11 Febbraio 2019, h. 14:48

STUDI – Con ingresso in recessione servono politiche per gli investimenti. Dopo negoziazione con UE, nel 2019 taglio di 1 miliardo di euro di investimenti pubblici. Il moltiplicatore degli investimenti sul PIL è doppio rispetto a quello della spesa pubblica per trasferimenti

L’economia italiana è entrata in recessione: il PIL nel quarto trimestre del 2018 segna la seconda flessione consecutiva. Bisogna tornare alla prima metà del 2013 per ritrovare due cali consecutivi del Prodotto interno lordo. Sul 2019 incombono rischi di un rallentamento del commercio internazionale, di una Brexit senza accordo con l’Unione europea, di un inasprimento della guerra commerciale tra Usa e Cina.

Le stime per il 2019. Giovedì scorso la Commissione europea ha tagliato di un punto le previsioni di crescita per l’Italia: 0,2% rispetto all’1,2% previsto lo scorso mese di novembre, con una progressione su base trimestrale molto lenta: crescita zero nel primo trimestre 2019, +0,1% nel secondo, +0,2% nel terzo e quarto. A titolo esemplificativo si osserva che per ottenere la crescita dell’1,0% prevista dal Governo nell’Aggiornamento del Quadro Macroeconomico e di Finanza pubblicato il 3 gennaio, il PIL dovrebbe tornare a crescere dello 0,2% nel primo trimestre 2019, dello 0,5% nel secondo, dello 0,8% nel terzo e infine dell’1,0% nel quarto trimestre. Analogo risultato si otterrebbe con un tasso di crescita costante dello 0,5% nei quattro trimestri.

Sia per le previsioni della Commissione, che per quelle del Fondo monetario internazionale, l’Italia è il Paese che quest’anno crescerà meno. Per l’Ufficio parlamentare di bilancio la stima della crescita per il 2019, pubblicata mercoledì scorso, è meno pessimistica e pari dello 0,4%.

Per tornare a crescere servono più investimenti. Alla crescita del PIL potrebbe mancare la spinta degli investimenti privati che, con le esportazioni, hanno sostenuto la fase di ripresa avviata nel 2014. In una fase di rallentamento della congiuntura internazionale servirebbe il sostegno alla domanda di maggiori investimenti pubblici. La manovra di bilancio, con le modifiche successive all’accordo con la Commissione europea finalizzato ad evitare la procedura di infrazione, per il 2019 ha aumentato la spesa corrente di 9,7 miliardi di euro mentre riduce di 1 miliardo la spesa per investimenti. Solo nei prossimi due anni la manovra ha destinato maggiori risorse agli investimenti – si tratta di 6,0 miliardi nel 2020 e di 6,9 miliardi nel 2021 – ma potrebbero essere ridotti per recuperare le risorse necessarie a sterilizzare i 23,1 miliardi di euro di aumenti programmati dell’Iva, importo decisamente superiore alla media dei 14,9 miliardi di euro di aumenti Iva disattivati nei precedenti quattro anni.

Per le valutazioni di Confartigianato delle misure fiscali della Legge di bilancio 2019 vai all’ infografica.

La manovra di bilancio entrata in Parlamento a fine ottobre conteneva una espansione degli investimenti pubblici anche nel 2019 (+1,4 miliardi di euro) ma il recupero di risorse per portare il deficit al 2,4% al 2,0% del PIL ha tolto da questa posta 2,4 miliardi. Si ripropone, quindi, un tratto tipico della politica di bilancio italiana: per recuperare le risorse necessarie per la tenuta del deficit e del debito pubblico si tagliano gli investimenti.

Per un Paese a bassa crescita come l’Italia, è proprio la spesa pubblica per investimenti che andrebbe privilegiata, come ha ribadito la scorsa settimana il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti in una audizione al Senato. La spesa per investimenti, infatti, presenta un più elevato moltiplicatore: simulazioni condotte con il modello econometrico della Banca d’Italia pubblicate nell’ultimo Bollettino economico evidenziano che il moltiplicatore degli investimenti è vicino ad 1 già dal primo anno. Si tratta di un impatto sul PIL doppio rispetto quello dei trasferimenti alle famiglie che presentano un moltiplicatore pari a poco meno di 0,5 dopo tre anni; i trasferimenti connessi con il reddito e le pensioni di cittadinanza, interessando prevalentemente famiglie con una elevata propensione al consumo, presentano un moltiplicatore pari a circa 0,7 dopo tre anni.

L’analisi delle tendenze di finanza pubblica dopo l’approvazione della Legge di Bilancio nel report “Ultime tendenze della politica fiscale – Focus: analisi degli effetti della flat tax”. Clicca qui per scaricarla.

 

 

Disattivazione clausole salvaguardia nelle manovre di bilancio

Anni 2015-2020; miliardi di euro, clausole su Iva, accise e agevolazioni fiscali – Elaborazione Ufficio Studi e Direzione Politiche Fiscali Confartigianato su dati Upb

 

 

Investimenti e contributi agli investimenti nella manovra per il triennio 2019-2021

Milioni di euro per anni 2019-2021 e media triennio – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Upb

 

Moltiplicatori fiscali

Effetti sul livello del PIL di interventi alternativi di aumenti di spesa o di riduzione di entrate di entità pari all’1 per cento del PIL – Fonte: Banca d’Italia – Bollettino economico 1/2019

 

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