2 Agosto 2016, h. 18:06

STUDI – Import oil&gas scende a 30,4 miliardi € (-24,8%), tornando ai livelli di 11 anni fa

Le condizioni dell’economia internazionale sono caratterizzate dal calo della domanda dei paesi emergenti su cui si sovrappone la concretizzazione della Brexit, con nuove incertezze e rischi per l’economia globale. In tale contesto prosegue la discesa dei prezzi all’importazione di petrolio greggio e gas naturale che a maggio 2016 registrano un calo del 22,3% che – pur in presenza di una crescita delle quantità importate – fa calare su base del 24,8% il valore delle importazioni collocandole a 30.429 milioni di euro, ai livelli di 11 anni fa (aprile 2005) e inferiori del 55,7% rispetto al massimo di 68.641 milioni di euro di ottobre 2012.

Le turbolenze dello scenario geopolitico modificano il sistema di relazioni tra Paesi e le politiche di approvvigionamento energetico. Per esaminare questi cambiamenti abbiamo misurato le variazioni delle quote dei principali Paesi fornitori nelle importazioni di gas e petrolio negli ultimi 12 mesi (maggio 2015-aprile 2016) rispetto a quelle dell’anno 2015.

Nel dettaglio per l’UE a 28 sono in salita le quote di import dalla Russia (+0,9 punti), dall’Iraq e dal Regno Unito (entrambe con +0,3 punti); aumentano di due decimali di punto anche le quote di Norvegia e Algeria.

Per l’Italia lo switch delle forniture energetiche è più marcato: si incrementano di 1,6 punti le quote di Russia e Algeria e sale di 1,1 punti il peso dell’Iraq. All’opposto sono in calo le quote delle forniture provenienti da Libia (-1,4 punti), Azerbaijan (-1,3 punti), Qatar (-0,8 punti); scendono di 0,4 punti le quote di Nigeria e Olanda.

L’analisi di più lungo periodo ci consente di valutare la distribuzione delle forniture energetiche a fronte delle politica della Commissione europea di riduzione della dipendenza energetica dalla Russia dopo lo scoppio della crisi ucraina della primavera del 2014.  Nel 2013 – anno precedente alla crisi internazionale intorno all’Ucraina – la Russia deteneva il 26,9% dell’import di petrolio e gas dell’UE a 28 e nel 2016 (ultimi dodici mesi tra maggio 2015 e aprile 2016) è scesa al 24,1% con una riduzione di 2,7 punti. Nel dettaglio tutti i maggiori Paesi dell’Ue registrano una riduzione della quota di import dalla Russia, ad eccezione dell’Italia per cui la quota dell’import russo passa dal 24,5% del 2013 al 27,8% del 2016, complice l’instabilità della Libia che ha ridotto la relativa quota dal 12,5% del 2013 al 7,6% del 2016. Pur in presenza di tale calo, la quota dell’import dalla Libia dell’Italia è di 5,5 punti superiore al 2,1% della media Ue, evidenziando la più alta dipendenza dall’import energetico e, conseguentemente, la maggiore esposizione della nostra economia all’instabilità del Paese nordafricano.

L’analisi del quadro geopolitico delle forniture di energia nella rubrica ‘Imprese ed Energia” su QE-Quotidiano Energia

 

Dinamica prezzi all’importazione: Petrolio greggio e gas naturale

(Gennaio 2011-maggio 2016 – var. % tendenziale indice 2010=100; totale Uem ed extra Uem (Ateco 2007 B06) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Importazioni di petrolio greggio e di gas naturale

(Gennaio 2000-maggio 2016 – milioni di euro, totale cumulato ultimi dodici mesi; (Ateco 2007 B06) – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Peso import oil&gas da Russia tra 2013 e 2016

(% su totale import – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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Quote import petrolio greggio e gas per 20 Paesi fornitori dell’Italia

(% sul totale – cumulato maggio 2015-aprile 2016 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat)

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Variazione 2015-2016 quote Paesi fornitori import di petrolio greggio e di gas naturale: Italia e Ue 28

(2016: maggio 2015-aprile 2016 ; 2015: gennaio-dicembre 2015 – variazione p.p. quote import; ordine decrescente per quota Ue 28 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat)

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