Introvabili 2,2 mln lavoratori green. Granelli: “Senza competenze, a rischio transizione ‘verde’”
La transizione ecologica è frenata dalla carenza di personale con le competenze adeguate. Nel 2024, le imprese italiane non sono riuscite a reperire 2.197.620 figure professionali con un’elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale.
A lanciare l’allarme è Confartigianato, con un’analisi presentata a Milano il 13 ottobre nel corso dell’evento inaugurale della Settimana per l’Energia e la Sostenibilità, in programma dal 20 al 25 ottobre con decine di appuntamenti in tutta Italia.
Secondo lo studio di Confartigianato, nel 2024 le aziende hanno previsto l’assunzione di 4.447.370 lavoratori con competenze green, pari all’80,6% del totale delle assunzioni dell’anno. Ma il 49,4% di queste professionalità, corrispondenti appunto a 2,2 milioni di lavoratori, sono state difficili da trovare sul mercato del lavoro.
La situazione è particolarmente critica in alcune regioni in cui si supera la media nazionale di irreperibilità: in Trentino-Alto Adige la quota di lavoratori green introvabili tocca il 58%, seguita da Umbria (56,8%), Friuli-Venezia Giulia (56,6%), Valle d’Aosta (56,4%), Abruzzo e Marche (entrambe al 53%), Veneto (52,9%), Piemonte (52,4%), Emilia-Romagna (52,1%), Liguria e Toscana (51,2%), e Molise (50,5%).
La classifica delle province con il più alto tasso di irreperibilità di lavoratori green vede in testa la Provincia Autonoma di Trento (58,4%), seguita da Cuneo (58,3%), Bolzano (57,7%), Belluno, Perugia, Pordenone e Udine (tutte con il 57,2%), Biella (57,1%), Arezzo (57%), Lecco, Rovigo e Valle d’Aosta (tutte al 56,4%), Como e L’Aquila (56,3%) e Macerata (56,1%).
Secondo Confartigianato la situazione è ancora più allarmante per le micro e piccole imprese (MPI) e per il settore artigiano.
Lo scorso anno le piccole imprese hanno previsto l’assunzione di 1.616.460 lavoratori con competenze green, ma oltre la metà – il 55,6%, pari a 899.040 unità – sono stati di difficile reperimento. In particolare, nelle imprese artigiane, su 235.420 lavoratori green da assumere, ben 148.030 (il 62,9%) sono risultati introvabili.
Le regioni in cui le MPI segnalano le maggiori difficoltà nel reperire manodopera green sono Friuli-Venezia Giulia (65,4%), Trentino-Alto Adige (64,1%), Umbria (63,2%), Piemonte-Valle d’Aosta (60,7%), Veneto (60,1%) e Abruzzo (59,3%).
“Il rischio – avverte il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è di avere una transizione verde senza lavoratori green. Stiamo lasciando scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro che rappresentano un’opportunità straordinaria per i giovani e per la competitività del nostro Paese. La sostenibilità non è solo una scelta etica, ma un’opzione strategica di crescita economica, che oggi viene frenata dalla carenza di competenze”.
Granelli rilancia l’urgenza di un’alleanza stabile tra scuola, formazione tecnica e mondo del lavoro, affinché le nuove generazioni possano acquisire sin dall’inizio del proprio percorso educativo le competenze richieste dalle imprese green-oriented. “Serve una riforma della formazione tecnica e professionale che metta l’ambiente e l’efficienza energetica al centro dei programmi scolastici, rafforzando i percorsi di istruzione duale e di apprendistato”.
Confartigianato rinnova anche l’appello a potenziare le politiche attive per il lavoro, con incentivi mirati all’assunzione di giovani formati su temi di efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia sostenibile, gestione dei rifiuti e digitalizzazione dei processi produttivi.
“Le imprese artigiane sono pronte alla sfida green – conclude Granelli – ma non possiamo permetterci che le buone intenzioni si scontrino con la realtà di un capitale umano non preparato. È in gioco la sostenibilità del nostro futuro, economico e ambientale”.
Leggi la rassegna stampa dei quotidiani
Ascolta il servizio su Radio24
Leggi la rassegna stampa on line
Related posts:



