15 Marzo 2017, h. 10:49

INNOVAZIONE – L’artigiano digitale in trincea

Chi sono, come cambiano, cosa sognano gli artigiani 4.0? Lo dice questa acuta analisi firmata da Renato Mattioni, Segretario generale della Camera di commercio di Monza e Brianza, e pubblicata oggi sul Corriere della Sera, edizione di Milano. 

Le mani e le macchine, i ritagli di giornale e i santi protettori. L’artigiano brianzolo del legno continua a intarsiare creatività e innovazione, piallando la superficie liscia della globalizzazione. E consolida i ponti con la città metropolitana, insieme ai suoi «architetti» (che altrove chiamano designer), ai servizi professionali, ai Fuorisalone.

Ma oggi il «legnamé 4.0» non è più il terminale di un pensiero partorito altrove.

L’alleanza con il sistema metropolitano è su basi nuove, mature, consapevoli. Sa quello che cerca, lo sanno i figli che hanno studiato al Politecnico, e lo fa in giro per il mondo, scovando i bravi e gli utili. Solo così mantieni l’export e l’azienda.

Certo, resta da comprimere la globalizzazione in quello spazio gestibile, tra bottega e casa. È come la matassa di chiavi del capannone nello stesso anello dove ritrovi quella giusta, semplicemente a tatto.

Per dirla tutta, la pancia dell’artigianato è ancora in trincea, coi sacchi di sabbia a difesa di questa lunga maledetta alluvione che chiamano crisi e che sta cambiando i connotati. E che rischia di disperdere patrimoni e fiducia.

Serve, ancora una volta, un Paese che ascolti i territori, che ripensi a nuovi strumenti di credito — perché non basta più la serietà di una vita? —, riduca la tassazione a chi crea lavoro, rimetta in circolo investimenti pubblici e privati. Stiano tranquilli, per il resto.

L’artigiano della Brianza digitale sembra nuovo, ma in fondo è ancora lo stesso che sull’etica del lavoro ha disegnato la propria storia individuale, con l’inquieta ambizione di contribuire a quella di tutti. 

 

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