Intergeneration economy, creazione di valore nelle imprese nel confronto giovani-senior. Il report di Confartigianato
La creazione di valore nei prossimi anni si fonderà su una nuova alleanza generazionale tra giovani e senior nelle imprese, un fenomeno accelerato dalla complessa transizione demografica in corso. Le micro e piccole imprese sono una palestra ideale per costruire questa transizione, integrando i valori della sostenibilità con l’identità, la prossimità, l’orientamento alla qualità e all’innovazione.
L’analisi delle trasformazioni in corso nel mercato del lavoro e nelle imprese è proposta nel Report ‘Intergeneration economy’ presentato da Enrico Quintavalle, Responsabile dell’Ufficio Studi e Guido Radoani Responsabile del Sistema Imprese alla Convention Sistema Imprese 2025 di Confartigianato. Qui per scaricarlo.
I contenuti del Report – Il rapporto delinea il senso dell’Intergeneration economy e pone al centro l’impresa come luogo di scambio tra generazioni, nel contesto della glaciazione demografica, caratterizzata da un declino della popolazione in età lavorativa che impatta sull’offerta di lavoro e sulla distribuzione per età dell’occupazione delle imprese. Con la riduzione dei giovani sale la difficoltà di reperimento del personale mentre scende la quota di imprese guidate da giovani. È diffuso tra le imprese il rischio di ricambio generazionale, rendendo urgenti politiche per favorire la transizione demografica. Cambiano le caratteristiche del lavoro ricercate dai giovani, mentre l’uscita dei lavoratori senior genera criticità che spesso non bilanciano le opportunità del ricambio generazionale. Il valore delle relazioni intergenerazionali viene amplificato dall’orientamento dei giovani verso imprese più sostenibili.
Crisi demografica e impatto sulle imprese – Tra il 2025 e il 2050, l’Italia perderà 6,7 milioni di persone in età lavorativa (20-64 anni), pari ad un calo del 19,6%). Il declino colpirà più duramente le regioni del Mezzogiorno. I lavoratori over 55 superano quelli under 30 (+1,9 punti percentuali nel 2023), mentre sono 303 mila le imprese artigiane a rischio per carenza di ricambio generazionale, quasi un terzo delle imprese attive.
Il ricambio generazionale presenta opportunità e minacce. Tra le criticità, le imprese segnalano la perdita di competenze professionali e di elementi della cultura e storia dell’azienda oltre alla difficoltà di reperire il personale in ingresso. Queste risultano più diffuse rispetto al vantaggio di assumere personale con competenze innovative e avere un ricambio generazionale.
Intervenire sui fattori critici – La violenta transizione demografica porta al pettine alcuni nodi della crescita dell’economia italiana. L’Italia è ultima in UE per tasso di occupazione under 35, mentre si contano 1,5 milioni di giovani tra 25 e 34 anni inattivi, di cui il 24,2% sono laureati. Scoraggiamento e scarsa offerta di servizi che favoriscono la conciliazione sono tra le cause della bassa partecipazione, in particolare per le donne. Nel report si sottolinea il paradosso di una alta emigrazione di giovani qualificati, con una perdita netta in dieci anni di 97mila laureati tra 25 e 34 anni, mentre vi sono 357 mila giovani laureati inattivi, in prevalenza donne.
Passaggio generazionale e relazioni tra imprese – L’80,9% delle imprese con almeno 3 addetti è familiare e tra il 2016 e il 2022 il 9,1% ha affrontato un passaggio generazionale. Cresce l’uso dei contratti di rete, che a giugno 2025 coinvolgono oltre 51mila imprese, con una maggiore partecipazione di imprese con imprenditori senior (55 anni e oltre). Le relazioni tra imprese interessano il 42,3% delle imprese, con una propensione maggiore nei settori con un maggiore addensamento di imprese artigiane, quali le costruzioni (71,1%) e la manifattura (58,6%).
Intergeneration economy per potenziare i punti di forza – Un sistema di relazioni tra lavoratori di diverse generazioni tutela e rafforza le leadership che le imprese italiane detengono nel panorama europeo. L’Italia si distingue per avere 5 regioni tra le prime 20 in UE per occupazione manifatturiera. Inoltre, per export e apporto dei territori e dei distretti, il nostro Paese rappresenta l’eccellenza europea nella moda e oreficeria, nei mobili, nei macchinari, nella robotica, nell’arredo e nell’offerta di prodotti agroalimentari di qualità. La qualità della produzione è sottolineata da una propensione all’innovazione delle piccole imprese superiore alla media europea e a quella rilevata in Germania Francia.
Imprese in condizione di criticità per il ricambio generazionale per classe dimensionale
Anno 2022. % su totale imprese e su totale addetti – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat
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