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Il Sistema Imprese di Confartigianato a confronto su passaggio generazionale, formazione e Made in Italy

Il 29 ottobre si è svolta la seconda tappa della Convention del Sistema ImpreseGener@azione di fenomeni”, dedicata all’approfondimento e all’analisi di tre temi cardine: il passaggio generazionale, il rapporto scuola impresa ed il valore del Made in Italy.

L’evento, organizzato in modalità workshop e che ha registrato un’ampia partecipazione di dirigenti e funzionari del sistema associativo, è stato aperto da Fabio Mereu, Vicepresidente di Confartigianato e delegato al Sistema Imprese. Mereu, nel sottolineare l’importanza di questi momenti di socializzazione e discussione, ha rimarcato come il mondo delle categorie rivesta un ruolo fondamentale sia nell’analisi che nell’elaborazione di proposte per la promozione e lo sviluppo d’impresa. I temi all’ordine del giorno rappresentano dinamiche complesse che vanno sicuramente affrontate sul livello nazionale – come temi politici – e praticati strategicamente sul territorio per garantire la giusta messa a terra a vantaggio delle nostre imprese. La Confederazione è partner delle istituzioni per garantire la coerenza dei processi e per valorizzare in ogni ambito il ruolo delle imprese a valore artigiano. La promozione e la tutela del Made in Italy devono rimanere sempre al centro delle politiche economiche del nostro Paese per contrastare tutte quelle iniziative commerciali che portano il consumatore verso acquisti di prodotti scadenti, poco duraturi e spesso non rispettosi degli standard di sicurezza e di sostenibilità. Serve anche migliorare la strutturazione di un modello scolastico e formativo più coerente con il mondo che rappresentiamo. Le imprese devono essere protagoniste della progettazione formativa e gli imprenditori coinvolti nella docenza. Il passaggio generazionale è un contesto complesso – prosegue Mereu – un’operazione dove occorre bilanciare gli interessi e i progetti d’impresa con quelli famigliari e saper cogliere le attitudini e le propensioni. Le imprese oggi più che mai, devono abituarsi ad assumere una veste ibrida, a volte camaleontica, utile a navigare in mercati sempre più dinamici, nuovi e spesso regolati da modelli non tradizionali.

Il prof. Carlo Bagnoli dell’Università Cà Foscari di Venezia, coadiuvato dai Presidenti nazionali Giancarlo Mannini (Imprese del verde), Alvaro Giovannini (Imprese di pulizia) e Davide Riva (Grafici), ha condotto il focus sul passaggio generazionale e la valorizzazione delle esperienze per ispirare e generare nuove forme di leadership. Bagnoli ha sottolineato come le imprese artigiane famigliari rappresentano realtà centrali nel tessuto produttivo italiano, fondate su valori di collaborazione, fiducia e trasmissione delle competenze tra generazioni. Caratterizzata dalla partecipazione attiva dei famigliari nella gestione e nello sviluppo dell’attività, questa forma di impresa si distingue per la capacità di coniugare tradizione artigiana e innovazione. L’impresa famigliare artigiana è un sistema sociale ibrido poiché costituito da due sottosistemi sociali, l’impresa e la famiglia, parzialmente sovrapposti ma non per questo necessariamente allineati.

Il prof. Pierluigi Bartolomei della Fondazione Imprese e Competenze del Mimit, parlando del tema “Rapporto scuola/impresacoadiuvato dai Presidenti nazionali Francesca Bracalenti (Sarti e stilisti), Fabrizio Peresson (ICT) e Luca Parrini (Orafi), ha sottolineato che scuola e mondo del lavoro, spesso sono due silos senza interazione. Non esiste una ricetta ma possibili strade per raggiungere l’obiettivo di creare un modello formativo coerente con l’ecosistema dell’artigianato e della piccola impresa. Bartolomei ha individuato alcune traiettorie e azioni: adottare un’aula da parte delle impese, la scuola in assetto lavorativo, creare commesse reali da realizzare con i ragazzi, considerare la scuola come un cliente finale, rafforzare le visite aziendali per le scuole medie e realizzare accordi quadro con le scuole per testimonianze, docenze e shadowing.

Il Prof. Giancarlo Corò dell’Università Cà Foscari di Venezia, coadiuvato dai Presidenti Erika Liberati (Ceramica), Roberto Guaitoli (Abbigliamento) e Salvatore Astorino (Pastai) si è concentrato sul tema del valore del Made in Italy e del ruolo dei piccoli imprenditori nelle nuove economie, tra innovazione, sostenibilità e identità d’impresa. Nel delineare le caratteristiche strategiche del Made in Italy, che sempre coincide con il bello ed il ben fatto per qualità dei materiali e della manifattura, per creatività e innovazione e per legame con il territorio, Bagnoli ha analizzato una serie di fattori per accrescere il valore economico del Made in Italy attraverso strumenti che permettano di accrescerne sia il valore generato mediante innovazioni d’uso e tecnologiche, sia la sua capacità di moltiplicazione mediante la propagazione di modelli, la condivisione delle conoscenze e lo sviluppo di reti di fornitura ed infine per accrescere la sua capacità di appropriazione mediante la protezione della proprietà intellettuale e la creazione di standard di larga diffusione con linguaggi comuni, legami fiduciari e contesti affidabili.

Alle relazioni degli esperti e dei Presidenti è seguito un intenso dibattito che ha raccolto numerosi spunti utili al processo di progettazione e programmazione delle iniziative che animeranno le attività delle categorie nei prossimi anni.

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