2 Ottobre 2018, h. 11:50

STUDI – Solo 2,4% occupati trova lavoro con Centri per Impiego. Per ridurre la disoccupazione decisiva la domanda di lavoro delle imprese: al secondo trimestre 2018 +2,5% su base annua

Nell’ambito dell’intervento di sostegno al reddito a favore delle famiglie povere, una prima fase – come enunciato nelle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri al Senato della Repubblica nella seduta del 5 giugno 2018 – vedrà il rafforzamento dei Centri per l’impiego “in modo da sollecitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili”. In relazione a questo obiettivo i Centri per l’impiego attualmente sono scarsamente efficaci: l’analisi dei dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat evidenzia che nel 2017 le persone occupate che non lo erano nell’anno precedente hanno maggiormente utilizzato come canale di ricerca il contatto con amici e parenti (40,7%); segue l’essersi rivolto direttamente al datore di lavoro (17,4%) mentre il ricorso al Centro per l’Impiego viene ritenuto utile solamente dal 2,4%.

Anche l’utilizzo dei Centro per l’impiego da parte delle imprese per le assunzioni appare marginale: secondo l’ultima rilevazione disponibile (Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, 2015) sulla modalità di selezione (al 2014) solo l’1,5% delle imprese ha utilizzato per ricerca e selezione del personale un Centro per l’impiego, affidandosi prevalentemente alla conoscenza diretta (58,9%) e a banche dati aziendali (26,2%).

Secondo il monitoraggio di Anpal (2018), sono 2.849.086 i contatti con i Centri per l’impiego negli ultimi 12 mesi, con un rapporto di 359 contatti per operatore, che sale a 465 nel Nord-Est e scende a 315 nel Mezzogiorno. La quota di operatori dedicati al front office nel Mezzogiorno è dell’82,3%, 2,4 punti percentuali in meno della media del Centro-Nord (84,7%).

La quota di operatori laureati dei Centri per l’impiego è del 30,0% in media nazionale, con una forte differenziazione a livello territoriale: mentre la quota di laureati è del 34,1% nel Centro-Nord, questo indicatore si dimezza al 17,4% nel Mezzogiorno.

Un rinnovato servizio pubblico dovrà rendere un servizio a valore aggiunto di livello avanzato per imprese e lavoratori e gestito con criteri di modernità ed efficienza. L’Italia spende meno degli altri Paesi UE per servizi per il mercato del lavoro, lo 0,04% del PIL, inferiore allo 0,36% della Germania, dello 0,25% della Francia e anche al più contenuto 0,14% della Spagna. Ma incrementare la spesa mantenendo le vecchie matrici organizzative rischia di rendere inefficace l’intervento e allocare in modo sub-efficiente risorse pubbliche.

La domanda di lavoro delle imprese è la condizione necessaria per ridurre la disoccupazione. Secondo gli ultimi dati sul mercato del lavoro al secondo trimestre 2018 il tasso di disoccupazione è al 10,7% e si riduce di 0,3 punti rispetto un anno prima, con un calo dell’1,2% del numero dei disoccupati. La riduzione della disoccupazione è resa possibile dall’aumento della domanda di lavoro delle imprese: al secondo trimestre 2018 nelle imprese del manifatturiero, costruzione e dei servizi le posizioni lavorative dipendenti – numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti (a tempo pieno e a tempo parziale) – sono aumentate del 2,5% su base annua, con un aumento del 3,4% delle ore lavorate. Il tasso di posti vacanti nelle imprese con almeno 10 dipendenti aumenta su base annua di 0,2 punti percentuali.

Favorire la neo imprenditorialità e garantire condizioni di contesto che riducano la mortalità delle imprese nei primi anni di vita è un’altra cura contro la disoccupazione. L’analisi dei dati di demografia di impresa dell’Istat indica le nuove imprese che sopravvivono, a cinque anni dalla nascita hanno raddoppiato gli occupati: l’occupazione delle imprese nate nel 2011 e sopravviventi al 2016 in cinque anni passa dai 149.710 addetti alla nascita ai 302.478 del 2016, con un aumento di 152.768 unità, pari al +102%, mentre le imprese che non sopravvivono perdono 202.603 addetti.

Una analisi su Centri per l’impiego, povertà e disoccupazione di lungo periodo all’interno del 13° Rapporto annuale “Virtù e fortuna. Piccole imprese nell’era delle trasformazioni”. Clicca qui per scaricarlo.

 

 

Azione più utile per trovare l’attuale lavoro dei non occupati l’anno precedente

Anno 2017 –  valori percentuali – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Centri pubblici per l’impiego: contatti con utenti per operatore per ripartizione

Anno 2017. Valori assoluti su base annua – esclusa Provincia Autonoma di Bolzano – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Anpal

 

 

 

Centri pubblici per l’impiego: quota operatori laureati per ripartizione

Anno 2017. Valori assoluti su base annua – esclusa Provincia Autonoma di Bolzano – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Anpal

 

 

Dinamica posizioni lavorative delle imprese

I trim. 2011-II trim. 2018 – var. % rispetto spesso periodo anno precedente – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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