21 Aprile 2021, h. 15:36

STUDI – Congiuntura e pandemia. Crisi della moda italiana pesa 3,6 volte quella del calcio europeo, edilizia più resiliente

Dopo tredici mesi di pandemia il sistema produttivo italiano sta consolidando una reazione, ma nel contempo persistono i segnali di stress di una lunga recessione, come ha evidenziato Confartigianato nel corso dell’audizione sul DEF 2021 e durante l’incontro di ieri con il Presidente del Consiglio Mario Draghi e le parti sociali sul Recovery Plan.

Le imprese, a cui mancano all’appello oltre 400 miliardi di ricavi per il 2020, sono ancora strette nella morsa della crisi di liquidità. La moda è il comparto manifatturiero che ha maggiormente sofferto gli effetti della recessione. La caduta dei ricavi nel Tessile Abbigliamento Calzature è del 22% di intensità doppia della media delle imprese, con minori vendite per 17,9 miliardi di euro: la sola moda italiana registra una perdita di ricavi che è 3,6 volte quella stimata per le stagioni 2019/20 e 2020/21 per le squadre di football dei principali campionati europei, interessate dalla ‘guerra del calcio’ scoppiata in questi giorni.

I segnali di ripresa si associano ad un tono congiunturale che nel complesso rimane debole. A febbraio 2021 l’export – al netto dell’energia – segna un aumento dello 0,3% rispetto a gennaio, ma nell’ultimo trimestre ristagnano (-0,2%) rispetto al trimestre precedente; nei primi due mesi del 2021 le vendite all’estero rimangono inferiori del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A febbraio 2021 la produzione manifatturiera sale dello 0,4% rispetto a gennaio, consolidando una crescita congiunturale dello 0,5% nell’ultimo trimestre; nel complesso dei primi due mesi del 2021 l’attività è dell’1,4% al di sotto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Si consolida la resilienza delle costruzioni, già evidenziata nel 12° report Covid-19 di Confartigianato ‘Prove di ripresa. Terza ondata e prospettive post pandemia per imprese e territori’ pubblicato la scorsa settimana (clicca qui per scaricarlo). L’analisi dei dati pubblicati oggi dall’Istat evidenzia a febbraio 2021 un aumento dell’1,4% della produzione delle imprese dell’edilizia e dell’installazione di impianti rispetto a gennaio, mentre nel primo bimestre dell’anno l’attività si mantiene sopra dell’1,5% allo stesso periodo del 2020, precedente allo scoppio della pandemia.

Sul fronte dei servizi, le vendite al dettaglio nei primi due mesi del 2021 scendono del 7,7%, con una maggiore accentuazione per il comparto no food (-12,4%). Anche nella distribuzione cali più pesanti per le vendite dei prodotti della moda, con un calo del 26,6% per calzature e articoli in cuoio e del 24,6% per abbigliamento e pellicceria.

Restrizioni alla mobilità e chiusure di attività di produzione e al dettaglio hanno generato enormi spazi di mercato all’e-commerce. Dopo il boom del 34,6% dello scorso anno, le vendite via commercio elettronico consolidano la crescita, salendo del 37,2% nel primo bimestre del 2021.

Quella dell’e-commerce è una sfida colta anche dalle piccole imprese: in reazione all’emergenza sanitaria sono raddoppiate le MPI che vendono in Rete o attraverso il proprio sito di e-commerce, con una diffusa maggiore accentuazione nel Mezzogiorno.

 

 

 

Dinamica della produzione delle costruzioni

Febbraio 2019-febbraio 2021 – variazione percentuale tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

Dinamica del valore delle vendite al dettaglio: prodotti alimentari e dettaglio prodotti non alimentari

Primo bimestre 2021. Variazione cumulata percentuale tendenziale – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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