26 Aprile 2021, h. 17:41

STUDI – Le politiche fiscali per uscire da una lunga recessione – L’analisi dell’Ufficio Studi su IlSussidiario.net

In questa primavera del 2021 l’economia italiana rimane ancora rallentata dal contagio da Covid-19. L’Italia è tra i paesi con i più pesanti effetti sanitari ed economici della pandemia: il confronto internazionale viene proposto nell’analisi dell’Ufficio Studi Confartigianato contenuta nell’articolo, a firma di Enrico Quintavalle, pubblicato su IlSussidiario.net.

Sul mercato del lavoro si misurano già pesanti effetti della recessione, estesi al lavoro indipendente che segna il peggior calo di occupati dal 2005. Gli effetti della pandemia si riverberano sulla stabilità della struttura imprenditoriale; a seguito dello straordinario prosciugamento dei fondi liquidi provenienti dalla clientela, più di un terzo delle imprese rimane esposta, almeno fino all’estate, a seri problemi di liquidità. Gli interventi pubblici per contrastare la carenza di fondi liquidi sono stati ingenti, mentre le imprese hanno dovuto sostituire i fondi liquidi provenienti dalle vendite con prestiti bancari. La sostituzione di liquidità proveniente dai pagamenti dei clienti con prestiti bancari influisce negativamente sugli oneri finanziari e la creazione di valore aggiunto, mentre il maggiore indebitamento richiederà tempi lunghi per essere completamente riassorbito dai bilanci delle imprese. L’economia italiana rimane imbrigliata da un eccesso di risparmio.

Lo sforzo fiscale determinato dalle politiche anticicliche nelle economie avanzate è ingente, con ricadute senza precedenti sul debito pubblico. Mentre cresce la pressione fiscale, la caduta degli investimenti privati è stata solo in parte compensata dall’aumento degli investimenti pubblici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso ieri al Parlamento, e che sarà presentato nei prossimi giorni all’Unione europea, rilancia i processi di accumulazione di capitale: solo un più sostenuto ritmo degli investimenti, grazie agli elevati moltiplicatori fiscali, può generare la maggiore crescita necessaria per mantenere la sostenibilità di lungo periodo del debito pubblico. Ma non basta investire, servono qualità ed efficacia nella gestione dei progetti: elevati tempi di realizzazione delle opere pubbliche e costi eccessivi possono ridurre gli effetti moltiplicativi degli investimenti pubblici. La qualità della pubblica amministrazione e la riduzione della burocrazia rappresentano fattori chiave di successo della politica fiscale e del PNRR, rispetto ai quali il nostro Paese deve recuperare forti ritardi. Vi è un eccessivo peso delle complessità amministrative; per la burocrazia fiscale, la più pervasiva, l’Italia è all’ultimo posto tra i 27 paesi dell’Unione europea, tre posizioni dietro al 24° posto di dieci anni prima, rendendo le politiche della semplificazione fiscale dell’ultimo decennio delle vere e proprie ‘grida manzoniane’.

 

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