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Domanda incerta per 492mila imprese artigiane dei servizi: ricavi a +0,7% nel 2025

Il settore dei servizi rappresenta il magnete della crescita delle economie moderne, con un peso che cresce nell’ambito della doppia transizione, digitale ed ambientale.

Nel 2024 il valore aggiunto dei servizi vale 1.430,8 miliardi di euro e rappresenta il 72,8% del valore aggiunto del totale economia. In dieci anni la quota del valore aggiunto dei servizi è scesa di 2,4 punti percentuali dal massimo storico del 75,1% del 2014, mentre è salita la quota delle costruzioni (+1,5 punti percentuali) e del manifatturiero (+1,0 punti percentuali). La spesa per consumi delle famiglie vale 675,3 miliardi di euro rappresenta più della metà (52,3%) della spesa delle famiglie.

La congiuntura dell’autunno 2025 rimane dominata da una elevata incertezza. La crescita dell’economia rimane debole, frenata dalle tensioni geopolitiche e dai dazi statunitensi e la spesa per consumi cresce meno del previsto. Nei primi sei mesi del 2025 la spesa per consumi dei servizi delle famiglie in termini reali cresce dello 0,7% su base annua, in linea con il trend della spesa totale, che comprende oltre ai servizi anche i beni di consumo (durevoli, semidurevoli e non durevoli). Nei primi nove mesi del 2025 il volume delle vendite al dettaglio scende dell’1,0% su base annua, peggiorando il trend del 2024 (-0,4%).

Sul lato dell’offerta si registrano segnali di debolezza sul fronte dei ricavi delle imprese dei servizi, che nei primi otto mesi del 2025 salgono, in volume, di un limitato +0,4%, con una maggiore accentuazione nei settori in cui vi è una maggiore presenza di imprese artigiane.

Il fatturato delle imprese dei servizi vale 2.190,4 miliardi di euro, di cui 1.153,7 miliardi, pari al 52,7%, realizzato dalle micro e piccole imprese, a cui contribuisce quasi mezzo milione di imprese artigiane. Al terzo trimestre del 2025 le imprese artigiane dei servizi – compreso il commercio – sono 491.807 e rappresentano il 39,5% dell’artigianato, una quota in salita di 2,5 punti percentuali rispetto al 37,0% di dieci anni prima.

Il trend dei nove settori di riferimento dell’artigianato dei servizi – Per nove settori dei servizi in cui vi è una maggiore presenza di imprese artigiane nei primi nove mesi del 2025 si registra una crescita dello 0,7% del volume del fatturato, sostanzialmente in linea con quella rilevata nel 2024 (+0,8%) e migliore della media dei servizi (+0,4%). Nel dettaglio, è particolarmente vivace il comparto ICT con le attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici a +7,3%, dinamica identica a quella del 2024, e la produzione di software, consulenza informatica e attività connesse a +3,0% ed in miglioramento rispetto al +2,3% del 2024. Seguono i servizi per edifici, compresa la loro pulizia, a +2,7% e magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti a +1,2%, entrambi in miglioramento rispetto allo scorso anno, quando crescevano rispettivamente dello 0,2% e dello 0,8%. Si segnala che la flessione meno intensa è il -0,8% della manutenzione e riparazione di autoveicoli che però peggiora rispetto al +3,2% del 2024. Segnali di debolezza anche per i servizi di ristorazione (-0,9%), altre attività professionali scientifiche e tecniche, prevalentemente disegnatori e grafica pubblicitaria (-1,0%, ma in miglioramento) e attività di supporto a funzioni d’ufficio e altre attività di supporto alle imprese (-1,4%), che comprende una ampia varietà di servizi, tra cui ad esempio, lettura di contatori del gas, acqua ed elettricità, volantinaggio e affissione di manifesti.

 

 

Fatturato dei Servizi non finanziari* con dettaglio di 9 servizi di interesse dell’artigianato: dinamica del volume

Primi 8 mesi 2025 e anno 2024. Var. % tendenziali, indice corretto per effetti di calendario. é: dinamica in miglioramento vs 2024 – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

 

 

 

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