12 Agosto 2016, h. 13:06

STUDI – Nel 2016 crescita PIL ‘zerovirgola’ anche per impatto Brexit: fino a -0,2 punti di PIL quest’anno e -0,4 punti nel 2017

La combinazione della stima di ‘crescita zero’ del PIL nel secondo trimestre 2016 pubblicata dall’Istat e le previsioni dell’ Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) per la seconda metà dell’anno proietta un tasso di crescita del PIL su base annua al +0,7%, in forte frenata rispetto all’1,2% previsto nel DEF nella scorsa primavera e di poco superiore al +0,6% registrato nel 2015.

A fronte della staticità del PIL in Italia nel secondo trimestre dell’anno l’Eurozona evidenzia una crescita dello 0,3%. La variazione congiunturale nulla è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei Servizi e un calo dell’Industria, composta da Manifatturiero e Costruzioni, i settori in cui è più elevata le presenza di imprese artigiane.

La bassa crescita per l’Italia è evidenziata anche dalle stime pubblicate a luglio dal Fondo Monetario Internazionale che revisionano al ribasso la crescita dell’economia italiana che ritorna in zona ‘zero virgola’: il PIL è previsto in salita dello 0,9% per il 2016 e di solo l’1,0% per il 2017. Le condizioni dell’economia internazionale sono caratterizzate dal calo della domanda dei paesi emergenti – nel primo semestre del 2016 l’export verso i Paesi extra Ue è in calo del 3,9% – su cui si è sovrapposta la concretizzazione della prospettiva della Brexit, con nuove incertezze e rischi per l’economia globale. Le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio indicano che la Brexit può determinare una minore crescita del PIL tra 0,1 e 0,2 punti percentuali nel 2016 e tra 0,2 e 0,4 punti percentuali nel 2017.

La bassa crescita è un problema strutturale dell’economia italiana: valutando il tasso di crescita medio nel quadriennio 2014-2017 secondo l’ultimo confronto internazionale del Fondo Monetario Internazionale tra le 17 maggiori economie mondiali monitorate, l’Italia si colloca al 14° posto davanti solo a Giappone, Russia e Brasile, con un tasso di sviluppo dello 0,7%, oltre un punto inferiore all’1,8% medio registrato dalle economie avanzate.

Le condizioni di bassa crescita imporrebbero politiche fiscali anticicliche espansive – centrate sulla riduzione della pressione fiscale per le piccole imprese, come indicato nell’intervento di Confartigianato sul Corriere della Sera – mentre le regole europee, a fronte di un più elevato rapporto deficit/PIL e debito/PIL, orientano verso politiche più restrittive. In una recente intervista il Ministro Padoan indica che la prossima manovra di bilancio 2017 dovrà concentrare le risorse “su misure selezionate a favore di crescita e occupazione”.

L’analisi completa del quadro macroeconomico è contenuta nell’11° Rapporto annuale “L’economia ibrida, valori artigiani e tecnologie digitali”. Clicca qui per scaricarlo.

 

 

 

Crescita trimestrale del PIL per Italia: previsioni maggio 2016 a confronto e gli andamenti/previsioni ad agosto 2016

(Var. % PIL in volume rispetto al trimestre precedente – per IV trim. 2016 massimo forchetta 0,2-0,3% – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati CE, Istat, Upb)
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Tasso crescita medio del PIL 2014-2017

(Var. % medio annuo di crescita del PIL in volume – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fmi)
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