30 Ottobre 2018, h. 16:29

STUDI – Gas naturale, il 21,9% dei consumi energetici delle imprese. Prezzi per le piccole imprese +16,3% rispetto media Uem. Gas pesa per il 39% della bolletta energetica. Da Russia e Algeria il 70% dell’import

Il dibattito di questi giorni sul gasdotto Tap – Trans Adriatic Pipeline – che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio verso l’Europa – pone l’attenzione sul fabbisogno di gas dell’economia italiana, su cui proponiamo alcuni elementi di valutazione. L’analisi del bilancio energetico pubblicato da Eurostat mostra che nel 2017 il gas è la seconda fonte energetica con il 30,0% del totale dei consumi finali, dopo i Prodotti petroliferi (37,9%) e davanti a ad Energia elettrica (21,4%) e Rinnovabili (7,1%). Sul fronte delle imprese il gas rappresenta il 21,9% dei consumi finali, dietro ai prodotti petroliferi che incidono per il 47,8% del fabbisogno e l’Energia elettrica che pesa per poco più di un quinto (21,4%). Il gas pesa maggiormente nei consumi dei Servizi (50,7%), seguito dal Manifatturiero (33,0%) mentre è residuale nei Trasporti (1,7%). Il 99,8% degli acquisti delle imprese sono effettuati sul mercato libero.

Il gap di prezzo per le piccole imprese. Sul fronte dei prezzi del gas consumato dalle imprese – come confermato dall’ultima Relazione dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienteanche nel 2017, confermando una tendenza in atto da anni, le imprese italiane più piccole (con consumi annui fino a 263.000 m3 e corrispondenti alle prime due classi di consumo) pagano per il gas i prezzi più elevati della media dei paesi dell’Area euro, mentre quelle più grandi pagano prezzi più convenienti con differenziali negativi che si sono ulteriormente ampliati“. Valutando i differenziali di prezzo delle diverse classi con i rispettivi consumi, per le imprese più piccole si stima un prezzo del gas del 16,3% superiore alla media dell’Euro zona, gap che si somma a quello del 16,1% pagato dalla piccole imprese per l’acquisto di energia elettrica, come evidenziato in un nostro recente studio.

Per il gas naturale registriamo una elevata dipendenza dalle forniture dall’estero, con il rapporto tra importazioni lorde e consumo interno lordo che nel 2017 è salito al massimo del 92,7%. Negli ultimi dodici mesi l’economia italiana cumula importazioni di gas per 13.989 milioni di euro, in aumento del 12,8% rispetto ad un anno prima, e ritornando ai livelli di inizio 2016. L’aumento del valore delle importazioni nel 2018 è tutto dovuto al rialzo dei prezzi, dato che i volumi importati sono il leggera diminuzione (-0,7%).

Il gas rappresenta un quarto (26,3%) delle nostre importazioni di Energia, dietro al petrolio greggio (49,2%) ma con un peso superiore a quello di prodotti petroliferi raffinati (17,0%) ed energia elettrica (4,6%). Il saldo import-export relativo alla commodity gas spiega il 38,7% della bolletta energetica italiana.

La geopolitica del gas. Il maggiore fornitore di gas dell’Italia è la Russia che, nei primi sette mesi del 2018, detiene una quota dell’import totale del 44,1%, in salita di 2,7 punti rispetto al 41,2% dello stesso periodo dell’anno precedente. Il secondo fornitore, con il 25,6%, è l’Algeria, che nell’ultimo anno ha visto ridursi la quota di 3,5 punti. Terzo fornitore è il Qatar con l’8,2%; a seguire i Paesi Bassi (5,2%, in riduzione di 0,2 punti) che, nel 2018, superano la Libia (5,1%, in calo di 0,8 punti). Complessivamente questo primi cinque fornitori determinano l’88,2% delle importazioni di gas.

 

Gap Italia-Eurozona dei prezzi del gas naturale consumato dalle imprese per classe di consumo

Anno 2017 – prezzi al netto dell’Iva – var. % Italia rispetto media Uem – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Arera ed Eurostat

 

 

Import gas: le quote per Paese fornitore

Gen.-lug. 2018 e gen.-lug. 2018  – % sul totale import – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Import gas naturale

Gennaio 2000-luglio 2018 – ultimi dodici mesi – milioni di euro – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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