Il 3 dicembre, a Torino, dodici organizzazioni italiane dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dell’agricoltura si sono date appuntamento alle Officine Grandi Riparazioni per dire Sì alla realizzazione del Tav Torino – Lione. Più di tre milioni le imprese rappresentate, i due terzi del PIL italiano. Qualcuno l’ha chiamata la nazionale del Pil, altri il partito di chi produce. Più semplicemente, però, a Torino si è ritrovato chi vuole che l’Italia torni ad investire su un sistema di trasporti, merci e persone, vecchio più di 30 anni. Troppi per pensare che sia ancora oggi efficace. “L’Italia è il secondo paese manifatturiero d’Europa, abbiamo diversi spread rispetto alla Germania, tutti parlano di quello finanziario ma pochi guardano allo spread del 20,6% di infrastrutture realizzate tra le nostre regioni più avanzate e quelle tedesche – ha sottolineato il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti – Questo è soltanto uno dei modi perché siamo qui a Torino per chiedere la realizzazione delle grandi opere come il TAV. L’alternativa è fare una scelta che porti a bloccare tutto, a chiudere i cantieri aperti e i progetti pronti per essere realizzati. E l’Italia non può lasciare solo e indietro il Sud Italia. Immaginate se decresce il Nord cosa succederebbe al Sud”. In Veneto, ad esempio, i prodotti che escono dalle imprese per raggiungere i diversi mercati internazionali viaggiano ad una velocità media di 20 km/h. Una lentezza che frena l’export e lo sviluppo economico italiano. Quello del TAV, e delle altre infrastrutture di collegamento veloce con l’Europa, non è un problema solo del Piemonte o delle regioni limitrofe, ma di tutto il Paese. “Il TAV è strategico perché non riguarda soltanto la parte di tratta interessata dai lavori ma tutta l’Italia, come ad esempio i nostri porti – ha spiegato Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – Secondo voi, perché un investitore internazionale dovrebbe scegliere di scaricare le merci in porti attrezzati, come Genova o Savona, se questi non sono connessi con l’Italia e l’Europa? Il TAV ha una portata molto più ampia rispetto al tratto piemontese. I benefici saranno per le imprese torinesi e piemontesi ma anche, e soprattutto, per quelle italiane. Sono dell’idea che più infrastrutture si hanno a disposizione, alla maggiore velocità possibile, più potremo affermare la nostra sovranità e la nostra autonomia rispetto a delle logiche che ci vedono, comunque, succubi di un contesto generale che non ci premia ma ci penalizza”.
La manifestazione del 3 dicembre nasce sul territorio piemontese come risposta a chi continua a dire no a tante, per alcuni troppe, grandi opere. “Oggi è una giornata molto importante per la nostra città, per il nostro territorio, per la nostra regione e per tutta l’Italia. Noi abbiamo bisogno che questa opera venga finita al più presto per permettere all’Italia e agli italiani di collegarsi con il mondo, perché tutto ruota intorno alla capacità di internazionalizzazione delle nostre imprese – ha detto Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – Abbiamo bisogno di non rimanere isolati, Torino è in un momento di crisi e ha bisogno di poter guardare ai mercati internazionali, oggi non ci possiamo fermare qui”. Il confronto si è già spostato da Torino a Roma, con l’incontro del 5 dicembre tra il Governo, rappresentato dal premier Conte e dai ministri Di Maio e Toninelli, e le sigle favorevoli alla realizzazione del TAV. Domenica 9 dicembre, invece, le sigle riunite a Torino hanno incontrato il ministro Salvini, confermando la volontà di realizzare il TAV e tutti quegli investimenti sulle grandi opere che rilancerebbero l’economia e lo sviluppo italiano.
10 Dicembre 2018, h. 17:33
INIZIATIVE – La nazionale del Pil a Torino per il SI TAV, dodici organizzazioni per il collegamento diretto con l’Europa
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