronte ad un pane così strano, per modo di dire, rispetto alle nostre abitudini alimentari.
Il Ministero non ha dubbi sulle proprie benefiche del carbone vegetale. E’ una sostanza organica naturale che non rilascia elementi tossici ed è quindi un integratore alimentare riconosciuto e consigliato per le proprietà digestive. Per Bruxelles, invece, il carbone vegetale è un colorante, il numero E153, e ne limita l’utilizzo ai cosiddetti “prodotti da forno fini”, come i taralli, le friselle e i grissini. Non può essere utilizzato per tutti gli altri tipi di pane, per forma o ingredienti. Non fa male ma l’Europa ne limita l’uso. “Non ha senso sporcare uno dei simboli della nostra tradizione – ha detto Enzo Mengoni, presidente di Confartigianato Panificatori – quella del carbone vegetale è una moda effimera, una tendenza che ha attirato gli italiani ma che non ha alcuna traccia nella nostra tradizione. Una moda che anche l’Europa ha messo al bando”.

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