14 Novembre 2016, h. 15:12

STUDI – Il 24% degli italiani offre beni/servizi su piattaforme sharing economy vs. 32% in Ue 28. Nei settori potenzialmente interessati dall’economia collaborativa il 58,8% delle imprese artigiane

Nei giorni scorsi il dibattito sulla manovra di bilancio 2017 – che ha visto l’intervento del Premier Matteo Renzi – ha interessato la tassazione delle attività di Airbnb e si inquadra nel complesso tema della  regolazione delle tumultuose attività dell’economia collaborativa (sharing economy). La sharing economy si riferisce a modelli imprenditoriali in cui le attività sono facilitate da piattaforme di collaborazione che creano un mercato aperto per l’uso temporaneo di beni o servizi spesso forniti da privati. Ai potenziali vantaggi per i consumatori dati dall’accesso a nuovi servizi e ampliamento della gamma di scelta si associano possibili distorsioni sul lato dell’offerta, rendendo più indistinte le posizioni di consumatore e prestatore di servizi, lavoratore subordinato e autonomo, generando incertezza sulle norme applicabili, con il rischio di ampliare le “zone grigie” in cui aggirare le norme intese a tutelare l’interesse della collettività, da quelle sanitarie a quelle fiscali. Questi rischi si potrebbero amplificare proprio in Italia dove è già presente una rilevante economia sommersa – che secondo le ultime valutazioni vale 194,4 miliardi di euro, pari al 12,0% del Pil – generarando così una concorrenza sleale nei confronti delle imprese regolarmente operanti sul mercato.  Infine va segnalato che le modifiche dei processi di creazione del valore introdotte dai tools della sharing economy possono determinare nuovi modelli di sviluppo imprenditoriale.

L’analisi dei dati di un recente survey della Commissione Europea evidenzia che dal lato della domanda in Italia il 17% dei cittadini ha utilizzato una o più piattaforme collaborative, in linea con la media del 17% media UE28. Nel dettaglio il 3% le ha utilizzate una o più volte durante l’anno, il 9% le ha utilizzate una volta ogni 2-3 mesi e il 5% le ha utilizzate regolarmente almeno una volta al mese. Dal lato dell’offerta, invece, i dati raccolti rivelano che il 24% degli italiani dichiara di aver offerto beni e/o servizi servendosi delle piattaforme collaborative (32% media UE a 28): il 4% lo ha fatto una volta ogni tanto, il 19% occasionalmente (una volta ogni 2/3 mesi) e l’1% lo fa regolarmente.

Una analisi dei consumi delle famiglie pubblicata dal Parlamento europeo evidenzia che in Italia il 46,2% della spesa – in linea con la media di 45,9% dell’Ue a 28 – afferisce a beni/servizi scambiati in settori in cui vi è già una significativa attività di economia della condivisione o in cui lo sviluppo di piattaforme di sharing economy appare plausibile.

Nel I trimestre 2016 le imprese artigiane registrate operanti in mercati della sharing economy sono 793.095 pari al 58,8% dell’artigianato. Il comparto artigiano rappresenta inoltre il 28,2% delle 2.810.942 imprese potenzialmente interessate da questo fenomeno.

Le imprese artigiane appartenenti ai settori interessati dalla sharing economy si distribuiscono nei sei ambiti nel seguente modo: l’81,5% di queste si concentrano nell’ambito dei Servizi, il 10,8% nell’ambito della Mobilità, il 6,2% nell’ambito della Cucina, lo 0,8% nell’ambito della Conoscenza condivisa e lo 0,7% nell’ambito Scambio di beni di consumo mentre è residuale la presenza nell’ambito dell’Abitare.

L’analisi del perimetro settoriale e delle imprese artigiane interessate dal fenomeno per regione e provincia nell’Elaborazione Flash “Sharing economy – imprese e artigianato nei settori potenzialmente interessati dall’economia collaborativa. Primi elementi di valutazione”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Domanda e offerta beni e servizi attraverso le piattaforme collaborative

(Anno 2015 – % popolazione 15 anni e oltre domanda: % utilizzatori di piattaforme; offerta:% soggetti che offrono servizi  su piattaforma – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione Europea)

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Consumi delle famiglie nei principali paesi Ue per tipologia

(Anno 2014 – % totale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Parlamento europeo)

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