15 Settembre 2024, h. 00:57
VENETO – La ceramica artigiana riparte dalla tradizione. A Nove il convegno di Confartigianato
Il settore della ceramica, in un mondo tecnologico e digitale, deve trasformarsi e reinventarsi per riconfermare una propria nicchia di mercato. Ripartire dalla tradizione, osservare il cambiamento e le tendenze, e innovare, diventando attraenti verso i giovani.
Questo il filo conduttore del convegno dal titolo ‘Ceramic@rtigiana, il futuro delle imprese fra innovazione e tradizione’, organizzato da Confartigianato Imprese Veneto e Confartigianato Imprese Vicenza in collaborazione con Confartigianato Imprese Ceramica e svoltosi a Nove (Vicenza) il 7 settembre.
Dopo i saluti del sindaco Luca Rebellato, dell’assessore comunale Anna Pesavento e del consigliere comunale Valter Marcon, ha esordito Maria Teresa Maroso, Presidente provinciale Vicenza Mestiere ceramica e vetro, parlando di grande opportunità, quella di reinventare la nostra tradizione, di coniugare l’antica sapienza dei nostri maestri con le più avanzate tecnologie, di creare un futuro sostenibile per la nostra ceramica. Per farlo, “abbiamo bisogno di lavorare insieme, di superare le divisioni e di costruire una rete solida e coesa. Imprese, istituzioni, università, ricercatori: ognuno di noi ha un ruolo fondamentale da svolgere. Solo attraverso la collaborazione possiamo affrontare le sfide del presente e costruire un futuro migliore”.
A livello nazionale sono oltre 3 mila le imprese del settore; di queste, oltre il 64% sono imprese artigiane (2.128 in valori assoluti). In Veneto si contano 290 imprese del settore, di cui 199 sono artigiane (68,6%), pari al 9,3% sul totale nazionale.
Un settore che occupa 4.200 addetti a livello nazionale di cui 763 nella Regione (con riferimento alle imprese artigiane).
Sulla base dei dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, illustrati dal responsabile Enrico Quintavalle e da Carlotta Andracco, Ufficio Studi Confartigianato Imprese Vicenza, la ceramica tiene nella produzione rispetto al manifatturiero, nonostante il dato negativo. Le esportazioni, a maggio 2024, ammontano a 339 milioni di euro, di cui 250 milioni in prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali (73,8%) e 89 milioni in altri prodotti in ceramica (26,2%).
Il Veneto è la prima regione per esposizione delle esportazioni di prodotti in ceramica con una incidenza pari all’1,13% sul valore aggiunto regionale, quasi il triplo dello 0,44% nazionale) e rappresenta quasi un quarto (23,8%) delle esportazioni italiane del settore.
“La domanda chiave è: vogliamo che i nostri figli continuino a fare l’artigiano della ceramica? Ebbene sì. Partiamo dalle scuole, dalla formazione. Sappiamo fare innovazione di prodotto affiancato al design, ma è il momento di trasformare il nostro prodotto, rendiamolo più versatile, trasformiamoli in altri usi, innoviamo le nostre idee”, è la provocazione lanciata dal Presidente nazionale di Confartigianato Imprese Ceramica Antonio Colì.
“Per fare in modo che la ceramica abbia ancora un futuro, dobbiamo sfruttare la tecnologia per trovare nuovi mercati. E puntare sui giovani, attraendoli con il loro linguaggio, i loro strumenti. Loro sono bravi nel racconto, usiamoli per far conoscere cosa facciamo, la nostra produzione e la nostra passione. Non possiamo presentarci a loro come caverne vuote” è il messaggio di Paolo Manfredi, consulente per la trasformazione digitale di Confartigianato Imprese, serve inoltre fare rete per potenziare il Made in Italy. Il settore della ceramica sembra già essere avanti su questo processo, tanto che il 96% i contratti di rete con capofila una micro o piccola impresa, e oltre 33 mila quelle coinvolte. Dei 6.553 contratti in essere, 5.731 hanno a capo una micro (87%), 568 una piccola (9%) e solo 254 una medio-grande (4%).
“Dalla meccanica alla cultura, dall’artigianato artistico allo sport, passando per i comparti più tipici del made in Italy come moda, arredo e agroalimentare – ha spiegato Fabio Renzi, Segretario Generale Fondazione Symbola – le piccole e medie imprese artigiane dimostrano la capacità di legare tradizione manifatturiera, innovazione, sostenibilità, territorio e comunità, contribuendo ad un’economia più a misura d’uomo e per questo più coesiva e competitiva. Un sistema diffuso lungo tutto il territorio nazionale, che preserva antichi saperi, innovandoli oltre a rappresentare in molte aree un presidio economico e di coesione sociale”.
“Oggi però il connubio deve essere tra innovazione e sostenibilità – ha evidenziato ancora la presidente provinciale Maroso -. Non possiamo più pensare alla produzione ceramica come un processo che sfrutta le risorse senza restituire nulla all’ambiente. Dobbiamo puntare su tecnologie innovative, su materiali riciclati, su processi produttivi a basso impatto. Ma la sostenibilità non è solo ambientale: è anche sociale. Significa creare posti di lavoro di qualità, valorizzare le competenze dei nostri artigiani, garantire condizioni di lavoro dignitose”. Il neo presidente del Gruppo di Mestiere Ceramica di Confartigianato Imprese Veneto Alessandro Vicino ha poi ricordato come “l’aumento dei prezzi, i costi dell’energia, la carenza di personale, la competizione internazionale ci sta mettendo a dura prova, ma è proprio per questo che dobbiamo trovare gli stimoli per ripensarci, per stare al passo coi tempi, con il continuo cambiamento degli stili di vita e di consumo delle persone”.
Fino a mercoledì 11 settembre Confartigianato Imprese Veneto e Vicenza hanno organizzato un’esposizione delle opere più rappresentative delle imprese associate del territorio.
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