14 Settembre 2017, h. 16:41

STUDI – Verso la legge di Bilancio 2018: Divario fiscale con l’Europa: in Italia maggiore tassazione dell’1,4% del PIL mentre la soddisfazione per i servizi pubblici (23%) è dimezzata rispetto alla media UE (51%)

Il quadro di finanza pubblica nella prospettiva della prossima legge di bilancio è stato oggetto di una analisi introduttiva nel corso dell’incontro del Comitato Ristretto Tributario di Confartigianato con il Viceministro dell’Economia e finanze Luigi Casero svoltosi martedì scorso. Il principale vincolo della politica fiscale italiana è senz’altro rappresentato dal debito pubblico e in particolare modo emerge la necessità di arrestarne la crescita, in un contesto reso favorevole dai bassi tassi di interesse. Secondo le indicazioni del quadro programmatico del DEF dello scorso aprile il debito scenderebbe al 131% del PIL, a fronte però di una stretta di bilancio – guidata dagli aumenti di IVA e accise definiti dalle clausole di salvaguardia – che ridurrebbe il deficit dal -2,1% del PIL del 2017 al -1,2% del 2018. E’ quindi necessaria una manovra, da iscrivere nella prossima legge di bilancio 2018, che allenti la stretta fiscale, disattivando le clausole di salvaguardia e liberando risorse per politiche rivolte alla crescita di cui l’Italia ha un bisogno essenziale presentando, insieme con la Francia, il più basso tasso di crescita tra i paesi europei. Va proseguita la riduzione della pressione fiscale: nel quadro tendenziale del DEF nel 2020 non sarà ancora riassorbito lo shock fiscale che l’economia italiana ha subito con lo scoppio della crisi del debito sovrano nel 2011. Nel 2017 lo spread con l’Europa vale 24,3 miliardi di euro, l’1,4% del PIL e pari a 401 euro per abitante. All’elevata pressione fiscale contribuisce – come abbiamo approfondito nei giorni scorsi – sia un alto cuneo fiscale, che un’alta tassazione dell’energia.

Le risorse necessarie per sostenere la crescita possono essere recuperate nel bilancio pubblico – oltre che dalla flessibilità da negoziare con la Commissione europea – da aree di spesa inefficiente che nel sistema italiano si intrecciano con l’imposizione di oneri burocratici crescenti, determinando un mix velenoso per la crescita. L’analisi dei dati dell’ultima rilevazione di Eurobarometro evidenzia che l’Italia è penultima in UE – davanti solo alla Grecia – per qualità dei servizi pubblici: solo il 23% dei cittadini italiani esprime un giudizio favorevole sui servizi pubblici, meno della metà della media UE (51%). Permangono spazi per la riduzione della spesa corrente: nel corso dell’incontro con il Viceministro Luigi Casero è stata illustrata la nostra analisi sui costi degli stent cardiaci, da cui si evidenzia che questa tipologia di dispositivi medici in Puglia costa mediamente il triplo che in Veneto.

E’ disponibile on line la presentazione dell’Ufficio Studi “Verso la legge di bilancio 2018. Trend di alcune variabili chiave su crescita e finanza pubblica”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

 

Debito pubblico e avanzo primario negli ultimi 20 anni

% del PIL – 1998-2017 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Fondo Monetario Internazionale

 

 

Vent’anni di pressione fiscale: 2000-2020

% PIL, 2014-2019 al netto bonus 80 euro; 2017-2020 quadro tendenziale – Elaborazioni Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e MEF

 

 

Giudizio favorevole sui servizi pubblici della propria nazione nei Paesi UE

Maggio 2017 – % popolazione 15 anni ed oltre – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Commissione Europea

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