16 Agosto 2017, h. 06:30

STUDI – +9,1% occupati indipendenti stranieri nell’ultimo anno, ritmo quasi doppio della media UE (+4,7%). Peso imprese straniere più elevato nelle Costruzioni (16,9%) e nel Commercio (14,3%).

L’Italia ha una posizione primaria nell’Unione europea per presenza di lavoratori indipendenti stranieri: nel 2016 il mercato del lavoro italiano conta 302.400 lavoratori indipendenti stranieri, terzo Paese dell’Unione dietro al Regno unito (523.200 unità) e alla Germania (442.500) e davanti a Spagna (281.400) e Francia (193.500). Nell’ultimo anno l’occupazione indipendente straniera nell’UE a 28 cresce del 4,7%; in particolare si osserva un ritmo di crescita più elevato in Francia (+17,4%), nel Regno Unito (+9,7%) e in Italia (+9,1%); si osserva un aumento a ritmo più contenuto in Germania (+3,2%), mentre in Spagna diminuiscono (-5,4%) i lavoratori indipendenti stranieri.

In Italia la crescita degli occupati indipendenti stranieri – pari a +25.200 unità – è tutta determinata da stranieri extra UE (+27.400 unità, pari al +14,1%) mentre si riducono leggermente gli stranieri UE (-2.200 unità pari al -2,2%). In Italia la crescita dei lavoratori indipendenti stranieri si associa ad un calo dell’1,3% di quelli italiani; la combinazione dei due andamenti determina un calo degli occupati indipendenti dello 0,7%.

In dieci anni la quota degli occupati indipendenti stranieri è aumentata di quasi tre punti passando dal 3,4% del 2006 al 6,3% del 2016; in particolare nei dieci anni esame gli stranieri extra UE passano dal 2,5% del totale degli indipendenti registrato nel 2006 al 4,6% del 2016. Sempre nell’arco del decennio la decimazione del lavoro autonomogià evidenziata da Confartigianato in occasione dell’ultima Assemblea – è determinata da una riduzione dei 656.100 unità di occupati indipendenti italiani e un aumento di 120.300 unità di stranieri.

L’analisi dei dati sulle imprese attive per settore evidenzia che al primo trimestre 2017 la quota delle imprese straniere sul totale delle imprese è del 10,1%, con valori maggiori nelle Costruzioni (16,9%) e nel Commercio (14,3%); seguono con quote inferiori alla media il Manifatturiero (8,6%) e i Servizi non commerciali (7,6%). Nei primi dieci settori – che coprono l’82,6% del totale delle imprese straniere – l’incidenza più elevata la riscontriamo nell’Abbigliamento con il 33,1%, Attività di supporto per le funzioni d’ufficio e Lavori di costruzione specializzati con il 21,6%, seguiti da Attività di servizi per edifici e paesaggio con il 20,0% e Commercio al dettaglio con il 19,8%.

Valori più contenuti per Attività dei servizi di ristorazione con 11,4%, Altre attività di servizi per la persona con 8,5%, Costruzione di edifici con 8,4%, Commercio all’ingrosso con 7,3% e Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali con 1,9%.

dettaglio dell’artigianato a conduzione straniera per macro settore, regione e provincia è disponibile nell’Elaborazione Flash “Le imprese artigiane a conduzione straniera”. Clicca qui per scaricarla

 

 

 

Occupati indipendenti stranieri nei principali Paesi UE

2016; migliaia unità – 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

Dinamica occupati indipendenti stranieri nei principali Paesi UE

Var. % 2016 rispetto a 2015; migliaia unità – 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

Occupati indipendenti stranieri ed italiani nell’arco di 10 anni

2006-2016; migliaia unità – 15-64 anni – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat

 

 

Incidenza imprese straniere per macrosettore

I trimestre 2017 – % imprese attive – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere

Imprese straniere: i primi dieci settori

I trimestre 2017 – imprese attive – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Unioncamere-Infocamere

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