16 Settembre 2016, h. 13:29

STUDI – Consiglio Ue Bratislava, con Brexit PIL UE scende del 16,4% e aumenta peso della Germania che arriva al 25,2%

Oggi a Bratislava, capitale della Slovacchia, si svolge il Consiglio europeo informale, il primo senza il Regno Unito. L’ “Unione europea a 28-1” con la Brexit perde il 16,4% del PIL, il 13,7% degli occupati, il 12,8% della popolazione. La Brexit avrà ripercussioni anche sulla già debole crescita italiana: sulla base delle stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio di minore crescita del PIL fino a 0,2 punti percentuali nel 2016 e 0,4 punti percentuali nel 2017, nel biennio l’economia italiana perderebbe 9,9 miliardi di euro di PIL.

La rifondazione dell’Unione dopo l’uscita del Regno Unito avviene in un contesto di forte crisi di fiducia e di frammentazione, come emerso nelle analisi della recente Summer School di Confartigianato. Le politiche di austerità imposte dopo lo scoppio della crisi dei debiti sovrani e il gap generazionale influiscono sull’atteggiamento verso l’Unione. A fronte di una fiducia nei confronti dell’Ue espressa dal 29% dei cittadini italiani, per i disoccupati scende al 13%. La fiducia dell’Unione è espressa dal 38% dei giovani under 25 mentre solo dal 25% degli over 55.

L’”Unione europea a 28 meno 1” – complice l’asimmetria della crescita tra i diversi paesi – presenta  un rilevante spostamento del baricentro economico verso la Germania. Nel 2007, prima dello scoppio del doppio ciclo recessivo, l’economia tedesca rappresentava il 19,5% – meno di un quinto – del PIL dell’Unione, davanti al 16,8% del Regno Unito, al 15,1% della Francia e di 7 punti superiore al 12,5% dell’Italia. Nel 2016 senza il Regno Unito la Germania pesa il 25,2% – più di un quarto – del PIL dell’”Unione a 28 meno 1” , di ben 7,2 punti superiore al 18,9% della Francia che diventa la seconda economia del continente mentre si amplia a 11,8 punti il divario con il 13,4% dell’Italia. Come sopra accennato a tale andamento hanno contributo i diversi ritmi di crescita: tra il 2007 e il 2016 il PIL a prezzi correnti della Germania è salito del 24,6%, tre volte l’aumento dell’8,3% del gruppo di Francia, Italia e Spagna e quasi dieci punti in più del +15,7% registrato dalla media dell’Unione.

Una analisi sulla crisi europea nell’11° Rapporto annuale “L’economia ibrida, valori artigiani e tecnologie digitali”. Clicca qui per scaricarlo.

 

 

Alcune tipologie di popolazione italiana con fiducia nell’Unione europea minore della media

(% popolazione 15 e oltre; maggio 2016 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea)

 

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Dinamica cumulata PIL nominale 2007-2016

(Variazione % cumulata tra 2007 e 2016 PIL a prezzi correnti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea)
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Peso delle principali economie nell’Unione: 2007 e 2016 dopo Brexit

(PIL a prezzi correnti – % su totale UE 28 in 2007 e in Ue a 27, senza Regno Unito, nel 2016  – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione europea)

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