19 Novembre 2018, h. 15:16

STUDI – Frena l’economia tedesca, con ripercussioni su made in Italy (-1,3% a settembre). Su 10 indicatori congiunturali 7 in positivi ma in rallentamento. Per accelerare la crescita sono opportuni più investimenti

La locomotiva d’Europa si è bruscamente fermata: nel terzo trimestre 2018 il PIL della Germania segna una flessione dello 0,2%. Il mercato tedesco registra un rallentamento anche per le esportazioni italiane: l’analisi dei dati pubblicati venerdì scorso dall’Istat mostra che a settembre 2018 le vendite del made in Italy in Germania calano dell’1,3% e nei primi nove mesi dell’anno salgono del 4,0%, a fronte del +6,2% dello stesso periodo dell’anno precedente. L’export totale nel mondo – che a settembre 2018 mostra una flessione congiunturale del 2,1% – nei primi nove mesi dell’anno cresce del 3,1%, ritmo più che dimezzato rispetto al +7,3% dello stesso periodo del 2017. Peggiora la bolletta energetica: il saldo del commercio estero dell’Energia che negli ultimi dodici mesi cumula un deficit di 38,8 miliardi di euro, in aumento di 6,6 miliardi (+20,6%) rispetto ad un anno prima; il peggioramento è tutto dovuto all’incremento dei prezzi delle commodities, dato che i volumi importati segnano una flessione dello 0,9%.

Un altro dato diffuso venerdì scorso evidenzia che nei primi nove mesi del 2018 il fatturato delle imprese manifatturiere, al netto della componente di prezzo, aumenta dell’1,8%, oltre un punto inferiore al +2,9% di un anno prima. Gli ordinativi luglio-settembre 2018 sono stazionari rispetto al livello del periodo aprile-giugno e, in termini tendenziali, nel mese di settembre si osserva una diminuzione degli ordini dello 0,9%, dopo sedici mesi di crescita ininterrotta; nel complesso dei primi nove mesi del 2018 gli ordini salgono del 3,3% (era +5,6% nello stesso periodo del 2017).

La produzione manifatturiera a settembre 2018 ristagna (-0,1% rispetto ad agosto) e su base trimestrale si osserva un calo dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti; nei primi nove mesi dell’anno la produzione è cresciuta dell’1,7%, oltre un punto in meno rispetto al +2,9% rilevato dodici mesi prima.

Altri indicatori – pur essendo in territorio positivo – segnano un prevalente rallentamento rispetto all’anno precedente. Nei primi sette mesi del 2018 il traffico autostradale di veicoli pesanti sale del 3,3% (3,6% nel 2017) e il fatturato dei servizi cresce del 2,5% (era 3,5% nel 2017). Dinamica accentuata per le vendite del commercio elettronico (+10,3%), in sensibile decelerazione (+15,9% nel 2017). Unico dato positivo e in miglioramento è quello della produzione delle costruzionidove peraltro la ripresa era in forte ritardo – che nei primi otto mesi del 2018 sale del 1,2% a fronte del calo dello 0,5% dello stesso periodo del 2017.

Permane il segno negativo per il credito alle piccole imprese e per le vendite del commercio al dettaglio.

Anche i segnali provenienti dai prezzi al consumo sono coerenti con un indebolimento della domanda: a settembre 2018 l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,7% mentre si registrano tensioni sui prezzi dei beni energetici, raggruppamento in salita del 3,5% in termini congiunturali, con l’aumento su base annua che passa da +7,6% di settembre a +10,1%. In salita soprattutto i prezzi dell’Energia elettrica e del Gas, la cui dinamica si sovrappone a quella, già molto sostenuta, dei prezzi dei Carburanti, con tensioni evidenti sul fronte dei costi delle Micro e Piccole imprese.

Il rallentamento dell’economia dovrà essere temporaneo per consentire all’Italia di centrare nel 2019 un obiettivo di crescita del PIL dell’1,5% – in salita rispetto all’1,2% previsto per quest’anno – e necessario per mantenere la sostenibilità della manovra di bilancio 2019. In questa prospettiva appare prudente e opportuno rafforzare gli interventi della manovra sugli investimenti che garantirebbero una maggiore crescita, grazie ad un moltiplicatore pressochè doppio rispetto alla media degli interventi previsti nel disegno di legge di Bilancio 2019. Più investimenti, inoltre, consentirebbero di recuperare il ritardo rispetto all’Europa, ridurre il gap infrastrutturale e prevenire i rischi di danni da cambiamento climatico.

 

 

 

 

 

Bolletta energetica: 2018 e 2017

Milioni di euro – totale cumulato ottobre 2017-settembre 2018 e ottobre 2017-settembre 2018 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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