29 Settembre 2018, h. 19:50

BERGAMO – La bellezza del lavoro artigiano alla 31° Conferenza organizzativa di Confartigianato

Sono stati tanti gli spunti di riflessione per i partecipanti alla 31ª Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Bergamo, che si è tenuta il 21 settembre. Tra le autorità in sala, il presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori che ha portato il suo saluto e don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi di Bergamo.

L’appuntamento annuale che approfondisce e dibatte questioni di rilevante importanza per lo sviluppo delle imprese e del territorio, ha avuto per titolo “La Bellezza come ispirazione per il futuro dell’uomo e del lavoro. Artigianato tra etica, passione e tecnologia”.

Ad introdurre e moderare i lavori della giornata, che si è posta l’obiettivo di analizzare la bellezza del lavoro artigiano e dei suoi valori, è stato il direttore Stefano Maroni, che ha sottolineato come l’obiettivo principale sia quello di trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, l’emozione che il lavoro artigiano sa sprigionare. “Avvicinarsi a questo mondo – ha detto – significa immergersi nella cultura, nell’arte, nelle tradizioni che hanno reso grande questo Paese. Il Made in Italy, infatti, è invidiato in tutto il mondo e noi sbagliamo a non tenerlo in considerazione e a guardare sempre all’estero”.

Ha preso quindi la parola il presidente Giacinto Giambellini, che ha evidenziato come questo tema sia in linea con l’impegno che si era preso all’inizio del suo mandato: “Rimettere la persona al centro e non essere solamente dei numeri”. È necessario ripartire da quello che siamo, dalla nostra anima – ha aggiunto –. E l’anima artigiana si racchiude in una frase: Quando compri qualcosa da un artigiano, non compri solo un prodotto ma centinaia di prove, esperimenti, fallimenti. Stai comprando la sua passione, un suo pezzo di cuore. Quindi, rimettiamo in gioco l’anima del lavoro”.

Un messaggio lo ha rivolto ai giovani presenti, invitandoli ad avvicinarsi alle professioni artigiane, che riescono a spaziare dalle più tradizionali a quelle più innovative. “Tutto questo lo stiamo facendo per voi, ragazzi. Noi siamo persone “arrivate” e cerchiamo di darvi quest’anima artigiana: voi cercate di farla vostra”. Giambellini ha poi annunciato che Confartigianato Imprese Bergamo è al lavoro per istituire una borsa di studio che stimoli i giovani a diventare nuovi artigiani: “Chi vorrà imparare ad essere artigiano lo potrà fare grazie al nostro sostegno – ha spiegato –. Facciamo tornare i ragazzi nelle botteghe per dare loro futuro e dignità”.

Per fornire ulteriori spunti alla discussione e coinvolgere anche la platea “social”, nei giorni scorsi Confartigianato Imprese Bergamo ha lanciato un sondaggio on line tra gli associati (sul sito internet e sulla pagina Facebook ufficiale), ponendo una semplice domanda corredata da 12 risposte multiple tra cui scegliere: “Cos’è la bellezza nel tuo lavoro?”. I risultati sono stati illustrati dal direttore Maroni, che ha spiegato come a rispondere siano stati più di cento imprenditori. Le tre risposte che in assoluto hanno ottenuto il maggior numero di preferenze sono state: “Vedere la soddisfazione negli occhi del cliente”, “Cercare nuove soluzioni imparando cose nuove ogni giorno”, e “Mantenere la tradizione che mi è stata tramandata tenendola viva con le mie innovazioni”.

La Conferenza è stata impreziosita dalle testimonianze dirette, tramite la proiezione di videoclip realizzati appositamente per l’occasione, di cinque imprenditori artigiani, i quali hanno raccontato il proprio percorso di vita aziendale, tra problematiche, traguardi raggiunti e capacità di conciliare lavoro, etica e promozione del benessere del territorio. Si è trattato di Lorenzo Pinetti (componente del comitato di presidenza di Confartigianato Imprese Bergamo con delega all’Internazionalizzazione, che si occupa di produzione articoli di design in pelle), Rita Messina Moretti (presidente del Movimento Donne Impresa, imprenditrice nel settore dei restauri), Cecilio Testa (tipografo, presidente provinciale e regionale dell’Anap – Associazione nazionale anziani e pensionati), Ivan Morotti (orafo e consigliere del Polo di Bergamo) e Marina Rizzini (titolare di una maglieria su misura e consigliera dell’Area Produzione e Subfornitura).

Relatore di punta della giornata è stato il filosofo e teologo Luciano Valle, presidente del CEA Centro di Etica Ambientale di Bergamo e dell’associazione Etica, Sviluppo, Ambiente – Adriano Olivetti. Valle ha parlato del forte legame che l’artigianato ha con la famiglia e il territorio, evidenziando il profondo senso di comunità che lo rappresenta: “La civiltà umana nasce dalla rete di comunità che è legata all’artigianato” ha detto. Si è poi soffermato sul concetto “etica del lavoro”, ricordando come ben sette articoli della nostra Carta costituzionale siano dedicati a questo: “La dignità dell’uomo si misura nel fatto che è sia uomo che lavoratore – ha detto –. Si tratta di un principio di un’importanza rivoluzionaria”. Arrivando al tema della Conferenza, il professor Valle ha parlato del primato dell’Italia che detiene il 60-70% del patrimonio culturale del mondo. “Questo è il nostro tesoro, questa è la nostra bellezza che dobbiamo saper comunicare al mondo”.

E a contribuire alla forza della bellezza c’è indubbiamente il lavoro artigiano: “L’artigiano è portatore, costruttore e facilitatore di bellezza – ha detto –. Ma per sua natura non può pensarsi come solo, come un singolo: la sua natura è proiettarsi all’esterno, entrare in relazione con gli altri, perché facendo diventare la bellezza un prodotto visibile, lui diventa costruttore di relazioni e di comunità. E noi siamo chiamati a rivitalizzare questo spirito di comunità che sta venendo meno”.

Assieme al presidente Giambellini, il professor Valle ha commentato anche i quattro spezzoni del videoclip con le testimonianze degli imprenditori. Ed entrambi hanno convenuto sulla necessità di una riforma del mondo scolastico che ad oggi non riesce a far conoscere e apprezzare agli studenti questa grande ricchezza (artistica, culturale, creativa) di cui disponiamo. Oltre a non riuscire a preparare i giovani per diventare artigiani di domani, portando avanti un patrimonio tanto prezioso.

“Non è vero che “non c’è lavoro” – ha insistito Giambellini –. Noi artigiani il lavoro lo diamo perché abbiamo continuamente bisogno di persone preparate che abbiano voglia di imparare. E per farlo siamo disposti a rimetterci in gioco, ad investire”. Da qui la volontà di istituire una borsa di studio ad hoc, mentre Valle ha rilanciato con una proposta: “Mi chiedo come mai in Italia non abbiamo una cattedra di Artigianato, dove i maestri artigiani possano venire a insegnare: ritengo indispensabile che si impari la storia della bellezza del nostro paese”. Il professore ha spiegato come ci troviamo di fronte ad una sfida difficile ma fondamentale da vincere per il futuro dell’uomo e del lavoro: “O la bellezza sale in cattedra, ispirando la formazione delle classi dirigenti intellettuali e politiche, oppure la vedo dura”.

Altro momento interessante della Conferenza è stata la presentazione dei risultati di un sondaggio che ha analizzato il grado di importanza dell’etica aziendale e della responsabilità sociale d’impresa all’interno delle Pmi bergamasche. L’indagine ha fatto emergere i vantaggi nell’attuare una politica “etica” nell’azienda: tra questi, la riduzione dei costi sociali, l’incremento del lavoro di squadra, della produttività e lo sviluppo dei dipendenti, l’accrescimento della propria immagine pubblica, la soddisfazione degli stakeholder, il miglioramento della salute con misure non inquinanti.

A chiudere la Conferenza, tirando le fila, il presidente Giambellini. “Ci vuole un po’ di coraggio e un po’ di pazzia a parlare di filosofia in un mondo che ci chiede insistentemente numeri, pragmatismo. Ma abbiamo potuto capire come la bellezza sia un valore e di come rappresenti il pilastro per una società. E noi, come Confartigianato, quotidianamente cerchiamo di trasmetterla, cerchiamo di dare un perché ai nostri artigiani, ai nostri giovani. Ci siamo occupati tanto di tecnica, di saper fare, di internazionalizzazione, ma ci stavamo dimenticando da dove siamo partiti e su quali valori ci siamo basati ogni volta che abbiamo dovuto ricostruire dopo le crisi: sono i valori dell’uomo, come la bellezza e la libertà”.

 

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